Turismo KO: un tuffo al mare con guanti e mascherine?

spot_img

Sono passati già 2 mesi. Sembra incredibile, eppure è così. Due mesi di “quarantena”, di distanziamento, di riflessioni, quasi sempre amare. Chi ha un’azienda che si occupa di turismo è stato costretto, come molti, a chiudere, a lasciare a casa i propri collaboratori e a rimborsare clienti impauriti e condizionati da una comunicazione scientifica inedita e martellante. Nella mente degli imprenditori dell’ospitalità, grandi e piccoli, la paura ha lasciato progressivamente spazio alla rabbia, e la rabbia si è di nuovo trasformata in paura: una paura stavolta diversa, più consapevole, più strutturata.

La paura dell’incertezza

Nel balletto delle autonomie e delle responsabilità, Regioni e Governo si rimpallano accuse di strategie sbagliate mentre i virologi continuano a tenere banco nel serratissimo palinsesto mediatico: si conferma l’esigenza di una “ripartenza”, a tappe e molto cauta, ma si dimentica sempre di menzionare il turismo. E chi è “del mestiere” sa che benissimo che questa ripartenza è in realtà lontana. Molto lontana. Leggi anche: Turismo Italia: un mercato da ricostruire, tra conta dei superstiti e scenari incerti

Nessuna certezza su quando il settore turistico potrà ripartire

Al momento infatti, non c’è nessuna certezza di quando il settore turistico potrà ripartire, né di come andrà fatto. La pandemia ha raggiunto il suo picco negli Stati Uniti, in Cina incombe la minaccia di una seconda ondata di contagi e la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha espressamente invitato gli Europe ad “aspettare prima di prenotare le vacanze estive”: più immobili di così non si può stare In questo scenario, il Governo italiano continua a rimandare il momento in cui dovrà aprire il fascicolo “Turismo italiano”: nessuna comunicazione, nessuna progettualità, nessuna iniziativa degna di nota, se si escludono le 9 settimane di Cassa integrazione in deroga, peraltro non ancora erogata, e la comunicazione dell’Inail, che rassicura tutti sul fatto che il Covid-19 rientrerà tra gli infortuni sul lavoro.

Un tuffo al mare con guanti e mascherine?

Non se ne vogliano i solerti burocrati se, almeno per ora, il famoso sospiro di sollievo proprio non esce. Qualche albergatore annoiato prova a immaginare, per i suoi primi ospiti, percorsi a ostacoli igienico-sanitari degni del miglior Takeshi’s Castle, e nei notiziari delle 13 ci si diverte a immaginare turisti fare il bagno al mare con mascherine e guanti – ma senza tuffi, per carità – o spalmarsi creme solari all’estratto di Amuchina sotto ombrelloni separati da orrende lastre di plexiglas. Ci sarebbe da ridere, se non fosse tutto vero. Leggi anche: Sanificare gli ambienti di lavoro: radiazione germicida ultravioletta e ozono

La ripartenza del 4 maggio esclude il turismo

Il 4 Maggio è la prima dead-line per iniziare a ripartire, la Fase 2: ma in questo preambolo di pseudo-entusiasmo, il turismo sembra essere ancora lo scomodo intruso. Tante le domande, pochissime le risposte: ipotizzando una Fase 2 anche per Hotel e fratelli minori, cosa succederebbe se un dipendente si ammalasse di Covid-19? E se ad ammalarsi fosse un cliente? Saranno previsti protocolli da seguire – a parte la presenza degli ormai inseparabili totem-disinfettanti posti all’ingresso di ogni sala – o per consegnare le chiavi della camera ai poveri receptionist basterà leggere l’autocertificazione dell’ospite che riporta: “Volevo solo godermi il Colosseo da solo?”

Il turismo ripartirà quando non si avrà più paura del Covid

Ci dicono che la Task Force guidata da Vittorio Colao lavori giorno e notte, ma il tempo non sempre è galantuomo: più trascorrono i giorni, più si ha la netta sensazione che la fase di convivenza forzata con il virus possa adattarsi bene ad alcuni settori dell’economia italiana, molto meno ad altri. Tra questi ultimi, senza dubbio il turismo: si ripartirà davvero solo quando sarà scomparsa la paura, quando la comunicazione scientifica e quella politica garantiranno totale sicurezza e quando il viaggio tanto agognato non inizierà con la misurazione della temperatura e non finirà con 15 giorni di quarantena da rientro. Leggi anche: La nostra vita a domicilio: spesa, farmaci, libri e ora anche yoga e ginnastica

Rimboccarsi le maniche per non fare niente

Fino a quel momento, è lecito ammettere che qualsiasi “ipotesi protocollata” non rappresenti una scelta vincente, né da un punto di vista etico, né tantomeno da quello economico. Lo sanno a Palazzo Chigi e lo sanno le Regioni, ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo né tempo sufficiente da dedicare: le bordate di Confindustria sono una patata molto più bollente dei tenui richiami di Federalberghi. Ed è così che gli Host restano soli, inascoltati dal Governo e poco tutelati dalle associazioni di categoria. Stretti nella morsa fra uno storico senza precedenti e un previsionale dagli orizzonti rarefatti, prendono in considerazione l’unica alternativa ragionevole: rimboccarsi le maniche, ma non fare niente.

Andiamo in letargo e risvegliamoci direttamente nella Fase 3

In attesa di poter tornare ad abbracciare i propri ospiti, cominciano a chiedersi se ne valga davvero la pena di attendere con ansia la Fase 2. Il turismo vive di emozioni sognate nell’attesa di realizzarle. Di strette di mano, file ai musei e passeggiate tra la folla. Di contatto umano, senza sé e senza ma. In attesa di poter riabbracciare i propri ospiti forse, davvero, conviene rimanere in letargo e risvegliarsi nella Fase 3. Leggi anche: Obama 6 anni fa parlò di un virus mortale contagioso per via aerea di Marco Caroselli

spot_img

Correlati

Stellantis, approvato il maxi stipendio del CEO Carlos Tavares: quanto guadagnerà al giorno

Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler, ha...

Zelensky dopo gli attacchi iraniani avanza una proposta agli alleati occidentali

Dopo l'attacco dell'Iran contro Israele, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato una specifica...

Israele chiede all’ONU tutte le sanzioni possibili per l’Iran: qual è stata la risposta?

Secondo il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, il Medio Oriente si trova attualmente "sull'orlo...
spot_img