Blackout in Europa, ci dobbiamo preoccupare?

La crisi energetica porta con sé lo spettro del blackout, l'interruzione totale di energia elettrica: ecco cosa potremmo aspettarci.

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Il nuovo anno parte al buio per migliaia di persone in Europa: la Francia si prepara al blackout tecnico, in Kosovo l’energia è stata razionata, in Spagna i cittadini sono corsi alla caccia di generatori di riserva, bombole a gas e torce.

La fine del 2021 aveva allungato le ombre del blackout come imminenti e inevitabili, ma la situazione in Italia potrebbe non essere così tragica.

Le cause dei blackout

Blackout

In molti ricorderanno il blackout che fermò l’Italia nel 2003, interrompendo linee elettriche, ferroviarie, reti e attività.

Oggi quello stesso spettro aleggia minaccioso di un suo ritorno perché la crisi energetica in atto da metà 2021 stenta a dissiparsi.

L’aumento della domanda di energia legata da un lato dal moltiplicarsi dello smart working e dall’altro dall’arrivo della stagione fredda, si somma alla mancanza di disponibilità della materia prima, per altro sempre più cara, e al non completo adeguamento della produzione e del mix energetico alle nuove direttive in tema di ecosostenibilità.

Con la chiusura delle centrali a carbone e a olio combustibile, si sarebbe dovuto investire negli impianti di accumulo connessi a pannelli solari e pale eoliche, ma per varie ragioni ancora il modello non è così diffuso.

È vero che per far fronte ai picchi di domanda è stato istituito il capacity market, ma è altrettanto vero che questo allo stato attuale delle cose non sarebbe in grado di supportare un’interruzione totale dell’erogazione di corrente.

In poche parole l’eccesso di domanda rispetto alla disponibilità, le interruzioni della distribuzione e la mancanza di scorte sono i tre fattori che potrebbero scatenare un blackout.

Le nazioni già colpite

Da Natale 2021, il Kosovo ha cominciato a ridurre e tagliare le forniture di corrente elettrica ai propri abitanti con un sistema di interruzione di 2 ore a macchia di leopardo.

In Francia, 15 centrali nucleari chiudono i battenti, con il rischio che con il freddo e il maltempo le aziende ad alta intensità energetica debbano cessare le attività per fare in modo che la rete sia stabile.

In Spagna, l’assalto ai negozi di ferramenta e campeggio ha raggiunto la psicosi sotto Natale, in vista del taglio delle forniture preannunciato dal governo.

La situazione tuttavia non è mai sfociata in una vera e propria crisi, anche grazie a un inverno tutto sommato mite.

Leggi anche: Crisi energetica, arriva l’autunno dei rincari

Cosa fare in caso di blackout?

Blackout

Nonostante il pericolo sia per il momento remoto, è bene ricordare che in caso di blackout tutto quello a cui siamo abituati si interromperebbe bruscamente.

Telefoni, televisioni, rete internet, semafori, servizi pubblici, radio, ascensori, ma anche reti idriche e scarichi, tutto quello che ha a che fare direttamente o indirettamente con una presa elettrica non funzionerebbe più, a cominciare ad esempio dal riscaldamento delle abitazioni.

Per prevenire un blackout si può tenere in casa un piccolo kit per le necessità primarie: farmaci, coperte, scatolette di cibo, acqua, almeno 2 litri a persona per giorno, ma anche torce alimentate da batterie, così come radioline con le pile. Attenzione all’utilizzo delle candele in casa, perché il pericolo di incendio aumenta esponenzialmente.

Durante l’assenza di corrente, bisogna limitare al massimo l’apertura ripetuta del frigorifero e del freezer in modo che il freddo al loro interno si preservi e che gli alimenti non vadano a male prima che la luce sia tornata.

Gli spostamenti in auto dovrebbero essere ridotti al minimo per evitare di intasare le strade e permettere ai mezzi di sicurezza il massimo dell’agilità per le manovre di emergenza, ma anche perché il sistema dei semafori e delle segnalazioni luminose non funzionerebbe, mettendo a rischio l’incolumità dei viandanti.

Leggi anche: Cingolani, senza rinnovabili possiamo dire addio ai comfort di oggi

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