Il paradiso ritrovato di Yari Carrisi Power

La nuova vita di Yari Carrisi Power, una rinascita con al centro lo yoga, accanto alla presenza luminosa della madre Romina e del maestro indiano Swami Sachidanand.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Cosa accade quando per un istante incroci la via di Yari Carrisi Power? Se conosci il suo mondo, fatto di musica, cinema, viaggi, meditazione, yoga e spiritualità, puoi vivere l’esperienza dello “straordinario”, e ti ricordi quanto raro sia incontrare persone e luoghi permeati di una certa ‘luce’.

Una sensazione di armonia avvolge il suo mondo, un mondo certamente itinerante, ma anche fatto di radici, come quelle di una lunga storia che vede al centro Cellino San Marco: è in quell’angolo di terra pugliese, dove ancora si respira il mito di una grande storia d’amore, di ciò che nonostante il tempo sopravvive granitico, e sotto forma di “un’energia buona”, che Yari percorre un po’ dei suoi passi, con attorno, “gli amici viaggiatori”, che lo accompagnano attraverso itinerari particolarissimi. Il suo nuovo progetto si chiama YARYATRY, che in sanscrito significa proprio “amici viaggiatori”.

YARYATRY: percorsi itineranti con “amici viaggiatori”

Il concetto di amicizia emerge nella sua accezione più semplice e tanti sono i percorsi da condividere con Yari. Esperienze di vita profondamente immersive e un immancabile contatto con la natura.

L’ultimo pellegrinaggio di Yari è partito ad agosto proprio da Cellino, la casa natia, le tenute di Al Bano, al fianco del maestro Swami Sachidanand, arrivato in Puglia da Rishikesh in India, per fare due giorni di corsi di Yoga e lezioni di filosofia nel bosco.

Romina Power, presenza materna e luminosa

Attorno a lui non manca Romina Power, una presenza luminosa nel gruppo, materna e magnetica, sembra avere il miele, chiunque desidera starle vicino e prendere un po’ della sua energia. Quando ti ritrovi accanto a Romina hai l’occasione di confrontarti con un mito: dapprima hai un po’ di imbarazzo, poi basta davvero poco per capire quanto sia incredibilmente umana, capace di insegnarti molte cose con i suoi piccoli grandi gesti e condivide con gli altri generosamente ciò che ha imparato dal suo percorso di vita. È bello scorgere la somiglianza con Yari, l’alchimia armoniosa che c’è tra loro. Ci racconta questa nuova avventura al fianco di suo figlio:

Ad agosto è venuto a trovarci qui in Puglia Swami Sachidanand dall’India. è uno dei più autorevoli depositari della cultura vedica dal quale proviene lo Yoga: il più antico metodo di conoscenza della storia umana a livello fisico, mentale e spirituale. Praticamente la via più antica al benessere.


Swamiji ci ha spiegato che lo Yoga non è solo una serie di esercizi, ma anche un metodo per mantenersi sani attraverso il cibo, il respiro, la meditazione e il canto corale.


Si iniziava la giornata con la meditazione e il Pranayama che è una antica tradizione di respirazione yogica, seguita dalle posizioni fisiche chiamate asana.
Dopo una squisita colazione ayurvedica mediterranea seguivamo Swamiji nel bosco dove ci spiegava la filosofia dello Yoga.


Era bello ascoltare quelle parole immersi nella natura perché ti faceva sentire tutt’uno con il creato. Lui ha studiato nelle scuole vediche da quando era bambino ed è molto preparato in materia, ma lo spiega con estrema semplicità, creando un’atmosfera speciale nel gruppo e innalzando le nostre coscienze.
La sera ci riunivamo per intonare mantra amalgamando così il gruppo con questi affascianti canti millenari.

L’esperienza è stata così meravigliosa che abbiamo deciso di ripeterla. Nel prossimo ritiro, oltre agli insegnamenti abituali, Swamiji dedicherà una giornata all’insegnamento di come relazionarsi consapevolmente.

A fine ritiro ci sarà un incontro con concerto di mantra aperto al pubblico in un teatro in Puglia dove potrete porgere i vostri quesiti a Swami Sachidanand.

Dalla meditazione all’alba ai canti in giardino all’ora del tramonto

Il ritiro prevedeva la meditazione e asana dall’alba fino alle prime ore del giorno, alle 9 lezioni di filosofia Yoga nel bosco, seguiva il pranzo vegano, non un semplice pranzo, ma un’esperienza sensoriale, attraverso un cibo ayurvedico mediterraneo preparato dalla chef pugliese Marici, per potenziare l’energia e il benessere dell’organismo. Oltre al Pranayama e la ginnastica fisica yogica asana, poi la sera dopo una cena molto conviviale e rilassata, sempre di prelibatezze vegane, negli angoli più suggestivi del bosco, sotto la luce delle stelle per chiudere la giornata seguiva il Kirtan, canti corali che tengono lontano lo stress in un clima di magica armonia attorno a Yari.

L’intervista a Yari Carrisi Power

La redazione de ildigitale.it ha condiviso con Yari questo splendido ritiro, gli abbiamo chiesto di raccontarci l’inizio del progetto YARYATRY, che ha avuto ispirazione dall’incontro con il maestro dell’India Settentrionale Swami Sachidanand, esperto in Filosofia dello Yoga, sin da piccolo dedito alla meditazione e allo studio del Bhakti Yoga. Tutto questo però non è nato ieri, ma risale a qualcosa di più antico: Yari finalmente si ricongiunge con un approccio esistenziale importante, che esisteva già 30 anni fa nella sua vita. Lo abbiamo intervistato per approfondire.

yari carrisi power

Yari quanto ti ha ispirato l’incontro con il maestro Swami per inaugurare questo meraviglioso progetto?

Ho conosciuto Swami Sachidanand una decina di anni fa mentre suonavo la chitarra nel Ashram abbandonato del Maharishi Mahesh Yogi a Rishikesh dove avevano studiato i Beatles. Mi ha subito insegnato il Pranayama, un’antichissima tecnica di respirazione che aiuta a ossigenare il corpo e liberare la mente e siamo rimasti amici negli anni.

A maggio di quest’anno ho studiato nella sua scuola a Rishikesh, la D’Vine Yoga. Lui non insegna solo gli Asana, ma essendo uno dei più autorevoli depositari della cultura vedica, insegna filosofia e lifestyle dello yoga, che è il più antico metodo di conoscenza della storia umana a livello fisico, mentale e spirituale. Praticamente la via più antica al benessere. L’esperienza è stata così positiva che abbiamo deciso di condividerla con la mia famiglia e i miei amici qui in Puglia. Il nostro ritiro di agosto è stato meraviglioso.

Cosa rappresenta per te lo yoga e cosa diresti a chi vuole approcciarsi a questa cultura per la prima volta?

La via dello yoga è ciò di cui l’umanità ha bisogno per creare un giusto equilibrio interiormente e esteriormente. Non è qualcosa di estraneo alla nostra cultura o che stravolge il nostro modo di essere e non ha religione, casta, colore o credo. Lo Yoga è unione. Siete benvenuti a condividere con noi questa esperienza.

Con questo tuo grande progetto ti stai finalmente ritrovando, quanto conta il percorso familiare e la tua Puglia?

Tutto inizia con mia madre, che dopo aver conosciuto mio padre a fine Anni ’60 si innamora della Puglia, perché le ricorda la California e il Messico dove è cresciuta. Stiamo parlando di una terra che ha molto in comune anche con altri dei suoi luoghi. Per esempio Taranto mi ricorda Los Angeles: si affaccia nella stessa direzione, ha le colline dietro, ha lo stesso tipo di vegetazione, ha il mare davanti, ha il sole. Solo che il mare è più caldo. Siamo nel centro europeo e se l’Ilva fosse un centro cinematografico o di ricerca questo posto potrebbe diventare un’altra Los Angeles. In più, come icona abbiamo anche Rodolfo Valentino che viene proprio da lì che è stato il primo grande attore famoso di Hollywood. Non a caso anche io la zona di Taranto la vedo come Los Angeles, geograficamente, come luce e colori.

Mia madre si innamorò della Puglia per queste ragioni: è lei a convincere mio padre a tornare qui, perché lui era proiettato all’estero e abitava tra Roma e Milano. Lei lo ha convinto a tornare quaggiù durante il periodo in cui tutti scappavano dalla Puglia. Negli Anni ’70, ’80 e ’90 non era uno scherzo, la gente scappava, c’erano le Brigate Rosse, c’era la malavita, erano gli anni dei sequestri. Era un periodo molto molto difficile per l’Italia per il Sud Italia e per la Puglia. Quindi fu una scelta coraggiosa.

yari carrisi power

L’approccio di Romina allo yoga, che ti ha profondamente trasmesso, fu già da giovanissima?

Quando venne qui la prima volta da ragazza si innamorò del bosco di Cellino, prima di allora con il fidanzato Stanislas Klossowski, migliore amico di Brian Jones fondatore dei Rolling Stones, figlio del pittore Balthus, frequentava una serie di artisti inseriti nella cultura della Avant-garde– non voglio chiamarli hippie, questa dimensione era molto affine con il mondo yogico e dell’influenza di questo su quello occidentale, dei Beatles e della Beat Generation. Lei ha portato il suo mondo in Puglia: era questo il sogno di Cellino.

Come Romina ha trasformato il bosco di Cellino in un luogo di cultura americana?

L’idea iniziale fu quella di rendere il Bosco un luogo di cultura, musica e avanguardia, allontanarsi dalle città, dallo smog, dai rumori, vivendo una vita sana e naturale con la gente genuina del posto, con l’internazionalità endemica della Puglia, terra in cui basta percorrere pochi km per attraversare ere e culture diverse, dovute alle numerose invasioni.

All’epoca c’era persino una base Air Force americana, dove Ylenia ed io andavamo a scuola. Era come essere in America la mattina e in Puglia il pomeriggio. Poco a poco mio padre creo’ un villaggio dove alloggiavano famiglie americane.

Io fino al 1993 ero totalmente immerso nella cultura americana però in un contesto pugliese. La musica, i film, la tecnologia, l’informazione, i barbecue, il tutto prima che internet accorciasse le distanze. Poi nel 94 c’è stato un cambio epocale. In quell’anno scomparve Ylenia e chiusero la base Americana.

C’è un prima e un dopo Ylenia? Come siete sopravvissuti allo shock?

Per noi fu proprio uno shock affettivo e culturale, un cambiamento epocale sotto tanti punti di vista. Sono cambiate le connotazioni da quando è sparita Ylenia, da quando poi se n’è andata mia madre, a Cellino è cambiata completamente aria.
È come se fossimo stati travolti da un’onda anomala e non riconoscevo più il posto: secondo me non rispecchia il sogno iniziale per il quale è stato scelto e creato. Non c’è stata più affinità con lo spirito di un luogo creato sotto amore, pace, meditazione, musica, cultura, cinema, arte, positività, e mangiare genuino.

Adesso però state costruendo il vostro lieto fine, ci racconti del paradiso ritrovato?

Questo luogo è stato fondato per questo e quello che abbiamo inaugurato ad agosto è finalmente la continuazione di ciò per il quale questo posto è nato. È come se io mi fossi tenuto il fiato per 28 anni e finalmente, se lo vuoi chiamare Pranayama, come per la famosa tecnica di respirazione indiana, ho rilasciato il fiato con questo evento.

Sento inoltre che è ciò che vorrebbe Ylenia, a cui dedico il mio progetto, e che lei ne andrebbe fiera. Se fosse qui sarebbe la prima a darmi una mano.

È con questa nuova era di yoga e di cultura vedica, sposata alla filosofia greca, che ci ricongiungiamo al nostro obiettivo di vita originario. Ma qui c’è libertà, non si parla né di religione, né di casta, né di colore, né di credo, ma di una cultura del benessere psicofisico spirituale antica migliaia di anni, grazie a gente che prima di noi sull’Himalaya, attraverso una ricerca durata millenni, ci ha donato il non plus ultra per il benessere umano, come dire la raison d’être, la ragione di esistere su questa terra.

Con Swamiji, che studia scienze e pratiche vediche sin da bambino, stiamo continuando questo bel sogno, che porto con me, passando da Allen Ginsberg in quel di New York fino al Monte Kailash in Tibet, la dimora terrestre del Dio Shiva, e che ora disseminiamo in Puglia, terra che io considero sacra.

Novembre, prossimo ritiro e prossima tappa: si affronterà il tema delle relazioni

L’esperienza del ritiro si ripeterà nella prima settimana di Novembre. Questa volta ci sarà anche un incontro e concerto di mantra finale nel teatro Paisiello di Lecce, il 6 Novembre. In più, sabato 5 Swamiji affronterà il tema delle relazioni e insegnerà come relazionarsi consapevolmente.

Ringraziamo Yari per averci fatto scoprire un mondo così prezioso per l’anima.

Leggi anche: Cos’è il Drunk Yoga e perché è la disciplina ideale per combattere lo stress

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
[adning id="39972"]