Capacity market, cos’è e a cosa serve

Ecco come funziona il meccanismo di compensazione per l'energia elettrica che rilancia la produzione da fonti rinnovabili, contrastando l'aumento dei prezzi.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il capacity market è un meccanismo introdotto da qualche anno dai governi di numerosi paesi che assicura politiche energetiche in grado di prevenire e sostenere situazioni in cui la potenza erogata non sia sufficiente a far fronte al fabbisogno di corrente elettrica degli utenti.

Il sistema è stato messo a punto all’indomani del blackout del 2003 che paralizzò l’Italia e buona parte dell’Europa per scongiurare il replicarsi dell’evento, su richiesta dell’Unione Europea che stabilì l’esigenza di elaborare piani strategici proprio per evitare nuovi blackout totali.

Cos’è il capacity market

Il capacity market, conosciuto anche come il mercato della capacità di energia elettrica, è progettato in modo da garantire la disponibilità di potenza sufficiente da erogare in caso di necessità quando, per motivi naturali o economico-politici, si dovesse verificarne una perdita in termini di quantità.

Attivo tutto l’anno, entra in funzione nella fattispecie quando si presentano picchi di domanda o interruzioni momentanee della trasmissione di corrente al fine di assicurare in ogni momento la potenza necessaria a soddisfare il fabbisogno richiesto.

Si potrebbe quindi definire il capacity market come una vera e propria banca dell’energia elettrica, una riserva da spendere in caso di emergenza o crisi della rete, come se fosse una gigantesca batteria secondaria.

Come funziona il capacity market

La società italiana responsabile delle reti di trasmissione Terna indice delle aste indette per vendere dei lotti di produzione di energia elettrica.

Possono partecipare alle aste solo gli impianti che rispettano alcune determinate caratteristiche, soprattutto in termini di emissioni per poter rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione: i parametri da rispettare variano dal quantitativo di CO2 emessa all’impiego di tecnologie low-carbon, passando per sistemi di sicurezza, per l’implementazione di impianti di accumulo e per l’economicità di produzione.

Agli impianti che vincono la gara per l’approvvigionamento vengono riconosciuti benefit economici: se sono già esistenti, ricevono un fisso mensile per la durata di un anno, se invece sono di nuova realizzazione o appositamente creati per aderire al capacity market, ottengono un fisso mensile per 15 anni.

Il cosiddetto polmone di compensazione del sistema elettrico incentiva in questo modo gli impianti che producono energia elettrica da fonti rinnovabili, promuovendo una più oculata, economica ed ecosostenibile industria energetica.

Le società vincitrici dovranno quindi assicurare un prezzo strike competitivo in grado di coprire da una parte l’extra produzione da usare al bisogno e dall’altra limitare i profitti derivanti dalla vendita del surplus.

Gli obiettivi del capacity market

L’intento principale di questo meccanismo è quello di dismettere il più presto possibile tutti quegli impianti che producono energia a partire da combustibili fossili e fonti non rinnovabili.

Eliminando dal mercato infatti le centrali inquinanti e inefficienti si darà spazio a quelle di nuova generazione, incentivando allo stesso tempo il mercato del lavoro e la produzione nazionale dell’energia.

I limiti del capacity market

Quando si parla di produzione rinnovabile, il limite maggiore proviene dall’impossibilità di stabilire a priori quanta potenza effettiva un impianto sarà in grado di produrre.

La variabilità delle condizione climatiche, unita alle fluttuazioni del mercato economico legato all’energia, impedisce infatti una stima infallibile, cosa che determina immancabilmente un aumento dei prezzi finale.

La bilancia tra la sicurezza della fornitura e i costi di produzione deve essere ancora tarata, ma il capacity market gioca un ruolo fondamentale verso la transizione alle energie rinnovabili che nel prossimo futuro dovranno sostituire, se non integralmente, la maggior parte della capacità produttiva.

I primi risultati positivi raggiunti

Le prime due aste di Terna hanno visto l’insperata partecipazione di numerosissime realtà produttive e operatori, segno che il vento della transizione sta letteralmente cambiando.

Per il 2022 si parla già di 1,8GW di potenza da destinare al capacity market, mentre per il 2023 la stima sale a 4GW.

In questo modo i prezzi dell’elettricità, che stanno subendo un’impennata epocale a causa della crisi energetica generale, saranno calmierati dai prezzi strike imposti dal meccanismo e dalla competizione degli impianti di compensazione.

Ma chi ci guadagna realmente? La risposta è tutti: l’ascesa delle bollette verrà frenata e ridimensionata, il paese guadagnerà punti in sostenibilità ambientale, il mix energetico italiano sarà “contaminato” di risorse rinnovabili.

Leggi anche: Cingolani, senza rinnovabili possiamo dire addio ai comfort di oggi

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Enrica Vigliano
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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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