Classe aaa: cosa indica, quanto e quando conviene

Ecco una piccola guida alla lettura della classe di efficienza energetica, uno strumento che aiuta nell'acquisto degli elettrodomestici.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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L’imperativo categorico che condiziona l’acquisto di un elettrodomestico ormai è solo uno: che abbia la classe energetica aaa. Ma qual è il significato di classe aaa, anche chiamata classe a.a.a. o A+++? E perché è così importante tanto da mettere in ombra la marca o le caratteristiche di un elettrodomestico nella scelta di un consumatore?

L’etichetta di efficienza energetica

Vi sarà capitato di trovarvi in un negozio di elettrodomestici su cui spiccano vistosi cartellini colorati che riportano la classe di appartenenza del macchinario. Lavatrici, lavastoviglie, congelatori e persino televisori sfoggiano ormai la classica scala graduata che indica la classe di efficienza energetica europea.

Quasi tutti gli elettrodomestici casalinghi infatti devono, per direttiva comunitaria, essere classificati in base al consumo effettivo, per dare all’acquirente un parametro in più che lo orienti verso un acquisto eco-sostenibile e maggiormente consapevole.

Un po’ di storia dell’etichetta 

I primi ad adottare etichette energetiche per il consumo elettrodomestici sono stati gli australiani, nel 1986. Da allora oltre 80 nazioni nel mondo ne fanno uso.

Dal 1992 l’Unione Europea aggiorna e implementa una direttiva che coinvolge sempre più macchinari, lampadine e automobili. Tutti i dispositivi devono, al momento della vendita, esibire la cosiddetta etichetta energetica, che ne certifichi l’efficienza in termini di consumo e rendimento. L’etichetta riporta anche altre informazioni a disposizione dell’utente per fornire ulteriori parametri utili all’acquisto.

Dal 2003 alla tradizionale scala di riferimento, che indicava con la A la soluzione migliore in termini di consumo e con la G quella meno performante, sono state aggiunte le lettere A+, A++ e A+++, che segnalano ora i prodotti con l’efficienza energetica migliore in assoluto.

All’inizio l’etichetta era scritta e in bianco e nero, dal 2010 viene utilizzata una scala cromatica che identifica con i toni caldi gli elettrodomestici meno efficienti e con varie tonalità di verde quelli più ecosostenibili. La scelta di un’etichetta simbolica è dettata da regole di mercato che consentono allo stesso prodotto di essere venduto in più paesi.

Come si legge l’etichetta di classe energetica degli elettrodomestici?

Sul cartellino che accompagna gli apparecchi di cui parliamo sono riportate diverse informazioni. Oltre alla marca e al tipo di modello, come abbiamo accennato, appare ben evidente la scala di segmenti colorati che indica la classe di efficienza energetica. Accanto ad essa una freccia nera con la lettera corrispondente in bianco indica la classe di appartenenza del prodotto.

Un riquadro apposito riporta il consumo elettrico annuo in kWh, ossia in Kilowatt/ora. A seconda del tipo di elettrodomestico può essere indicata la capienza, il litri o in chili, l’acqua consumata annualmente, i decibel prodotti quando in uso e così via.

Ma quali sono gli elettrodomestici aaa?

In Europa sono 14 le categorie di apparecchi soggetti alla classificazione di efficienza energetica. Da una parte ci sono gli elettrodomestici che sfruttano l’energia elettrica per il lavaggio, come lavatrici e lavastoviglie, dall’altro quelli che servono per il riscaldamento o raffreddamento, come  frigoriferi, congelatori, forni,  asciugatrici, boiler, condizionatori. A questi si aggiungono lampadine, aspirapolveri e cappe aspiranti.

Leggi anche: M’illumino di meno: spegni la luce, puoi salvare il mondo

Classe aaa o A+++, si risparmia davvero?

La domanda che sorge spontanea è, ma davvero conviene scegliere elettrodomestici classe aaa o con doppia classe a? La risposta è sì, ma non necessariamente per quello che ci si aspetterebbe.

Da un lato si guadagna in benessere e qualità di vita. Grazie ad alcuni studi dell’Unione Europea e sul cosiddetto “Energy Star program”, l’equivalente USA delle nostre etichette energetiche, è stato provato che dall’introduzione di queste categorizzazioni le tonnellate di gas naturale usato per la produzione di energia elettrica siano notevolmente diminuite.

Ciò comporta da una parte una minore emissione di anidride carbonica  e dall’altra la riduzione di particolato nell’aria. Per il 2030 ci si aspetta che in Europa vengano risparmiati 38 TWh/anno, equivalente all’intero consumo energetico dell’Ungheria.

Dall’altra bisogna sempre fare attenzione a leggere bene i consumi, perché l’efficienza non implica necessariamente siano contenuti. Questo perché se da un lato la classe di efficienza energetica è assegnata da una serie di test che vengono ripetuti su tutti i macchinari di una certa categoria, dall’altra il consumo risponde anche ad altri parametri, come la dimensione di un dispositivo o la capienza.

Quindi, ad esempio, tra le lavatrici classe energetica aaa bisognerà andare ad analizzare le differenze di consumo anche in base alla capacità di carico, ai programmi a disposizione, eccetera.

Non affezioniamoci alla classe aaa

Se è vero che in termini di qualità l’introduzione delle classi con doppia o tripla a ha sortito l’insperato successo della corsa all’elettrodomestico più performante, l’Unione Europea presto rimodulerà le etichette energetiche.

Dal 2021 l’etichetta energetica a pittogrammi per tv, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e lampadine tornerà ad avere la scala dei consumi da A a G, in modo da confondere di meno l’acquirente. Inoltre verrà introdotto un QR code e ulteriori specifiche per rendere l’acquisto ancora più facile.

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