Sentenza storica: il colosso Shell dovrà dimezzare le emissioni di carbonio entro il 2030

La causa è stata promossa nel 2019, dall’ONG Milieudefensie, la filiale olandese di Friends of the Earth, e da altre sei organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace Paesi Bassi e ActionAid.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Shell dovrà dimezzare le emissioni di carbonio. In un caso storico, cha a sua volta ha portato a una sentenza storica, il tribunale civile dei Paesi Bassi a l’Aja ha stabilito che entro il 2030 Shell deve ridurre le proprie emissioni di carbonio del 45% rispetto ai livelli del 2019.

Shell dovrà dimezzare le emissioni di carbonio: esultano gli attivisti

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Secondo Friends of the Earth (FoE), l’organizzazione ambientale che ha portato il caso in tribunale nel 2019 insieme ad altri sei organismi, compresi Greenpeace Paesi Bassi e ActionAid, insieme a oltre 17.000 cittadini olandesi: “Questa è la prima volta che un’azienda è obbligata legalmente ad allinearsi con L’accordo di Parigi sul clima”

Il direttore di FoE, Donald Pols, ha dichiarato in una nota:

Questa è una vittoria monumentale per il nostro pianeta, per i nostri figli ed è un passo verso un futuro vivibile per tutti.

Il giudice non lascia dubbi al riguardo: Shell sta causando pericolosi cambiamenti climatici e deve fermare ora il suo comportamento distruttivo.

La notizia è arrivata lo stesso giorno in cui la Corte Federale d’Australia ha stabilito che il governo ha il dovere legale di proteggere i giovani dalla crisi climatica, il 29 maggio scorso.

Questi annunci collettivi, quindi in riferimento alle sentenza in un momento come questo, rappresentano senza dubbio un importante punto di svolta per salvare il pianeta dalla devastazione climatica e ambientale.

Gli stessi avvocati che hanno imbracciato le armi legali contro Shell affermano che la sentenza del tribunale olandese “è un passo tanto atteso che porta nella giusta direzione”.

A margine della sentenza, in una nota pubblica, Tim Connor, esperto di responsabilità sociale delle imprese presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Newcastle, che ha seguito da vicino tutta la vicenda giudiziaria sul caso Shell e sulla sentenza che ha portato l’azienda petrolifera a dover dimezzare le amissioni di carbonio, ha dichiarato:

Il processo molto lento per affrontare il cambiamento climatico, sia a livello aziendale che a livello di singoli governi, è stato molto deprimente per le persone preoccupate per questo problema da molto tempo.

È davvero emozionante vedere un tribunale ordinare a un’azienda di intraprendere un’azione seria commisurata al rischio.

Il problema è che mentre le aziende sono disposte ad affrontare i diritti umani e le questioni ambientali, ma non sono disposte a compromettere la loro redditività per rispettarli.

A volte, il problema è così significativo e la necessità di una soluzione così urgente che attendere una soluzione vantaggiosa per tutti non è sufficiente.

Quindi è fantastico vedere il tribunale intervenire in questo modo in relazione a Shell.

Leggi anche: Inquinamento atmosferico, OMS lancia l’allarme: oltre 7milioni di decessi l’anno

Shell dovrà dimezzare le emissioni di carbonio: come cambieranno le cose a partire da domani?

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Quello che ora viene da chiedersi è se questa sentenza possa fungere da faro per poter costituire un precedente legale e in questo modo innescare azioni legali contro altre compagnie energetiche in tutto il mondo.

Emettere questa prima sentenza storica per il tribunale olandese non è stato di certo un compito agevole poiché è stato dovuto dimostrare che Shell sta effettivamente contribuendo in modo significativo alla crisi climatica.

Secondo la corte del tribunale civile dell’Aja, Shell in tutto il mondo è responsabile del due per cento delle emissioni climatiche, quindi è stato giudicato che quel due per cento è sufficiente per stabilirne l’impatto sull’ambiente.

Questo dovrebbe essere il collegamento chiave per arrivare a sentenze simili contro altre società di combustibili fossili.

Ora resta da vedere come Shell rispetterà la sentenza di dover dimezzare le emissioni di carbonio entro il 2030. Essendo infatti uno dei primatisti mondiali nell’industria del petrolio e del gas, questa decisione potrebbe avere effetti sull’azienda, che non vorrà essere penalizzata sul mercato a favore di altri colossi chimici.

La sentenza australiana

Anche in Australia è stato raggiunto un importantissimo traguardo, la Corte Federale Australiana ha stabilito che: “il ministro dell’Ambiente, Sussan Ley, nel suo dovere di diligenza, ha il compito di non agire in un modo che possa causare danni futuri ai giovani”.

Il caso in questione sembra la trama di un romanzo. La questione è stata infatti portata in tribunale da otto adolescenti e da una suora di 86 anni, suor Brigid Arthur.

Quest’ultima, la suora attivista, aveva cercato di impedire alla ministra Sussan Ley di approvare l’espansione della miniera di carbone di Vickery nel nord dello stato di Nuovo Galles del Sud.

Alla fine del processo il giudice non ha concesso l’ingiunzione richiesta per impedire l’espansione, ma la decisione resta comunque importante. Il giudice Mordecai Bromberg che ha emesso il verdetto ha dichiarato:

L’impatto della miniera sulle emissioni globali di carbonio è stato minimo ma misurabile.

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