Svolta nella medicina: “L’elettricità guarisce le ferite”

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che la stimolazione elettrica facilita la guarigione delle ferite. Andiamo a vedere di che si tratta.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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L’elettricità guarisce le ferite più velocemente di tre volte. È una scoperta significativa soprattutto per i pazienti anziani o per quelli che hanno disturbi della circolazione, lesioni spinali, o anche il diabete, che possono sviluppare ferite croniche, che si rimarginano, quindi, con molta difficoltà e con molto più tempo. Questo causa un maggior rischio di infezione e, nei casi più gravi, può portare all’amputazione della parte coinvolta.

È stato un team di ricerca internazionale a dimostrare la potenzialità dell’elettricità su questo fronte. A capo dell’équipe ci sono scienziati svedesi dell’Università Tecnologica Chalmers di Göteborg, città della Svezia meridionale, la seconda città più popolata dopo Stoccolma, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Ingegneria dei Microsistemi e dell’Istituto di Studi Avanzati di Friburgo (FRIAS) dell’Università di Friburgo, nella Germania sud-occidentale, del Brainlinks Braintools Center e della Divisione di Tecnologia Infermieristica e medica dell’Università Tecnologica di Luleå, che si trova sempre in Svezia.

Lo studio in laboratorio

L’elettricità, somministrata attraverso un chip microfluidico, ―  una piccola piattaforma ingegnerizzata a forma di piccolo quadrato, di piccolo rettangolo o di piccolo ottagono che ospita il dispositivo microfluidico, costituito da canali che controllano e monitorano cosa avviene in un ambiente biochimico ― evita molti rischi.

I ricercatori, sotto la supervisione della Dottoressa Maria Asplund, Docente di Bioelettrica presso il Dipartimento di Microtecnologie e Nanoscienze dell’ateneo svedese, hanno ottenuto questo risultato dopo aver condotto esperimenti su cellule della pelle ― i cheratinociti ― in laboratorio.

Quindi, hanno avvicinato strati di cellule di pelle sani e quelli di un modello che presentava la condizione di diabete a stimolazione elettrica. Lo studio è stato condotto nelle piastre di Petri, ovvero i recipienti solitamente bianchi di forma cilindrica usati in biologia, e non solo, che permettono di vedere molto più da vicino i batteri per studiarli.

Come fa l’elettricità a guarire le ferite più in fretta?

La Professoressa Asplund ha così dichiarato in un comunicato ufficiale pubblicato sulla pagina dell’Università di Chalmers:

Siamo stati in grado di dimostrare che la vecchia ipotesi sulla stimolazione elettrica può essere utilizzata per far guarire le ferite molto più velocemente.

Per studiare esattamente come funziona, abbiamo sviluppato una sorta di biochip su cui abbiamo coltivato le cellule della pelle, in cui poi abbiamo praticato piccole ferite.

abbiamo stimolato queste ultime con un campo elettrico, molto basso che non ha ripercussioni negative sulla pelle, che ha accelerato il processo di guarigione.

Le ferite croniche sono un enorme problema sociale di cui non sentiamo molto parlare. La nostra scoperta di un metodo è un punto di svolta per i diabetici e gli anziani, tra gli altri, che spesso soffrono molto per le lesioni che non guariscono facilmente.

L’elettricità e le prospettive future della guarigione

La Dottoressa Asplund e i suoi colleghi hanno deciso di provare le funzionalità dell’elettricità, testando la proprietà elettrotattica delle cellule, ovvero la loro capacità di spostarsi nella direzione dei campi elettrici: dopo aver provocato volontariamente delle piccole ferite, grazie al chip microfluidico, hanno spinto le cellule verso le ferite, notando la velocità di ripresa.

E nello studio si sono concentrati anche sulla rimarginazione delle lesioni in relazione al diabete, un problema sanitario notevolmente in crescita. Secondo l’OMS ― l’Organizzazione Mondiale della Sanità ― e la Federazione Internazionale del Diabete, oggi 1 adulto su 11 ha una forma di diabete.

Dunque, i ricercatori, i quali “sono convinti che questa sia la chiave per aiutare efficacemente le persone con ferite a guarigione lenta in futuro”, hanno ricevuto un importante finanziamento che consentirà loro di continuare gli studi in questo campo a lungo termine e, per di più, anche di poter promuovere sul mercato prodotti che accelerino la cicatrizzazione delle lesioni. Analisi simili sono già state condotte, ma sono necessari ulteriori approfondimenti per sviluppare dei modelli ancora più innovativi.

Leggi anche: Elettricità wireless: dalla Nuova Zelanda la rivoluzionaria trasmissione senza fili

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