Obama all’America: “Per vincere il razzismo serve la democrazia”

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Dopo la pubblicazione del video del bambino diventato virale Obama torna a parlare delle proteste in corso in America, pubblicando su Medium alcuni suoi pensieri e consigli. L’ex presidente degli Stati Uniti sostiene le proteste pacifiche e condanna quelle violente e augura ai giovani attivisti di sfruttare al meglio questo momento storico che potrebbe essere decisivo nella lotta al razzismo nella società americana. Lo strumento, dice Obama, è la democrazia. Bisogna però conoscerne le opportunità e il potere perché essa possa funzionare. Ha scritto:

Il senso della protesta è sensibilizzare l’opinione pubblica, puntare i riflettori sulle ingiustizie e mettere a disagio il potere. Ma alla fine, le aspirazioni devono tradursi in leggi e pratiche istituzionali specifiche. In una democrazia, ciò accade solo quando eleggiamo persone che rispondono alle nostre aspirazioni. Votare e partecipare alla politica elettorale non è una perdita di tempo. Servono proteste e politica per il cambiamento.

Il video virale

Il video della preghiera gospel del dodicenne Keedron Bryant è diventato virale al punto da essere condiviso anche dall’ex presidente Barack Obama nei primi giorni della protesta, che ha scritto:

La potente canzone di Keedron Bryant è servita per descrivere le frustrazioni che la gente nera sta provando. Angoscia condivisa da me e da milioni di altre persone.

Un canto emozionante e struggente. Il testo dice: Sono un ragazzo nero, faccio tutto il possibile per resistere, ma mi guardo intorno e vedo cosa viene fatto ogni giorno alla mia gente, vengo cacciato come una preda, la mia gente non vuole problemi, abbiamo già auto abbastanza difficoltà, voglio solo vivere, Dio proteggimi, voglio solo vivere, voglio solo vivere. Leggi anche: Caso Floyd, l’autopsia esclude la morte per asfissia o strangolamento

“Non cerchiamo di razionalizzare la violenza”

L’ondata di proteste che attraversa il paese rappresenta un legittimo sentimento di frustrazione, dice Obama. I continui fallimenti per riformare le pratiche della polizia e il sistema della giustizia penale negli USA scoraggiano l’opinione pubblica e la inducono alla sfiducia nei confronti della politica. Ma la violenza non è mai una soluzione. E scrive:

La stragrande maggioranza dei partecipanti alle proteste è stata pacifica, coraggiosa, responsabile e stimolante. D’altro canto, una piccola minoranza di persone che sono ricorse alla violenza, che si tratti di vera rabbia o mero opportunismo, sta mettendo a rischio persone innocenti. Quindi non giustifichiamo la violenza, non cerchiamo di razionalizzarla o di parteciparvi. Se vogliamo che il nostro sistema di giustizia penale, e più in generale la società americana, operino secondo un codice etico più elevato, allora dobbiamo modellarlo noi quel codice.

Non tutti gli americani sanno che

La politica americana non è solo presidenza e governo federale. Per avere un presidente, un congresso, un dipartimento di giustizia e un sistema giudiziario che riconoscano il ruolo corrosivo che il razzismo ha nella nostra società, bisogna cominciare dagli anelli più piccoli della catena. I funzionari che più contano nella riforma dei dipartimenti di polizia e del sistema di giustizia penale lavorano a livello statale e locale, dice Obama. E, sfortunatamente, l’affluenza alle urne in queste elezioni è pietosamente bassa. Ha scritto:

Sono i sindaci e le contee che nominano la maggior parte dei capi di polizia e negoziano accordi di contrattazione collettiva con i loro sindacati. Sono i procuratori distrettuali e i procuratori statali che decidono se indagare e nel caso accusare gli agenti coinvolti in comportamenti illeciti. Quelle sono tutte posizioni elettive e chi vince e chi perde in quei seggi è spesso determinato da poche migliaia o addirittura di poche centinaia di voti.

Leggi anche: Stati Uniti, arrestato l’agente responsabile dell’omicidio di George Floyd

La scelta non è tra proteste e politica

Bisogna fare entrambe le cose dice Obama. È giusto mobilitarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica, come anche esprimere il proprio voto per partecipare all’elezione dei candidati che lavoreranno alle riforme che si richiedono.

Più specifiche saranno le nostre richieste per riformare il corpo di polizia e la giustizia penale, più difficile sarà per i funzionari eletti limitarsi a sostenere la causa in pubblico per tornarsene poi a lavorare come nulla fosse una volta finite le proteste. Adattare le riforme per ogni comunità richiederà agli attivisti e alle organizzazioni locali di fare ricerche e di educare i loro concittadini su quali strategie possano funzionare meglio.

“Mettiamoci all’opera”

Come punto di partenza, c’è un rapporto utile e uno strumento sviluppato dalla Leadership Conference on Civil and Human Rights, entrambi basati sul lavoro della Task Force sulla Polizia del ventunesimo secolo formata quando Obama era alla Casa Bianca. E c’è un sito, presso la Fondazione Obama, che aggrega e indirizza verso risorse e organizzazioni utili che hanno combattuto la buona lotta a livello locale e nazionale per anni. Conclude l’ex presidente:

Questi ultimi mesi sono stati difficili e scoraggianti. Ma guardare l’attivismo dei giovani nelle ultime settimane mi fa sperare. Se, andando avanti, riusciremo a incanalare la nostra rabbia in azioni pacifiche, sostenute ed efficaci, allora questo momento potrà essere un vero punto di svolta nel lungo viaggio della nostra nazione per essere all’altezza dei nostri ideali più elevati. Mettiamoci all’opera.

Leggi anche: Richard Gere contro Matteo Salvini: “È un Baby Trump, stessa ignoranza e cattiva politica, ma vorrei incontrarlo” di Elza Coculo  

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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