AIFA impugna il ricorso al TAR del Comitato Terapia Domiciliare Covid 19 su Tachipirina e vigile attesa. Grimaldi: “senza parole”

Il Ministero della Salute con l'AIFA impugna il ricorso al TAR vinto da Comitato Terapia Domiciliare Covid 19, mentre il Senato dà il via al protocollo unico proprio con i medici della rete.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Il Ministero della Salute con l’AIFA impugna il ricorso al TAR vinto dal Comitato Terapia Domiciliare Covid 19 lo scorso 6 aprile, per cui veniva a decadere la nota AIFA con le linee guida “Tachipirina e vigile attesa di 72 ore” per la cura dei sintomatici a casa. Cosa che ha lasciato i medici della rete e il Presidente Erich Grimaldi “senza parole”.

Il ricorso in appello presentato al Consiglio di Stato da parte del Ministero della Salute e di AIFA significa di base che Tachipirina e vigile attesa resterebbero le uniche linee guida corrette per curare a casa i malati di Covid, nonostante la rete di più di mille medici sul campo ne abbia dimostrato non solo l’inefficacia, ma anche la pericolosità. Tale approccio di cura, infatti, non sarebbe sufficiente a bloccare la degenerazione del virus e l’attesa di 72 ore impedirebbe l’intervento tempestivo e di conseguenza le cure necessarie ad evitare al paziente il ricovero in ospedale.

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AIFA impugna il ricorso al TAR e va contro il Senato?

Il Ministero della Salute con l’AIFA impugna il ricorso al TAR che ha sospeso la nota risalente addirittura allo scorso dicembre, mentre invece il Senato della Repubblica l’8 aprile scorso ha votato quasi all’unanimità la necessità di rivedere le vecchie linee guida e di mettere a punto un protocollo unico per la cura domiciliare precoce, tenendo conto delle esperienze dei medici del territorio.

In un momento tragico come quello che l’Italia e il mondo intero stanno vivendo, le istituzioni si spaccano, si contraddicono invece di dialogare e di supportare la rete di medici che da un anno si spendono per risolvere il dramma del Covid.

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La libertà prescrittiva e la libertà di cura dei medici

Inoltre, il punto cruciale di quella vittoria del Comitato Terapia Domiciliare Covid 19, mentre ora AIFA impugna il ricorso al TAR, riguarda il diritto dei medici di agire liberamente secondo scienza e coscienza, un diritto imprescindibile dal diritto del cittadino alla salute e di ricevere cure appropriate, come sancito dalla Costituzione. Infatti i giudici amministrativi lo scorso 7 marzo hanno riconosciuto quel ricorso:

fondato in relazione alla richiesta dei medici di far valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza in sede sia civile che penale, di prescrivere i farmaci che ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza e che non può essere compresso nell’ottica di un’attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi.

Grimaldi incontrerà i vertici AGENAS

Un’ulteriore fatto a dimostrazione della situazione incongruente è che proprio il Ministero della Salute, mentre da una parte con AIFA impugna il ricorso al TAR, dall’altra abbia fatto da tramite perché l’Avv. Erich Grimaldi ottenesse l’incontro con i vertici AGENAS fissato per venerdì prossimo 24 aprile.

Un incontro definito:

Utile e necessario proprio per affrontare il tema della cura domiciliare precoce, inclusa l’esposizione dello schema terapeutico proposto sulla base delle evidenze raccolte dagli oltre mille medici del nostro gruppo in un anno di supporto domiciliare, e l’istituzione del tavolo di lavoro per la redazione di un nuovo protocollo nazionale di cura domiciliare precoce.

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Appello al Ministro Speranza

A concludere il comunicato firmato da Erich Grimaldi, in cui il Comitato Terapia Domiciliare Covid 19 si è mostrato sgomento perché AIFA impugna il ricorso al TAR, viene fatto un appello al Ministro della Salute Roberto Speranza:

Come ben emerso dal voto del Senato, il Comitato lavora strenuamente da oltre un anno nel tentativo di dialogare con le istituzioni, nell’interesse della comune battaglia alla pandemia, affinché il lavoro e le evidenze raccolte sul campo dai nostri medici possano trasformarsi in prezioso patrimonio di informazione clinica a supporto del cambiamento delle linee guida nazionali per le cure domiciliari precoci, ma il Ministero della Salute ed Aifa hanno deciso, evidentemente, di fare marcia indietro e di prendere una diversa direzione. Non solo rispetto al comitato, ma al Senato della Repubblica.

Chiediamo quindi al Ministro della Salute Speranza delucidazioni in merito alla decisione di ricorrere in Appello, alla luce dell’opposto indirizzo votato dal Senato e delle costanti rassicurazioni che i diversi rappresentanti del suo stesso ministero ci hanno fatto pervenire, circa la volontà di ascoltare i nostri medici e collaborare nell’interesse della popolazione.

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