Aprile 2020, perché non lo dimenticheremo

Aprile 2020 e il mondo nella nebbia della pandemia: sarà un mese difficile da dimenticare. Ecco le vicende che lo hanno segnato.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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APRILE 2020, facciamo un salto indietro nel tempo e ripercorriamo il secondo mese di lock-down, il mondo è nella nebbia causata dalla pandemia. Oggi, almeno dalla nostra prospettiva italiana sembra che tutto sia svanito del nulla, eppure Aprile 2020 sarà un mese difficile da dimenticare. Ecco le vicende mondiali che lo hanno segnato.

La morte dello scrittore Sepùlveda, malinconia sulla malinconia

A fine aprile i contagi mondiali sono quasi tre milioni e i morti sono ancora tanti, tra cui purtroppo icone del nostro tempo come Luis Sepùlveda, cantore della comunità e dei diritti dell’uomo, famoso per il tenero racconto de La Gabbianella e il Gatto, e il suo assioma di coraggio che ha fatto il giro del mondo: “In amore vola solo chi osa”.

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Lo spettacolo dei negazionisti che si ricredono sul virus


Anche i più ostinati negazionisti si sono dovuti ricredere sul virus e sulle strategie da applicare nel loro paese. Come paguri si sono chiusi in fretta nel loro guscio Inghilterra, Danimarca, Giappone, Svezia. Anche per la Russia è giunto il tempo di dire come stanno le cose e ammettere quanto il sistema sanitario sia messo a dura prova.

Solo Trump imperversa nel voler sostenere il PIL a tutti i costi

Trump è indifferente ai più di 900.000 contagi e alla perdita di 50.000 vite umane solo negli USA in cui, fatta eccezione per alcuni stati come California e New York, non vengono prese particolari misure restrittive per contenere la diffusione del Covid-19.

La pandemia sta rivelando i limiti delle politiche neoliberiste dove il bene comune non coincide più con il benessere del cittadino inteso come welfare. Le falle dei sistemi sanitari di tutti i paesi, indeboliti dai numerosi tagli, stanno dicendo chiaro dove si è sbagliato. Resta il fatto che purtroppo lo stato quasi ovunque non sia più retto dal patto sociale con i cittadini, ma è considerato un’azienda in cui regna sovrano il profitto.

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La parola più pronunciata è crisi, recessione globale

Quella che il Fondo Monetario Internazionale definisce “senza precedenti”, e in Europa si fa fatica a trovare un accordo per correre in aiuto dei paesi più in difficoltà. Anche qui le priorità non sono certo conformi ai valori su cui in teoria era stata fondata l’Unione europea, come la solidarietà, nonostante le scuse all’Italia della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyer che ha detto che c’è voluto tempo perché tutti capissero che dobbiamo aiutarci a vicenda.

Il caos e la nebbia sono dilaganti: ognuno dice la sua sul Covid

Le informazioni sul nuovo virus sono contraddittorie, non se ne capisce ancora nulla e ognuno dice la sua.
Ancora una volta si distingue per “arguzia” il Presidente degli Stati Uniti che mette in discussione la scienza consigliando iniezioni di disinfettante o esposizione ai raggi UVA come terapia anti Covid, generando il totale dissenso del capo della sua task force contro il virus, Fauci, con cui si crea una vera e propria frattura.

Si bussa a Pechino per le spiegazioni sull’origine del virus


In molti cominciano a chiedere trasparenza a Pechino sulle origini del virus, la Cina è ritenuta da molti, Trump in testa, la responsabile della pandemia e l’OMS viene accusata di aver dato l’allarme in ritardo.

È caos anche dal punto di vista della strategia contro la pandemia, che dovrebbe essere quanto mai condivisa da tutti i paesi, trattandosi di un problema che affligge l’intero pianeta. Manca una chiara leadership contro il COVID-19, i leader mondiali non sono in grado di fare fronte compatto, a dispetto dello slogan “Uniti ce la faremo”.

Il fatto che Trump e Xi-Jinping siano gli unici due a disertare la chiamata globale dell’OMS per la ricerca del vaccino ne è un chiaro esempio.  

L’imperativo quasi ovunque nel mondo è “Restiamo a casa”

In Italia inseguimenti con droni, volanti della polizia, multe salatissime, controlli serratissimi, chiudono le maglie di una rete per la verità già fitta, per cui difficilmente si eludono le restrizioni del lock-down.
Metodi ancora più coercitivi in alcuni paesi come le Filippine, dove il presidente Duterte ordina di sparare a vista contro chi non rispetta il lock down.

La quarantena è un privilegio: il dramma dei senzatetto

Qualcuno si lamenta di dover stare chiuso in casa senza calcolare che la quarantena è per privilegiati: c’è chi non la può fare perché non ha proprio una casa, abita per strada, in carcere o in un centro di accoglienza dove mancano mascherine e disinfettante.
C’è anche chi invece è costretto a stare a stretto contatto con il proprio aguzzino senza vie di fuga, come troppe donne, bambini e bambine. Le richieste di aiuto ai centri anti violenza nel mese di marzo sono raddoppiate.

L’agitazione nelle piazze


Sorprese dall’arrivo del Covid, le piazze di mezzo mondo, infuocate da proteste di diverso tipo, si erano svuotate. Ad aprile però la tensione sale di nuovo e di più. Piazze e strade ricominciano a riempirsi con proteste e manifestazioni, come in Libano per la crisi sempre più disastrosa, come negli USA, contro le misure restrittive del lock-down e la conseguente crisi economica.

La crisi economica e l’esplosione della bomba sociale sono minacce sempre più vicine e tangibili e i governi si affrettano a calmare il clima teso predisponendo la fine del lock-down, in disaccordo con gli scienziati che la ritengono prematura e pericolosa. Ad ogni modo, si avvicina la fase due, la fase dei compromessi da rispettare severamente, pena la ripresa del virus. 

Ovunque non si sente parlare di altro che di pandemia, mentre continuano a succedere cose nel mondo, all’ombra del COVID.

Usa, la produzione di armi militari è spaventosa

La produzione e gli acquisti nel settore militare mostrano numeri spaventosi. Anzi, negli USA proprio il coronavirus sta facendo lievitare gli acquisti di armi per via dello stato di allerta percepito dagli americani come una situazione sociale ed economica pericolosa.

Una situazione mondiale che vede sprofondare ancora di più i paesi in difficoltà di cui qualcuno starebbe tentando di approfittare. Per questo il Peace US Council ha lanciato una lettera aperta alle Nazioni Unite e al governo USA chiedendo di bloccare l’imposizione da parte del governo degli Stati Uniti di sanzioni e presenza militare a più di trenta paesi.

Ungheria, Orban vieta il cambio di sesso ai transgender

Orban ottiene i pieni poteri dopo aver gradualmente dirottato la democrazia in autoritarismo e vieta il cambio di sesso ai transgender. La pandemia avvantaggia anche in Ungheria il sedicente uomo forte, a discapito delle categorie di persone più fragili e discriminate.

Libia, i rifugiati affollano i centri di detenzione libici


A proposito di armi e armamenti, l’Unione Europea lancia la missione Irini nel Mediterraneo, volta a garantire il rispetto dell’embargo sulle armi stabilito dalla risoluzione ONU del 2016, embargo regolarmente violato via terra, via aria e via mare.

Intanto continuano i sanguinosi scontri tra le fazioni di Aftar e Serraj, il quale risponde alla controffensiva del nemico con una missione paradossalmente chiamata “tempesta di pace”.

I rifugiati continuano ad affollare i centri di detenzione libici nella speranza di imbarcarsi per attraversare quel tratto di mare che li separa dalla sognata libertà ma vengono lasciati ancora più soli perché Italia, Malta e Libia dichiarano i propri porti “non sicuri”

Siria, un paese diviso dai controlli


Anche in Siria continuano tensioni e scontri. Il paese di fatto è diviso tra territori controllati dalla Turchia e territori controllati dalla polizia militare russa.

Israele, la preoccupazioni del contagio sulla Striscia di Gaza


Mentre Israele all’ombra del Covid prepara l’annessione di sostanziali porzioni di territorio in Cisgiordania, supportata dal piano di Trump per la pace in Palestina, destano particolari preoccupazioni le conseguenze che la diffusione dei contagi potrebbe avere nella Striscia di Gaza.

Italia, resta sospeso il caso Regeni all’ombra mediatica Covid

Il nostro paese non sembra esser da meno. Mentre i mass media non parlano che di coronavirus, Fincantieri annuncia una maxi gara per la costruzione di fregate alla Navy statunitense e ordina la costruzione due sommergibili per la Marina Militare, il cui beneficiario sarebbe L’Egitto, un paese in cui i diritti umani vengono regolarmente violati e con cui l’Italia ha ancora in sospeso il caso Regeni e l’arresto ingiustificato di Patrick Zaky.

Africa, l’epidemia raggiunge 46 su 54 paesi


46 di 54 Paesi africani sono stati raggiunti dall’epidemia. La quarantena in Africa è impossibile.
Fortunatamente si è capito che i paesi poveri non possono fronteggiare la pandemia e contemporaneamente pagare i debiti, che andrebbero cancellati, come ha chiesto Macron per i paesi africani. Così il G20 ha congelato per un anno il debito dei Paesi più poveri, liberando 20 miliardi di dollari da spendere per combattere il coronavirus.

Il Covid e l’eclissi del Climate Change

Ma il problema globale oscurato più di tutti dalla pandemia è quello del cambio climatico. Il 22 Aprile si è celebrato l’Earth Day: ora più che mai, in un momento di crisi come quello presente, è importante non perdere di vista gli impegni internazionali presi in materia di ambiente e clima e riconsiderare il nostro impatto ambientale.

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di Cecilia Capanna

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