Guerra, carestia e pandemia: in Yemen è in corso la peggiore crisi umanitaria al mondo

Un rapporto di Oxfam avverte come in Yemen la situazione di conflitto, la carenza di cibo e l’avanzare della Covid-19 abbiano creato le condizioni per una crisi senza precedenti.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Si riaccende la discussione, che va avanti a singhiozzo da sei anni, sullo Yemen, paese della penisola arabica di 30 milioni di persone in cui imperversa una guerra logorante dal 2015 e dove carestia e malattie, ora anche il Covid, stanno facendo ulteriormente degenerare la situazione.

I numeri sono mostruosi nel recente rapporto di Oxfam, confederazione internazionale di Organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, dove si parla della peggior crisi umanitaria degli ultimi anni.

La mortalità per coronavirus in Yemen raggiunge il 22%, con oltre 16 milioni di persone senza cibo e più di 2,2 milioni di bambini che potrebbero essere colpiti da grave malnutrizione nel 2021.

Paese dimenticato, al centro di un conflitto internazionale che vede da una parte una coalizione guidata dell’Arabia Saudita e dall’altra i ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran, che ha causato dal marzo 2015 almeno 250mila morti e milioni di sfollati interni.

Leggi anche: Stallo sulla rotta balcanica, in 3mila abbandonati al gelo, OIM: “Tragedia umanitaria”

Yemen, un conflitto senza fine frutto di interessi internazionali e calcoli sbagliati

yemen guerra

Proprio nelle ultime ore l’Arabia Saudita ha richiesto un cessate il fuoco ai ribelli Houthi, cercando una via al dialogo. Dialogo che però sembra essere stato respinto dalla controparte in causa.

La ricerca di un compromesso parte dopo un conflitto fatto di calcoli errati, anche del famoso principe saudita Mohammad bin Salman, il quale aveva iniziato questo conflitto sei anni fa esatti con la convinzione, vista la superiorità tecnologica ed economica, di raggiungere brevemente una vittoria. Oggi invece si ritrova impantanato in una guerra impopolare e sempre più lontano dal favore internazionale.

Infatti, con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca, gli USA hanno annunciato il voler interrompere l’appoggio al regno saudita nel conflitto in Yemen. “La guerra in Yemen deve finire”, ha dichiarato lapidario Biden.

In particolare, ciò avviene dopo le ripetute accuse al governo di Riad di numerosi bombardamenti sulla popolazione civile, costati la vita a centinaia di persone.

Yemen e coronavirus, l’ONU: “La peggior crisi umanitaria dei tempi moderni”

yemen crisi umanitaria

Il rapporto dell’Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief, fondata nel 1942 in Inghilterra) ci descrive come anche la pandemia di coronavirus, in particolare la seconda ondata di questi giorni, stia mietendo un numero altisso di vittime in Yemen.

Un paese senza quasi più alcun tipo di struttura assistenziale se non quelle delle ONG sul luogo. Basti pensare all’esiguo numero di circa 700 posti letto di terapia intensiva totali nel paese (per circa 30 milioni di abitanti), che si trova totalmente indifeso di fronte alla fame e alla Covid-19.

Un paese dove è sempre presente una grava carestia, e una malnutrizione tragicamente diffusa, specialmente tra i bambini. Come se non bastasse, lo Yemen tende ciclicamente, durante il periodo delle piogge, ad esser colpito da ondate di colera (nel 2015 lo Yemen ebbe la più grave epidemia di colera della storia).

Una testimonianza diretta da Paolo Pezzati, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia:

Già mesi fa il contagio si era esteso in quasi tutti i governatorati dello Yemen, mentre i casi gravi, che sono gli unici a essere testati, vanno aumentando esponenzialmente nelle ultime settimane, aggiungendosi a combattimenti sempre più intensi.

Molte persone per paura di essere coinvolti negli scontri non si fanno curare al presentarsi dei sintomi o spesso non riescono ad aver accesso ai pochi ospedali in funzione, e anche se hanno la fortuna di poter contare sulle cure, rinunciano perché non possono permettersi di pagarle.

Ricordando appunto come i dati siano fortemente sottostimati vista anche la frammentazione istituzionale, i conflitti e la pericolosità in genere di un paese così instabile.

L’appello di Oxfam: necessità di un’attenzione mediatica costante e fondi più cospicui

La ONG sul territorio yemenita agisce su diversi fronti, dalla sicurezza alimentare alla riabilitazione infrastrutturale, specialmente quella idrica. E si coordinana con altre associazioni di prevenzione e protezione da abusi e violenze sulle donne, ovviamente in aumento costante visto anche il conflitto in atto.

Un impegno multiforme, che va dalla prevenzione igienica per prevenire nuovi contagi, a quello di sensibilizzare attraverso campagne informative l’opinione internazionale su ciò che sta avvenendo in Yemen. Questo in seguito anche alla conferenza sulla crisi dei paesi donatori di inizio marzo, dove i fondi stanziati sono stati circa 1,7 miliardi di dollari in meno rispetto al 2020, con l’Italia ferma a soli 5 milioni di euro.

Nonostante una luce alla fine del tunnel sia ancora molto lontana, si può cercare di aiutare, anche di un poco, chi oramai vive dentro quel tunnel da anni, ma cerca di uscirne.

Leggi anche: Giornata mondiale dell’acqua: per riflettere sull’inestimabile valore dell’oro blu

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Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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