“Handicappata a chi?” Sfatiamo la disabilità con l’intervista a Zoe Rondini

Dopo "Nata viva" arriva il nuovo saggio di Zoe Rondini "RaccontAbili, domande e risposte sulla disabilità", in cui parla anche di amore e sessualità.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Zoe Rondini non è solo una giovane scrittrice. Zoe Rondini è un vulcano, una vera forza della natura. È appena uscito il suo nuovo libro “RaccontAbili – domande e risposte sulla disabilità“, edito da EricksonLIVE: un altro importante mattone che si aggiunge al prezioso lavoro di questa incredibile donna. La sua missione? Spiegare la disabilità per farla conoscere, per sfatarne i pregiudizi e i tabu e facilitare l’inclusione delle persone disabili che ancora oggi purtroppo vengono spesso discriminate, quando non vengono ignorate.

Giornalista, blogger, esperta di sessualità e affettività per le persone disabili, scrittrice e saggista, Zoe Rondini è sempre più un punto di riferimento non solo per le persone con disabilità, condizione che vive in prima persona, ma per tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della disabilità perché familiari, insegnanti, medici, amici di una persona disabile.

RaccontAbili, il vademecum per capire la disabilità

L’ultimo libro di Zoe Rondini si intitola “RaccontAbili, domande e risposte sulla disabilità“, edito da EricksonLIVE. Si tratta di una raccolta di racconti di chi vive la disabilità da diversi punti di vista, con contributi di personaggi come i professori Serena Veggetti, Nicola Siciliani de Cumis e Adriano Bompiani. L’autrice spiega:

Ho fatto delle domande a 30 persone su tematiche come la famiglia, il lavoro, il tempo libero, l’università. Di fatto sono domande di vita di ognuno di noi, di ogni persona. Attraverso queste 30 interviste si racconta la vita di ognuno di noi ma dal punto di vista delle disabilità.

RaccontAbili è un vademecum “tra il saggio, l’inchiesta e l’intervista polifonica” in cui il racconto degli “Abili a raccontare” è lo strumento per spiegare e far conoscere senza tabu e veli il mondo della disabilità anche a chi ne sa poco e ne ha una visione parziale, limitata, a volte distorta.

Zoe Rondini:”Se mi chiedono di correre non ce la faccio, ma se mi chiedono di scrivere vado a nozze”

Zoe Rondini- RaccontAbili

Zoe Rondini ci ha raccontato come le persone disabili, a partire dal termine stesso con cui sono state categorizzate, vengano connotate al negativo, riconosciute per i loro deficit, per quello che non riescono a fare. Sarebbe ora di considerarle al positivo per i loro talenti e le loro capacità:

Una persona disabile vuole essere trattata come una persona, con i propri limiti e le proprie potenzialità, non essere vista come un’handicappata che ha bisogno di aiuto sennò non ce la fa (…) Le disabilità sono diverse, sono motorie, sensoriali e cognitive, quindi bisogna averle presenti nelle varie peculiarità. Qualsiasi persona messa nelle condizioni giuste e stimolata riesce a tirare fuori tanti talenti. Tutto sta a riuscire a stimolarla e a chiedere cose adeguate alle sue capacità. Per esempio, se mi chiedono di correre ovviamente non ce la posso fare. Se invece mi chiedono di scrivere un articolo di giornale vado a nozze perché è una cosa che ho sempre fatto e la so fare bene. Quindi anche non negare le difficoltà della persona, tenerle presenti per non esasperarle. 

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Quei 5 minuti che ti cambiano la vita

Zoe Rondini - Nata viva

Zoe Rondini quelle difficoltà le conosce bene, le ha incontrate in prima persona. Le ha raccontate tutte nel suo primo libro, “Nata viva“, edito dalla Società editrice Dante Alighieri.

Per non aver respirato i primi 5 minuti della sua vita, l’ossigeno non è arrivato al cervello e questo le ha procurato difficoltà nella parola e nel controllo dei muscoli. 5 minuti che le hanno cambiato la vita e a cascata le hanno procurato una serie di problemi di inserimento nella società che ha dovuto risolvere combattendo. La hanno sostenuta la nonna, la mamma e la sorella, alle quali riconosce tutti i meriti dei suoi risultati:

Da piccola tutti mi chiedevano di fare degli sforzi allucinanti per imparare a camminare da sola ma era faticosissimo. Dall’asilo alla quinta elementare mi facevano scrivere a mano ed era una fatica inenarrabile (…) Da bambina non capivo, era solo una fatica immane, poi dopo ho capito a cosa sia servita per quanto riguarda il camminare. Invece per scrivere a mano per fortuna a 10 anni ho conosciuto un logopedista molto bravo che mi ha insegnato a usare la macchina da scrivere e poi il computer. Purtroppo in classe la macchina da scrivere dava fastidio perché era rumorosa. La legge a quel tempo ancora non c’era e c’è voluta una battaglia della mia famiglia e il logopedista contro le varie insegnanti e presidi.

Perché le persone con disabilità devono sempre lottare? Un problema di leggi

Zoe Rondini non ha mai mollato e per questo ha scelto questo suo nome d’arte: Zoe in greco significa “vita”. Ci si domanda però perché le persone disabili debbano sempre fare battaglie per ottenere cose che alla fine arrivano come se fossero concessioni, quando invece spettano loro di diritto. Zoe spiega che la Legge 104 non sempre viene rispettata e non basta:

Ci vorrebbero più aiuti, prima di tutto economici, e soprattutto bisognerebbe far rispettare le leggi (…) La legge 104 parla di inserimento scolastico e lavorativo e ci tutela ma non sempre le aziende assumono una parte di dipendenti con disabilità, non sempre a scuola si è inseriti. Infatti io ho avuto un’esperienza scolastica catastrofica con insegnanti che non capivano, che non mi volevano accompagnare in bagno, che dicevano alle compagne di non accompagnarmi in gita perché se fossi caduta sarebbero stati cavoli di tutta la scuola. Queste esperienze che racconto nel mio primo libro “Nata viva” le racconto non per denunciare, ma per far conoscere anche questa realtà, con l’augurio che questa mia esperienza serva a delle professoresse, a delle mamme, agli alunni di oggi a non vivere quello che ho vissuto io.

Sessualità delle persone disabili, basta tabu!

Zoe Rondini infine tocca un tema importantissimo, quello dell’affettività e della sessualità delle persone disabili. Un tema che, soprattutto nell’Italia bigotta, ancora non trova il giusto posto e la giusta considerazione a livello di leggi e di diritti.

Non bisogna inoltre tralasciare il fatto che le donne con disabilità sono molto più soggette ad abusi da parte del marito o di un familiare che se ne occupa, perché sono meno autonome e spesso non sanno riconoscere la natura di certe attenzioni. Per questo occorre una buona educazione affettiva e sessuale e leggi che ne tutelino il diritto:

Per tutti gli aspetti della vita ci sono le leggi che vengono applicate o meno e di base c’è una tutela. Sul fatto della sessualità e l’affettività invece manca ancora una legge in Italia, mentre in molti paesi in Europa è un aspetto riconosciuto. Esistono gli assistenti sessuali che sono delle figure professionali riconosciute ma da noi questo aspetto viene negato per pudore o per paura. Piuttosto che un ragazzo o una ragazza scoprano la sessualità navigando su Internet, non è meglio accompagnarli in un percorso di conoscenza attraverso una buona educazione sentimentale e sessuale?

Il blog e il gruppo facebook: un servizio per il mondo della disabilità

Nella speranza e nell’attesa che la nostra società raggiunga la consapevolezza su tutti questi temi che orbitano intorno alla disabilità e ne colmi i vuoti, Zoe Rondini svolge un vero servizio di informazione e di aiuto attraverso il suo blog “Piccolo Genio” aperto nel 2006 e alla pagina Facebook “Amore, disabilità e tabu. Parliamone!” attivo dal 2012:

Da quando ho aperto il blog, dal 2012 ad oggi, sono state tantissime le persone che mi contattano in privato perché hanno dei figli maschi e non sanno come fare. Mi chiedono aiuto e consiglio per questa questione (…) il gruppo è fatto da più di 1000 iscritti da tutta Italia e vuole essere un modo per scambiarsi informazioni su tutto quello che riguarda l’amore e la sessualità. Quindi da una parte si fa informazione, contemporaneamente alcune persone hanno postato messaggi utilizzando questo gruppo come un luogo di incontri. Da questo mese inoltre ho cominciato per il gruppo a collaborare con uno psico-sessuologo molto in gamba e abbiamo cominciato a fare una diretta al mese che vuole essere uno sportello. Ogni mese c’è una tematica e le persone possono mandarmi nei giorni prima commenti e domande a cui io e lo psico-sessuologo cerchiamo di dare un supporto.

Lezioni all’Università per raccontare la disabilità e il cortometraggio “Nata viva”

Ma l’attività di Zoe Rondini non finisce qui. Ogni anno viene invitata dall’Università LUMSA di Roma per tenere una lezione sulla disabilità e recentemente è stata anche chiamata a partecipare ad un approfondimento su “Amore, sessualità e disabilità” all’Università Pontificia, per il corso di laurea di Scienze dell’Educazione e della Formazione.

Least but not last, il romanzo “Nata viva” è stato talmente di impatto che la regista Lucia Pappalardo ne ha tratto la sceneggiatura per un breve film grazie al supporto dell’Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker Italiani.

Il corto nel 2016 ha ottenuto il primo premio nell’ambito del concorso “Capodarco L’Altro Festival – L’Anello Debole” categoria “Corti della realtà”. Ed è stato poi premiato fuori concorso al “Festival Ciak sul Fermano“.

Leggi anche Donne, autismo e disabilità: nasce la petizione per l’inclusione ‘Noi da sempre in lockdown!’

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