Febbraio 2020, tutto quello che è successo nel mondo

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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1. Il Coronavirus riscrive l’agenda del G20 economico in Arabia Saudita

Il mese di febbraio si apre con la data palindroma 02-02-2020. Molti eventi storici purtroppo o per fortuna possono essere letti come palindromi, senza evoluzione in una sola direzione, di fatto un passo avanti e subito dopo un passo indietro. Speriamo che sia il caso dell’epidemia da Codiv-19 scoppiata in Cina e ormai diffusasi in buona parte del globo, che minaccia di lasciare dietro di sé confini chiusi dappertutto, soprattutto agli italiani in questo momento considerati gli untori del mondo, migliaia di vittime e una catastrofe economica mondiale tanto che il Coronavirus riscrive l’agenda del G20 economico in Arabia Saudita.

2. Usa, tra l’Impeachment di Trump e le elezioni

Di sicuro è palindromo l’Impeachment di Trump che è finito in un nulla di fatto nonostante lo scottante libro di Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale nominato dal presidente e poi licenziato, che non è stato ascoltato in sede di procedimento per decisione della senatrice repubblicana Lisa Murgowski, oppostasi alla richiesta democratica di sentire nuovi testimoni. Questo episodio è particolarmente grave e allarmante: il sistema di check and balance non esiste più. Oramai tutto è possibile e chi ne fa le spese è la democrazia. Roberto Savio analizza il preoccupante declino della democrazia americana. C’è anche chi prova a ripensare il meccanismo dell’impeachment per migliorarlo. Forte di questa vittoria, Trump a questo punto ha cominciato a vendicarsi purgando Alexander Vindman e Gordon Sondland, due dei testimoni chiave alla Camera, che hanno perso i propri incarichi alla Casa Bianca. E dopo aver elencato i suoi supposti successi allo State of the Union, ha declamato spavaldo e con l’eco “The best is yet to come”, mentre alle sue spalle Nancy Pelosi faceva a brandelli la copia del suo discorso.

3. L’improvvisa morte di Kobe Bryant e la propaganda di Trump

Nel frattempo gli Stati Uniti vengono scossi dalla morte improvvisa del giocatore di pallacanestro Kobe Bryant e di sua figlia, precipitati durante un viaggio in elicottero, e Trump continua la sua propaganda in vista delle elezioni 2020: • Lancia il piano di pace in Palestina criticato da tutto il mondo musulmano • Allarga il Travel Muslim Ban a nuovi paesi • Non molla il vecchio cavallo di battaglia della lotta al terrorismo annunciando la morte del capo di Al Quaeda grazie a un raid USA in Yemen • Insiste con il muro del Messico • Si pavoneggia degli armamenti USA in terra con un tweet dopo l’uccisione di Soleimani, sicuro che i posti di lavoro nell’industria bellica/militare siano la chiave della sua rielezione • Progetta armamenti USA in cielo con lo Space Force, con la firma del Defense Bill 2020, e si impegna a far tornare l’uomo sulla luna entro il 2024, anno della fine del suo eventuale secondo mandato. Intanto i caucus dei Dem vedono in testa Bernie Sanders, che con buone probabilità sarà lo sfidante di Trump e che si rinforza anche dopo i primi contagi americani da Covid-19, in virtù del suo programma che prevede un Health Care universale in un paese dove le cure sono riservate solo ai ricchi e che rischia l’ecatombe, in caso di epidemia massiva, di chi non può permettersi l’assicurazione medica.

4. L’Iran si accorge degli eccessi di Trump

In Iran qualcuno si è accorto degli eccessi di Trump e il Senato ha approvato un documento bipartisan che vincola ogni ordine da parte del Presidente di attacchi contro l’Iran, previa consultazione del Congresso. Documento che purtroppo difficilmente supererà il veto presidenziale. Mentre le elezioni in Iran hanno visto la vittoria dei conservatori, aiutati dalle bombe USA e dall’uccisione di Soleimani, per cui si può dire addio al riformismo Rohani. Il post elezioni si prevede ancora più aggressivo, secondo l’analisi di Annalisa Pretreghella dell’ISPI.

5. Afghanistan, 12.000 truppe americane sul territorio afgano

Il conflitto in Afghanistan è il più lungo nella storia moderna degli USA, ci sono attualmente più di 12.000 truppe americane su territorio afgano. Fortunatamente procedono i negoziati per un accordo di pace USA-Talebani anche se intralciati dall’ostinazione di Trump nel voler lasciare almeno 8.600 truppe in Afghanistan.

6. Iraq verso il cambiamento

Mentre un razzo Katyusha colpisce una base americana in Iraq, nella provincia di Kirkuk, ma senza fare vittime, sulle strade di Bagdad continuano le proteste per il cambiamento: non si torna indietro, la rivoluzione degli iracheni continua.

7. Tra Russia e Turchia

Caos in Libia – Palindroma e finita in un nulla di fatto anche la conferenza di Berlino chiamata dal Cremlino per risolvere la guerra in Libia che vede schierati Russia, Egitto e Arabia Saudita dalla parte del generale Khalifa Haftar e Turchia dalla parte del governo di unità nazionale di Fayez al-Sarraj. Embargo delle armi violato, si disintegra quanto rimaneva del coprifuoco sotto i bombardamenti di Haftar, che ha sostanzialmente ripreso l’assedio di Tripoli. Il Ministro degli esteri italiano Di Maio è volato in Libia e ha incontrato prima il capo del governo di Tripoli e poi il generale leader dell’Esercito nazionale libico. Sul tavolo anche il discusso memorandum sui migranti e la questione del blocco delle esportazioni di petrolio dopo la chiusura, da parte del generale, dei terminal in Cirenaica. Alla Munich Security Conference il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha chiesto una missione europea per far rispettare quanto stabilito dall’ONU e il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea ha dunque deciso all’unanimità che l’operazione Sophia, in scadenza a fine marzo, sarà sostituita da una nuova missione nel Mediterraneo.

8. Siria, l’ennesima catastrofe umanitaria

Catastrofe umanitaria in Siria – Dopo 9 anni di guerra, l’esercito siriano si è ripreso pezzo pezzo i territori espugnati dai ribelli. Assad riconquista Saraqeb e si avvicina all’ultima roccaforte di Idlib, occupata dai ribelli sostenuti dalla Turchia che ha mandato rinforzi per costringere le truppe di Damasco a ritirarsi ma ha subito un attacco rovinoso per cui la NATO ha espresso la sua solidarietà. Erdogan ha inoltre dichiarato di non bloccare più il transito dei migranti verso l’Europa per cui si prevedono nuovi flussi migratori di profughi siriani attraverso la Grecia che già li sta respingendo con violenza. L’ONU stima che siano 900 gli sfollati e che ci si trovi di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria. L’analisi di ISPI: Siria, la morsa su Idlib, tra Russia e Turchia.

9. L’italia e l’Egitto: le sparizioni di Giulio Regeni e Patrick Zaky restano impunite

Mentre la pratica incontrollata delle sparizioni egiziane, come quella di Giulio Regeni, resta ancora impunita, un altro giovane ricercatore, Patrick Zaky, è stato arrestato in Egitto appena atterrato da Bologna ma il governo Italiano, piuttosto che fare la voce grossa, fa nuovi accordi con Al Sisi.

10. Il caldo record: 20, 7 gradi in Antartide

Il clima di questo febbraio è caldo anche nel vero senso della parola, si sono raggiunte temperature record fino in Antartide dove si è distaccato un iceberg grande quanto Malta. Il cambiamento climatico sarà reversibile, sarà palindromo?

11. Una Brexit irreversibile

La Brexit ormai è in vigore e non si è trovato un accordo al vertice dei leader europei sul bilancio 2021-2027 che devono far fronte all’ammanco di 75 miliardi di euro di contributi, che prima venivano versati dal Regno Unito. Le casse piangono e ci si chiede anche cosa ne sarà del Green Deal. Secondo Forbes non ci sono fondi sufficienti. Intanto a Londra si sta svolgendo il processo per l’estradizione di Julian Assange, nonostante il Consiglio di Europa abbia stabilito che deve essere rilasciato e deve essere vietata la sua estradizione negli USA. E in Irlanda il risultato elettorale ottenuto del Sinn Féin rappresenta un momento di svolta storico per cui si apre una nuova stagione politica. A proposito di elezioni e di interferenze dei social nelle stesse, Mark Zuckerberg a Bruxelles ha ricordato ai commissari europei le responsabilità dei legislatori e dei governi, ricevendo in cambio un freddo invito a fare più attenzione al materiale illegale sulle sue piattaforme. L’UE vuole dettare le regole del mondo tecnologico. Leggi anche: Gennaio 2020, tutto quello che è accaduto nel mondo di Cecilia Capanna

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