Talassofobia, cos’è la paura del mare e come guarirne

La talassofobia è il senso di profonda inquietudine che alcune persone provano davanti all’abisso. Ecco come riconoscerla e come guarirne.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Pochi elementi sono in grado di incutere meraviglia, timore e riverenza come la distesa sconfinata dell’oceano. Pregno di significati inconsci, portatore di benessere e allo stesso tempo maestoso gigante naturale, il mare non lascia mai indifferenti e, per alcune persone, è sinonimo di profonda inquietudine. Così tanto cheil confronto con esso può essere veicolo di una vera e propria paura, la cosiddetta talassofobia.

Ma in cosa consiste esattamente la talassofobia? In questo articolo ne analizzeremo le caratteristiche.

L’abisso come nemico ancestrale, casi mediatici degni di nota

La vicenda del sommergibile Titan

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Recenti fatti di cronaca hanno risvegliato in molti di noi il senso di angoscia che si prova davanti alla solitudine dell’abisso: la drammatica vicenda del sommergibile Titan, scomparso nelle profondità dell’Atlantico durante il tentativo di raggiungere il relitto del Titanic, ha catturato l’attenzione del pubblico mondiale. Sebbene la vicenda in sé sia stata estremamente divisiva per diverse motivazioni – lo spreco di risorse, i problemi di sicurezza del sommergibile già noti in partenza e l’ineguaglianza mostrata nei confronti di altre tragedie umane – il pensiero di ritrovarsi senza luce né aria e avvolti dal freddo oceanico è di per sé asfissiante e per questo motivo in molti hanno seguito la storia col fiato sospeso.

Leggi anche: Sommergibile Titan, le speranze di trovarlo sono davvero finite?

Subnautica e l’esplorazione dell’ignoto

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Altro caso mediatico degno di nota è quello del videogame Subnautica, nel quale un astronauta si ritrova disperso su un pianeta completamente ricoperto d’acqua e deve imparare a sopravvivere sfruttando i mezzi e l’ambiente intorno. Il gioco vanta un fandom di dimensioni notevoli che ha dato il via a una wave – mai termine fu più appropriato – di meme improntati proprio al senso di inquietudine e timore derivanti dai livelli più avanzati, quelli nei quali il protagonista scende a centinaia di metri di profondità, immergendosi nell’oscurità totale e affrontando creature spaventose.

Cos’è la talassofobia, o paura del mare

Nel DSM-5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la talassofobia è classificata tra le fobie specifiche. Il termine deriva dalla congiunzione delle due parole greche thalassa, che sta per mare, e phobos, ossia paura. Chi ne soffre sperimenta profonda ansia al pensiero di nuotare, immergersi o navigare in mare.

Ma attenzione: non si tratta di paura dell’acqua o dei liquidi, che possiede una categorizzazione a parte, e neppure del timore che si prova a immergersi senza saper nuotare, ma piuttosto di un’inquietudine davanti all’abisso.

Difatti, i comportamenti riscontrati in chi soffre di talassofobia hanno prevalentemente a che fare con l’idea dell’ignoto, e generalmente si manifestano nei modi seguenti:

  • Paura di nuotare o navigare in mare aperto
  • Paura della profondità del mare o di un lago, in particolare se non si vede il fondo
  • Paura dell’oceano
  • Paura del mare o del lago di notte
  • Paura di annegare o non avere più aria

Sintomi della talassofobia

Se costretti a confrontarsi con le situazioni riportate sopra, i talassofobici possono sperimentare sintomi analoghi a quelli di un attacco d’ansia – come ad esempio vertigini, nausea o tachicardia – che, nei casi peggiori, possono evolvere in un attacco di panico.

Esistono poi ulteriori fobie legate a specifiche condizioni del mare, come ad esempio la paura delle onde, o cimofobia, che si manifesta quando il mare è molto agitato, oppure la scopulofobia, banalmente nota come paura degli scogli sommersi, ma più in generale paura di pericoli invisibili sul fondo marino. Anche in questo caso, la fonte dell’angoscia è legata al senso di impotenza davanti all’ignoto, più che alla minaccia in sé.

Vale anche la pena di sottolineare che, come spesso accade con le fobie, guardare fotografie o immagini dell’abisso può essere sufficiente come trigger per il senso di ansia e malessere.

Leggi anche: Cos’è la dismorfofobia, come si manifesta e quali sono le cure

Come guarire dalla talassofobia

Le cause della talassofobia possono essere molteplici. Si ritiene che sia in parte dovuta a questioni genetiche, ma ancora più impattanti sono l’esperienza e le cause ambientali, in particolare traumi vissuti in età infantile o l’influenza di genitori talassofobici.

Trattandosi di una fobia specifica, la via più funzionale per curare la talassofobia è un percorso di psicoterapia con un professionista che sia in grado di identificare la causa profonda del malessere a fornire una strategia per affrontare l’ansia che ne deriva.

In molti casi, si ricorre all’esposizione progressiva: procedendo per gradi, e sempre con il supporto di una persona fidata che possa intervenire in caso di pericolo, si aiuta il paziente a prendere poco per volta familiarità con il mare, partendo da aree con fondali bassi e acqua limpida fino ad arrivare a situazioni più imprevedibili.

Leggi anche: Coulrofobia: cos’è e come si manifesta la paura per i clown

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