Svolta social: anche Facebook elimina i like

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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È successo su Instagram qualche mese fa e ha seminato il panico tra gli influencer: a un certo punto il numero di like ricevuti non era più visibile sotto i post. Si trattava di un test, condotto prima in Canada e poi in altri paesi del mondo tra cui l’Italia, i cui risultati non sono ancora stati resi noti. Lo scopo di questo oscuramento, però, era nobile: combattere le ansie sociali impedendo le guerre di numeri e l’autocensura che minavano l’autostima di molti utenti quando i loro contenuti non ricevevano consensi. I risultati del test, dicevamo, non sono ancora noti, ma a giudicare da una ricerca svolta da Tech Crunch potrebbero essere stati positivi. Non solo la visibilità del numero di like non è stata ripristinata, ma la novità potrebbe a breve sbarcare anche su Facebook. La ricercatrice Jane Manchun Wong ha analizzato il codice dell’app di Facebook imbattendosi in un prototipo dove il conteggio delle reazioni, esattamente come accade su Instagram, non è visibile. Leggi anche: Novità Instagram: spariscono i like dalle foto

Facebook senza like: perché potrebbe funzionare

Qualche domanda sorge spontanea: ha senso un Facebook senza like? Perché votarsi a una scelta tanto drastica? Prima di tutto precisiamo una cosa: sarà sempre possibile mettere like a un contenuto di nostro interesse, semplicemente il numero complessivo di reazioni ricevute sarà visibile soltanto a chi ha pubblicato il post. Paradossalmente, il social network che ha globalizzato il concetto di pollice in su facendone un marchio di fabbrica potrebbe beneficiare di questo cambio di rotta. Vediamo perché. Prima di tutto, come per Instagram, anche in questo caso sussiste la motivazione etica. Nell’epoca degli haters e del cyberbullismo, problemi di autostima radicati in disagi profondi vengono spesso acuiti dalla percezione di essere poco apprezzati a causa del minor engagement dei propri contenuti, a volte con conseguenze drastiche. Un feed più intimo, dove l’effettivo apprezzamento dei post è visibile solo a chi l’ha pubblicato, porrebbe fine a questa percepita battaglia di immagine, con meno disagi per le persone più sensibili. In secondo luogo, al contrario di quanto si potrebbe credere, i numeri della piattaforma potrebbero aumentare. Accade spesso che un utente decida di eliminare un post dal proprio diario perché non ha ottenuto like e quindi appare poco interessante, riducendo di fatto la quantità di contenuti presenti sul social. Come è comprensibile, lo scopo degli sviluppatori è esattamente il contrario. Facciamo qualche osservazione. Secondo gli esperti, attualmente Instagram è percepito dagli utenti come un social molto dinamico e veloce, ideale per condividere la propria quotidianità, mentre Facebook è vissuto come una sorta di diario degli avvenimenti importanti, che facilmente raccolgono reazioni e commenti anche a distanza di giorni dalla pubblicazione. Eliminare la “vergogna” di aver raccolto pochi like spingerebbe più utenti a pubblicare tanto e spesso, come accade su altri social. Infine, e forse è questo l’aspetto più interessante, nascondere i like invoglierebbe a migliorare la qualità dei contenuti e combatterebbe il diffondersi delle fake news. I cosiddetti post acchiappa-like, quasi sempre di scarsa qualità se non addirittura offensivi o diffamanti, non avrebbero più motivo di esistere. Di conseguenza i gestori di pagine e contenitori si orienterebbero verso la sostanza e l’attendibilità di ciò che pubblicano, che si tratti di informazione o di puro intrattenimento. Al momento, in ogni caso, la modifica non è ancora stata implementata. Zuckerberg deciderà di renderla effettiva? E come reagiranno gli utenti? Un esperimento al quale siamo davvero curiosi di assistere. Leggi anche: La dittatura dei like sui social network: un’altra via è possibile, forse   di Marianna Chiuchiolo

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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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