Artemis 2024, la collaborazione tra SpaceX e NASA porterà la prima donna sulla Luna

Il contratto tra l’agenzia spaziale e l’azienda di Musk firmato nell’ambito del programma Artemis 2024: sarà la prima volta per una donna sul suolo lunare.

Linda Scattolini
Linda Scattolini
Umbra. Da sempre appassionata di scrittura e comunicazione, ama le lingue e la letteratura straniera. Dalla maggiore età ha collaborato con testate e tv locali, co-condotto in dirette web e radio, cercando. Amante di cronaca, politica e dei dibattiti sui temi attuali in chiave socioculturale.
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La NASA sceglie SpaceX per riportare gli astronauti statunitensi sulla Luna. Un progetto, quello di Elon Musk, da 2,8 miliardi di dollari, destinato a portare il primo veicolo commerciale (il lander), nonché l’essere umano, sul suolo lunare.

Il contratto tra l’agenzia spaziale e l’azienda è stato firmato nell’ambito del programma di allunaggio Artemis, puntando al ritorno della specie umana sulla Luna per il 2024.

L’importante novità, dopo mezzo secolo dalla passeggiata sul satellite di Neil Armstrong, è la partecipazione della prima donna astronauta alla spedizione. Un vero e proprio cambiamento, secondo la NASA, che prevede anche la partecipazione futura della prima persona di colore.

SpaceX, la sfida tra imprenditori miliardari

Un altro sogno che si avvera per il terzo uomo più ricco del mondo. Elon Musk – recentemente autoproclamato «Imperatore di Marte» – ha battuto l’azienda aerospaziale Blue Origin di Jeff Bezos, il quale aveva già formato una cosiddetta “squadra nazionale”, e la Dynetics di Leidos Holdings, che lo scorso anno ha siglato, per questo appalto, un accordo con l’italiana Thales Alenia Space (Thales, 67% francese e Leonardo, 33% italiana).

SpaceX è stata, inoltre, la prima azienda privata a inviare un equipaggio alla Stazione spaziale internazionale. Una missione, che ha permesso interamente all’America di compiere l’impresa dopo la soppressione del programma Shuttle nel 2011.

Leggi anche: SpaceX riporta gli americani nello spazio. Elon Musk: “Missione epocale”

Programma Artemis: chi sarà la “gemella” di Armstrong?

spacex luna

Ancora nessuna certezza relativa al nome della prima donna che toccherà il suolo lunare. Di sicuro, la presenza femminile a mezzo secolo dall’ultima missione Apollo. Non a caso, il nome del nuovo programma è dedicato alla dea greca della Luna e sorella gemella del dio, Artemide.

Le donne candidate alla missione Artemis

Tra i nomi degli astronauti statunitensi della squadra Artemis, diffusi lo scorso 10 dicembre 2020, ecco quelli cui, probabilmente, comparirà la prima astronauta ad atterrare sul satellite naturale della Terra: Kayla Barron, Christina Koch, Nicole Mann, Anne McClain, Jessica Meir, Jasmin Moghbeli, Kate Rubins, Stephanie Wilson e Jessica Watkins.

“Dovremmo realizzare il prossimo atterraggio il più presto possibile”, afferma l’amministratore ad interim della Nasa, Steve Jurczyk, durante una conferenza stampa in streaming da Cape Carnival.

“Questo è un momento incredibile – prosegue – per essere coinvolti nell’esplorazione umana, per tutta l’umanità.”

Le donne nello spazio: dalla Guerra Fredda ad oggi

1963, programma Vostok. Due anni dopo Jurij Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio, i sovietici lanciano Valentina Tereskova. Come mai, allora, tale clamore per il volo del gentil sesso verso la Luna?

Già dai tempi delle missioni russe, mentre la spedizione del primo uomo suscita enorme stupore nel nemico statunitense, al contrario la notizia della prima donna dello spazio viene etichettata come propaganda.

Eppure non mancavano aviatrici esperte negli USA. Un primo tentativo di cambiare le carte in tavola risale tra il 1960 e il 1962, da parte di un gruppo di tredici donne pilote e descritto nel libro Mercury 13 di Martha Ackmann. Fallito, purtroppo, a causa del disinteresse della NASA.

Dopo tanti sforzi, dall’entrata in politica dell’aviatrice e moglie di un senatore, Jane Hart, all’incontro con il vicepresidente Lyndon Johnson, un’audizione parlamentare per discutere delle “eventuali” discriminazioni messe in atto dall’agenzia nella selezione degli aviatori. Le testimonianze delle protagoniste, ora ultraottantenni, sono state raccolte da Netflix nella serie omonima del libro.

Bisogna attendere, perciò, il 1983 per la prima donna astronauta americana Sally Ride, che volò a bordo dello Space Shuttle Challenger nella missione STS-7.

Lo stesso veicolo che, nel 1986, provocava la morte della seconda astronauta americana, Judith Resnik, e dell’insegnante Christa McAuliffe, per il progetto “Teacher in Space”.

Il primato di Mae Jeminson, prima donna di colore a viaggiare nello spazio

Prima astronauta di colore nello spazio invece è stata Mae Jeminson, volando, nel 1992, a bordo dell’STS-47.

Per molto tempo, l’ambiente è rimasto orientato, in prevalenza, verso il genere maschile. Negli ultimi anni in particolare, sono avvenuti mutamenti sostanziali a riguardo: si pensi alla prima passeggiata per sole donne, condotta il 18 ottobre 2019, proprio dalle astronaute Christina Koch e Jessica Meir.

Tra i record spaziali al femminile relativi agli ultimi anni, nel 2019 Peggy Whitson è l’astronauta che ha effettuato il maggior numero di passeggiate, trascorrendo in totale 665 giorni lontana dalla Terra, mentre “AstroChristina” Koch diviene la donna con più giorni consecutivi, pari a 328.

Prima di Whitson e Koch, con quasi duecento giorni nella Stazione Spaziale, l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha detenuto il record europeo femminile.

Il programma Artemis: la collaborazione tra NASA e SpaceX

Quattro astronauti nell’orbita lunare a bordo del nuovo grande lanciatore della Nasa, lo Space Launch System (SLS). Realizzato in collaborazione con SpaceX, il mezzo trasporterà fisicamente gli astronauti sul suolo lunare per poi decollare un’altra volta verso lo spazio. Mentre la base di partenza, perciò, avverrà con il sistema di lancio della NASA, gli astronauti rimarranno a bordo della navicella spaziale Orion.

Una volta in orbita lunare, gli aviatori si trasferiranno in una variante dello StarShip – il razzo riutilizzabile della SpaceX – lo Human Landing System (HLS), il quale dovrà avere la capacità di attendere gli astronauti per cento giorni.

La missione prevede, secondo i piani della Nasa, che gli astronauti restino sulla Luna per una settimana. Al termine, il lander li riporterà a bordo di Orion, raggiungendo i colleghi per il ritorno sulla Terra.

Leggi anche: Asteroide in rotta di collisione con la Terra, NASA: “Possibile impatto nel 2022”

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