The Beatles, la musica e lo stile a sessant’anni dalla prima canzone

60 anni di Beatles, ripercorriamo le tappe dalle band più amata e famosa della storia di tutti i tempi nel loro anniversario dal loro primo singolo Love me do.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Il 5 ottobre 1962 i Beatles lanciavano sul mercato britannico il loro primo disco 45 giri con la canzone Love Me Do. Da quel momento iniziarono una carriera senza precedenti con la quale si sono consacrati alla storia della musica. La loro unione durò appena 8 anni, fino all’ultimo album, il famosissimo e blasonato Let It Be, rilasciato negli Stati Uniti l’8 maggio 1970 ma tanto bastò per diventare una leggenda.

The Beatles, Love Me Do

I quattro componenti storici della band erano il compianto John Lennon, Paul McCarney, George Harrison e Ringo Starr. All’inizio del 1962 quest’ultimo ancora non faceva parte del gruppo e al suo posto c’era Pete Best. Il loro manager era il giovane Brian Epstein. Nel gennaio di quell’anno si recarono tutti alla casa discografica Decca con ben 15 canzoni incise su nastro, in cerca di una prima pubblicazione.

Purtroppo, o per fortuna, non riuscirono a ottenere successo: la casa discografica londinese preferì produrre uno dei primi album del complesso Brian Poole and The Tremeloes. I quattro ragazzi di Liverpool non si diedero per vinti e continuarono il loro giro di etichette per tutta l’estate del 1962. Finalmente arrivarono alla Parlophone al famoso studio 2 di Abbey Road a Londra, un indirizzo destinato a restare nella storia. La casa discografica accettò di produrre il loro primo pezzo Love Me Do.

BEATLES

The Beatles, sessant’anni dopo: com’è iniziato il mito

Grazie alla lungimiranza di un produttore discretamente affermato, George Martin, il gruppo ottenne la possibilità di migliorare alcuni di quei pezzi su nastro. Secondo quanto Martin stesso affermò nel 2009 nel corso di un’intervista di Ernesto De Pasquale, inizialmente non gradiva molto il pezzo.

Ci lavorarono e lo migliorarono e il 4 e l’11 settembre 1962 incisero il famoso disco in vinile, Lato A Love Me Do. Forse la simpatia dei ragazzi, forse il caso, forse la fortuna, fatto sta che delle semplici parole “Amami dai, sai che ti amo” si propagarono sulla bocca di tutti i giovani Baby Boomers e, nei decenni successivi, anche sulla generazione X.

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Sessant’anni dopo: la prima canzone e le origini

Il singolo Love Me Do non ebbe molto successo dal punto di vista commerciale. Nella classifica delle vendite si fermò al diciassettesimo posto con picchi di vendite solo nella zona di Liverpool, città d’origine dei quattro. Una leggenda storiografica vuole che lo stesso manager Epstein, per sostenere le vendite, comprò addirittura 10 mila copie del disco. Non si poteva certo dire che la partenza fosse col botto.

Dunque viene da chiedersi per quale motivo una semplice filastrocca d’amore, con parole elementari divenne l’origine di un mito. E perché soli due anni dopo, con l’edizione americana, quattro ragazzi di Liverpool scalzarono dalla testa delle classifiche tutti gli altri. La prima risposta che vorremmo dare è “perché l’amore è una cosa semplice”. Certo la filastrocca è semplice come l’amore.

Ma volendo analizzare il contesto socio-musicale, si può affermare che ci furono senza dubbio altri motivi. Innanzitutto l’iconografia dei Fab Four, cosi furono denominati i componenti della band. I capelli a caschetto, lunghi, il viso pulito, l’esordio della minigonna, le grandi battaglie sociali degli Anni ’60: un panorama sociale in fermento non poteva non apprezzarli. Non solo. ‘Gli scarafaggi’, ebbero il merito di scrivere e cantare canzoni facilmente comprensibili, con un linguaggio diretto. Via, via, iniziarono a complicare il loro gioco musicale, aggiungendo giochi di parole e strumenti.

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La premiata ditta Lennon-McCartney

Gli artefici e leader del gruppo erano, senz’altro, loro John Lennon e Paul McCartney. Esponenti di una musica prima pop e poi psichedelica, interculturale, si affermarono come autori di musica e parole. Purtroppo Lennon morì, assassinato da un fan, l’8 dicembre 1980. I Beatles non cantavano insieme da oltre un decennio, ma lui continuava a produrre capolavori come solista e insieme alla moglie Yoko Ono.

Chi li conosceva bene e li ricordava, sapeva anche che c’era una forte rivalità tra i due nuclei della stessa stella ma nessuno poteva negare che questa faceva bene alla fiamma della produzione artistica del gruppo. Il successo della band si è intrecciato persino con le vicende del capo di Stato più longevo dell’era contemporanea: la regina Elisabetta II del Regno Unito conferì ai Beatles il titolo di baronetti il 26 ottobre 1965.

The Beatles: cosa resta sessant’anni dopo

Oggi, sessant’anni dopo, I Beatles non lasciano alcuna eredità al mondo. Il loro mito è una supernova esplosa sessanta anni fa con gli effetti della deflagrazione che si propagano fino a oggi. Il successo, la band, il ricordo, fanno sicuramente parte del passato, ma la loro musica è più che mai attuale attraverso le generazioni. Non si può dire che un altro gruppo possa vantare lo stesso successo. In una canzone Gianni Morandi menziona I Beatles e i Rolling Stones. Questi ultimi sono ancora in attività ma, probabilmente, proprio il fatto che la loro musica sia sopravvissuta alla loro band ha fatto uscire i Beatles dalla storia per farli entrare nel mito.

The Beatles, il mito oggi

Dei quattro componenti della band, Paul McCartney è ancora in attività e continua a scrivere e cantare nonostante abbia raggiunto l’età di 80 anni.

John Lennon dopo aver raggiunto l’apice della fama, anche come solista, non fosse altro per la famosa canzone Imagine, morì assassinato l’8 dicembre 1980.

George Harrison proseguì la carriera di solista e produttore fino alla morte, a soli 58 anni, nel 2001. Ringo Starr, ottantaduenne, continua la sua attività di solista. Brian Epstein nel 1962 era un giovane, sconosciuto e ambizioso imprenditore del settore musicale. In pochi anni conobbe fama, fortuna e gloria. E anche ricchezza. La morte lo colse prematuramente nel 1967 a causa di un mix di alcolici e droga. Infine George Martin che ebbe il merito di credere che il quartetto potesse farcela è morto nel 2016 all’età di 90 anni dopo essersi occupato di produzioni discografiche per tutta la vita. I Beatles e il loro entourage fanno parte del passato, la loro musica è immortale.

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Leggi anche: John Lennon: a 40 anni dalla sua scomparsa, una leggenda intramontabile

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