Parco Agrisolare: 1,5 miliardi di euro per solarizzare le aziende agricole

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha firmato il decreto che sancisce l’elargizione al Progetto Agrisolare del PNRR di 1,5 miliardi di euro per finanziare la solarizzazione degli edifici della filiera agroalimentare.

Ultimo step prima del via libera alla legge è il passaggio del decreto all’attenzione della Commissione Europea che dovrà validarne i contenuti.

Cos’è il progetto Parco Agrisolare?

Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha individuato una serie di 6 capitoli, chiamati missioni, tra cui quella pertinente alla sfera dell’agricoltura.

Nell’ambito tematico di riferimento è quello della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, il ministero ha individuato due sotto capitoli, la componente 2.1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” e l’investimento 2.2 “Parco Agrisolare”.

Si tratta dunque di uno degli obiettivi più importanti del piano strategico che intende portare l’Italia alla decarbonizzazione e al rispetto degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Leggi anche: Transizione ecologica: cos’è e come vengono impiegati i fondi del Pnrr

Obiettivi del progetto Parco Agrisolare

Parco Agrisolare_2

La relazione esplicativa in merito al Parco Agrisolare mette in luce quali siano gli obiettivi che vuole perpetrare nel quadro della transizione ecologica.

Primo fra tutti, naturalmente, è quello di ricorrere sempre più intensivamente alle risorse rinnovabili come fonte di produzione e approvvigionamento di energia elettrica per ridurre le emissioni e la dipendenza da combustibili fossili.

In secondo luogo, specie per quello che concerne capannoni, edifici agricoli e strutture di vecchia data, il progetto mira a debellare anche le emissioni inquinanti derivanti da materiali nocivi, come l’amianto, attraverso una politica di rinnovamento dei caseggiati.

Non meno importante l’aspetto economico, che permetterebbe alle aziende di ridurre i costi per l’energia, molto gravosi in questo settore a causa delle lavorazioni delle merci.

Come ha ricordato il ministro stesso: “non vogliamo trasformare in aziende energetiche le aziende agricole ma dobbiamo dare un supporto al reddito degli agricoltori italiani. In un momento in cui il costo dell’energia rappresenta una vera criticità di tutti i sistemi produttivi, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da parte delle Pmi dell’agroalimentare italiano è un obiettivo che non possiamo assolutamente fallire”.

Il Parco Agrisolare, quindi, risponde agli obiettivi del Grean Deal europeo, in ottica di economia circolare, sostenibilità dei processi di produzione e di innovazione tecnologica.

Più sole meno suolo

Lo scopo ultimo del decreto è quello di incentivare l’installazione di moduli fotovoltaici in corrispondenza delle aziende agricole, zootecniche e agroindustriali, senza tuttavia che questo comporti il consumo del suolo.

Si tratta di coprire circa 4,3 milioni di metri quadri di tetti e solai che, una volta ammantati da pannelli fotovoltaici, potrebbero generare una potenza di 0,43 GW, prevedendo contestualmente la riqualificazione degli edifici contemplati.

In questo modo l’intera filiera agroalimentare ridurrebbe notevolmente la sua impronta carbonica, migliorando di fatto le condizioni di vita di animali, comunità e cittadini.

Leggi anche: Agrivoltaico, la sinergia tra agricoltura e pannelli solari

Per quali interventi si può richiedere l’adesione al progetto?

Parco Agrisolare 3

Le categorie di intervento per le quali il finanziamento statale è stato stanziato sono varie, e spaziano dall’installazione di impianti fotovoltaici per l’autoconsumo aziendale ai lavori di rimozione di materiali inquinanti, dall’isolamento termico degli edifici all’implementazione di sistemi di aerazione funzionale.

Il finanziamento coprirà dunque anche tutte le spese di progettazione e asseverazione, lo smaltimento di materiali pericolosi, la demolizione e la ricostruzione delle strutture ove necessario, i costi di connessione alla rete nazionale dei servizi e la direzione lavori.

Condizioni e beneficiari

Possono fare richiesta di incentivo gli imprenditori agricoli professionali, i coltivatori diretti e le imprese agroindustriali a patto che abbiano un volume di affari superiore ai 7.000 euro l’anno.

Il tetto massimo di richiesta è fissato a 250.000 euro per impianti fotovoltaici da almeno 10kWp e che non superino i 300kWp di potenza.

Un’attenzione particolare è riservata al Sud Italia, dato che il 40% delle risorse di finanziamento saranno destinate alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Leggi anche: Fotovoltaico e impollinatori, nuove prospettive per l’agrivoltaico

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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