Cina, niente più carne di cane a tavola

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Di tutti i paesi al mondo, la Cina è forse uno dei più misteriosi, nonostante il suo esser da secoli protagonista delle cronache internazionali. Osservata con timore e ammirazione allo stesso tempo, quel lontano oriente vestito di seta è in verità spesso poco noto al grande pubblico, che ha dimostrato in più di un’occasione di non conoscerne la geografia, la cultura e le differenze con i paesi limitrofi. Da due mesi a questa parte, oltre che per la situazione politica, la crescente rilevanza economica e altri spauracchi vari ed eventuali, il colosso asiatico è temuto soprattutto per il famigerato Covid-19, il cui spettro sta paralizzando le indifese – ma neanche tanto – economie mondiali, la nostra in particolare. C’è di buono che, tra minimi rischi effettivi e psicosi di massa, questo terrore dilagante ha portato a una presa di posizione inaspettata quanto a lungo auspicata del governo cinese. Notizia di ieri: la città di Shenzhen, una delle metropoli più popolose e trafficate del paese, si sta muovendo per mettere al bando il consumo alimentare di carne di cane e di gatto, oltre che di numerosi altri animali selvatici come pipistrelli, serpenti, rane e tartarughe. Si legge sulla proposta:

Vietare il consumo di animali selvatici è una pratica comune nei paesi sviluppati ed è un requisito universale della civiltà moderna.

Leggi anche: LA STORIA DI DAVIDE, L’ITALIANO CHE SALVA I CANI DAL MASSACRO DEL FESTIVAL IN CINA

Quali saranno le carni permesse?

In un altro passaggio, la proposta di legge riconosce cani e gatti come animali d’affezione, inserendoli nella lista delle carni vietate. Quelle che sarà possibile consumare, se la legge dovesse passare, saranno maiale, pollo, manzo, coniglio, anatra, oca e piccione, oltre che pesce e frutti di mare. Tuttavia è in fase di studio la possibilità di ampliare l’elenco degli animali selvatici da inserire nella lista nera. Una presa di posizione storica, per la quale gli animalisti si battono da decenni scontrandosi con il colosso della tradizione, quell’inamovibile è sempre stato così che tanti ostacoli pone al progresso, non solo in ambito culinario. Da adesso, chi verrà sorpreso a consumare carne proibita sarà soggetto a una multa fino a 20.000 Yuan, circa 2000 Euro, mentre le sanzioni per i negozi saranno molto più salate: fino a 50.000 Yuan. Leggi anche: GIORNATA MONDIALE DEL CANE: UN’AMICIZIA LUNGA MILLENNI

La proposta è nata come conseguenza dell’epidemia di Coronavirus

Ma si parlava di Coronavirus, perché? La proposta sembra proprio aver trovato consensi proprio a causa dell’epidemia, il cui focolaio originale si concentrava nell’area di Wuhan, dove è presente uno storico mercato di carne di animali selvatici. Sembra, infatti, che il paziente zero abbia contratto il virus dopo aver mangiato carne di pipistrello. C’è da dire che, in virtù delle dimensioni della stessa Cina, bandire il consumo di carne non sicura nella sola area di Shenzhen sembra poca cosa. Ma la rilevanza economica della città a livello internazionale potrebbe avere un impatto notevole sull’opinione pubblica. In sostanza, un virus è riuscito nell’impresa per la quale gli animalisti di tutto il mondo si sono battuti per anni. Del resto niente è più convincente di una pandemia per far sì che gli avidi consumatori ritornino sui propri passi. Leggi anche: NON SOLO JOKER, JOAQUIN PHOENIX È IL PIÙ INFLUENTE ATTIVISTA PER GLI ANIMALI DEL 2019 di Marianna Chiuchiolo

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Marianna Chiuchiolo
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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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