“L’acqua è bene comune”: dopo 10 anni finalmente riconosciuto l’esito del referendum

Caserta Decide indaga ed è perplessa nei confronti dell'Amministrazione Marino che decide di intervenire ad assicurare l'acqua come bene comune 'solo' dopo un decennio.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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L’acqua è bene comune senza rilevanza economica. Lo è da sempre e lo si è riconosciuto da ormai un decennio.

L’acqua non si vende perché è un bene essenziale. Senza moriremmo e vivere è un diritto inalienabile.

Il “Sì per l’Acqua Bene Comune” aveva già vinto nel referendum del 2011, quando è stato confermato che la maggioranza della popolazione fosse d’accordo sul preservare l’acqua come bene pubblico.

Eppure, che si cerchi di individuare un soggetto pubblico per la gestione del bene ‘solo’ dopo dieci anni, non può che destare sospetti.

Caserta Decide riflette, si pone domande e monitora la situazione.

“Sì per l’Acqua bene comune” dieci anni dopo: elezioni in vista?

Caserta Decide è stupita: l'esito del referendum sull'acqua viene accolto dopo 10 anni.

Caserta Decide è, come si apprende dal suo sito web, “un movimento di cittadini e cittadine che si danno da fare per cambiare Caserta, attraverso un metodo nuovo: la partecipazione!”

La notizia che dopo ben 10 anni, improvvisamente, si sia iniziato, finalmente, a sostenere la causa delle tante associazioni che a più riprese hanno richiesto l’attuazione degli esiti del referendum sull’acqua del giugno 2011 è stata accolta con molto stupore.

Allora, l’acqua, per la maggioranza, è, ma lo era già da un decennio, da considerarsi un bene pubblico. Che l’esito del referendum venga preso in considerazione solo dopo dieci anni, tuttavia, non può che cogliere di sorpresa e destare perplessità a Caserta Decide, ma non solo.

Le premesse citate nella delibera di G.C. n. 18 del 10 febbraio 2021 e gli indirizzi formulati al Dirigente del settore Lavori pubblici si muovono verso la “individuazione di un soggetto pubblico per la gestione del servizio idrico comunale”.

L’Amministrazione Marino ha infatti diffuso comunicati stampa in cui fa sapere di “condividere fortemente il concetto di acqua bene comune in contrasto con le politiche fondate sulla sua trasformazione in merce […]. L’acqua è un bene pubblico, rappresenta un diritto inalienabile”.

Ma, sarà perchè ci sono le elezioni in vista?

Leggi anche: Acqua quotata in Borsa come il petrolio, Kaufman: “Cosa potrebbe esserci di più catastrofico?”

Acqua bene comune, Caserta Decide vuole saperne di più

acqua pubblica referendum 2011

Non è chiaro, per genericità e ambiguità, se lo scopo dell’Amministrazione Marino sia effettivamente selezionare un soggetto “totalmente” pubblico o anche solo a maggioranza pubblica e con partecipazione, quindi, di privati nella gestione dell’acqua.

Ceserta Decide è piuttosto frastornata, soprattutto perché l’Amministrazione in questione non ha accompagnato l’atto di indirizzo alla modifica statutaria, da cui si evince che “l’acqua è un bene comune fondamentale alla vita, senza rilevanza economica”.

Caserta Decide promette di monitorare la situazione

Caserta Decide promette di monitorare la situazione in merito alla gestione dell'acqua pubblica

Oltre a mostrare ed esplicitare le proprie perplessità, Caserta Decide non può che essere più vigile nel seguire l’esito di questa delibera di indirizzo e, per quanto possibile, assicurarsi che il soggetto individuato nella gestione del bene non solo non abbia margine di profitto, ma non sia quotato in borsa o non si tratti “del solito carrozzone politico”.

Il soggetto designato dovrebbe essere in grado non solo di seguire l’intero ciclo del servizio idrico, dalle falde alla depurazione al riversamento nelle acque marine, ma anche di assicurare e monitorare la partecipazione popolare alle decisioni sulla gestione idrica, così come che siano effettivamente previste agevolazioni per tutti coloro che non dispongono delle risorse per garantirsi il diritto essenziale alla vita.

Infine, considerati i quasi trent’anni per provvedere ad una diversa gestione del servizio idrico nel territorio, Caserta Decide si oppone fortemente al rinnovo della concessione alla società attualmente concessionaria del servizio, anche nel caso di impossibilità di trovare il “giusto” soggetto pubblico.

Leggi anche: Rebibbia senza acqua in piena pandemia

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