No, non era un santo, ma era un Cavaliere: l’ultimo saluto a una “persona gentile”

Non servono grandi parole per descrivere la vita di un cavaliere, fatta di visionarie imprese, ma una terminologia semplice. Con sorpresa, a volte, anche dietro al potere possono celarsi caratteristiche autentiche e cose che non si possono comprare: come il valore innato della gentilezza.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Che dire sul Cavaliere? “In Italia ti perdonano tutto tranne il successo”, sul resto chissà, ma su questo senz’altro aveva ragione Flavio Briatore. Ed è proprio quell’aura brillante del successo, da cui Silvio Berlusconi non è mai stato svestito nel corso dei decenni ― tra storia imprenditoriale, peripezie giudiziarie e avventura politica ― a risultare qualcosa di insopportabile e indigesto a molti. Già nel 2019, il presidente dichiara, probabilmente sommando i singoli gradi di giudizio, di aver subito 88 processi, un numero esorbitante e inedito nei confronti del leader politico di Forza Italia.

Ma Berlusconi non si lascia di certo ricordare per questi record. Sul piano meramente numerico, le sue rivoluzioni, le sue innovazioni, dall’edilizia all’invenzione della tv privata, dall’impero editoriale fino all’acquisizione del Milan, sono altrettante e la Presidenza del Consiglio ne è l’apoteosi.

Nella carriera politica, forse proprio a causa di quei procedimenti, resterà per sempre chiusa nel cassetto solo e soltanto la Presidenza della Repubblica. Insomma, il bastone tra le ruote dello Schumacher della politica e dell’impresa ha sortito i suoi effetti anche in chi appare incorreggibile nel fare breccia di traguardi.

“Ma non si illudano: ci seppellirà tutti”

Esordisce così nel 2004 il professor Umberto Scapagnini, allora sindaco e medico personale del Cavaliere, ponendo l’accento sulla prima caratteristica del presidente: la resistenza, una tenacia nel ben tollerare lo stress provocato dagli interminabii processi che hanno scandito quasi un’intera vita.

Eppure, prima della leucemia, Silvio Berlusconi sembra reggere qualsiasi colpo, anche quelli di chi gli augura la morte a suon di tweet. Una tempra forte ha caratterizzato tutte le fasi della sua esistenza. Quasi vent’anni fa è ancora così che di lui parla il medico Scapagnini:

La sua vera età è di 55 anni. Berlusconi è tecnicamente quasi immortale.

Sembrava immortale, ma immortale non era, era umano anche lui, seppur con risultati che in molti casi non sembrano conoscere i confini dell’umano limite. Era diverso e destinato a contraddistinguersi, e quando una personalità come quella di Silvio Berlusconi sfodera la stoffa del genio, trasferendo quel talento particolare dal modo di fare impresa sino alla politica, c’è una pretesa paradossale e bizzarra da parte dei molti: che sia anche un santo. Ma santo non era. E perché avrebbe dovuto esserlo proprio lui?

La stoffa del fuoriclasse e il titolo di Cavaliere

Dal 1977 è cavaliere del Lavoro. Il motivo ufficiale del conferimento: “Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti, decise di dar vita ad una attività indipendente nel settore dell’industria edile fondando la Società Cantieri Riuniti Milanesi S.p.A. Nel 1963 ha costituito la Società Edilnord che ha realizzato, tra l’altro, in provincia di Milano, un centro per quattromila abitanti, il primo in Lombardia dotato di centro commerciale, centro sportivo, campi di giuoco, scuole materne ed elementari. Dal 1969 al 1975, in applicazione di una nuova concezione urbanistica, Silvio Berlusconi ha realizzato la costruzione di Milano 2, una città per diecimila abitanti contigua a Milano, dotata di tutte le più moderne attrezzature pubbliche e sociali, la prima unità urbana in Italia con tre circuiti differenziali per auto, ciclisti e pedoni. È Presidente e Direttore Generale della Edilnord progetti S.p.A. e Presidente della Fininvest S.p.A”.

La stoffa del fuoriclasse dell’impresa si è configurata nel suo tratto più distintivo e brillante alla fine degli anni ’70, “anni di piombo” per molti, di ideologie politiche non ancora in frantumi, eppure Berlusconi è impegnato a edificare ben altro: portare innovazione nel mondo dell’impresa italiana fino a lasciare il segno, marcare la storia di una cesura netta. Inaugurare l’era berlusconiana che, croce di alcuni, delizia di altri, sembrava fosse destinata a non dover finire mai.

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E che Cavaliere sarebbe, se di un cavaliere non ne avesse l’animo e il carattere?

cavaliere

Non entrando del merito della politica, guardando più alla persona, del valore della gentilezza e dell’altruismo, Silvio Berlusconi, ne ha senz’altro fatto un manifesto. E quale ricompensa si aspettava il Cavaliere? Voleva essere ripagato con l’ultimo grande sogno: l’ascesa al Colle. E in occasione della sua autocandidatura al Quirinale, dice così, armato di ironia e di quel suo tipico umorismo:

Non è farina del mio sacco, figuriamoci. Sono persone che mi vogliono bene. Che però non hanno scritto nulla che non sia vero.

Riproponendo poi le motivazioni per le quali avrebbe meritato l’elezione come Presidente della Repubblica, con un documento intitolato “Chi è Silvio Berlusconi”, che è un elenco di fatti, firmato non di certo da lui, ma da “Forza Seniores”:

Chi può mettere in dubbio che Silvio non sia una persona buona e generosa? O il padre di cinque figli e il nonno di quindici nipoti?

Tra i primi contribuenti italiani… self-made man… il fondatore della tv commerciale… con Ennio Doris della Banca del Futuro… il Presidente di Club che ha vinto di più…?

L’ultimo Presidente del Consiglio eletto democraticamente dagli italiani. L’uomo che mise fine alla Guerra fredda.

Il leader occidentale più applaudito (8 minutial Congresso americano). E soprattutto l’eroe della libertà, che con grande sprezzo del pericolo, è sceso in campo nel ’94. Formidabile.

Qualcosa a metà tra Tintin, Mandrake e un eroe Avengers. Come non dargli il Quirinale? Che a questo punto, è pure poco.

Gentilezza e generosità del Cavaliere, impressi nel ricordo collettivo

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Tutti questi traguardi sono stati raggiunti all’insegna di un’innegabile generosità e gentilezza. Berlusconi è quello dei posti di lavoro, quello che vuol salvare i capretti dal pranzo pasquale, è quello delle lettere di auguri ai dipendenti e dei premi, quello di una parola sempre cordiale nei confronti di chiunque, è quello della galanteria, valore ormai estinto, nei confronti delle donne (sì, vi sono state controversie giudiziarie che coinvolgono il mondo femminile, ma è già stato spaccato il capello in merito, no?). Un’idea ce l’abbiamo. Berlusconi resta un gentiluomo.

La galanteria in questione è quella di colui che apriva spesso la porta, quando qualcuno bussava alla sua, in cerca di una mano e di supporto, o di un semplice colpo di fortuna nel ricevere uno sprone o un aiuto concreto per portare avanti un progetto, un’iniziativa. Quanti hanno bussato alla porta del Cavaliere e quante porte sono state aperte? Lo sa bene Mara Carfagna, oggi presidente di Azione:

Apprendo con enorme dolore della scomparsa di Silvio Berlusconi.

Entrerà nei libri di storia come il leader italiano che ha trasformato la politica, il calcio, la tv, l’economia.

Ma oggi voglio ricordare soprattutto l’uomo: il mentore che mi ha dato fiducia, che mi ha spinto a fare politica, che non mi ha mai fatto mancare sostegno e incoraggiamento, con una carica di affetto e stima che non è mai venuta meno, neppure nei momenti di dissenso e disaccordo.

Per questo gli sarò sempre riconoscente.

Oggi piango con i figli e la famiglia la scomparsa di una persona speciale, geniale, generosa, sorprendente.

Lascia un vuoto incolmabile per chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene.

Silvio Berlusconi, il Cavaliere gentile

Non servono grandi parole per descrivere una vita fatta di visionarie imprese, fuori dall’ordinario, da vero leader, bensì una terminologia semplice, perché dietro al potere, a volte, in maniera inattesa, si celano caratteristiche autentiche e anche cose che non si possono comprare, doti che si possiedono per natura e non per acquisizione. Come bene incarna il dizionario della Lingua italiana Treccani alla voce di una delle definizioni dell’aggettivo “gentile”:

Di persona che, nel trattare con altri, ha modi garbati, affabili, cortesi. E di tutto ciò che rivela cortesia, delicatezza.

Silvio Berlusconi, con il suo inconfondibile fare da cavaliere, è stato anche questo.

Leggi anche: Quel misterioso Mausoleo del Cav ad Arcore: “Un cimitero gentilizio per proteggere la gens berlusconiana”

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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