Thailandia, PETA denuncia lo sfruttamento delle scimmie come manodopera del cocco

Primati, non solo maltrattati e tenuti in pessime condizioni, ma anche sfruttati come manodopera per l'industria del cocco.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Arriva dall’Asia l’ennesima segnalazione di sfruttamento degli animali.

Questa volta PETA denuncia lo sfruttamento delle scimmie, oggi preziosa manodopera dell’industria del cocco in Thailandia.

L’inchiesta dell’organizzazione, che si occupa della tutela dei diritti delle bestie, denuncia abusi, maltrattamenti e condizioni di vita pessime dei primati che, invece, a detta del Governo thailandese sarebbero solo “un’attrazione turistica”.

L’inchiesta della PETA sullo sfruttamento delle scimmie

È l’indagine sotto copertura di alcuni membri della PETA, People for the Ethical Treatment of Animals, una delle più importanti organizzazioni animaliste del mondo, a rivelare la schiavitù di molte scimmie, tenute in strette e misere gabbie e costrette ad arrampicarsi sugli alberi a raccogliere noci di cocco.

Accade in Thailandia, in almeno otto fattorie, quelle visitate dagli animalisti. Lo sfruttamento sarebbe da tradurre in una manodopera da almeno mille noci di cocco a scimmia.

Dati affatto trascurabili, soprattutto se si considera che in questione è un importante settore dell’economia del Paese, legato a molte produzioni, come quella del latte o dell’olio.

Dallo sfruttamento delle scimmie all’esportazione dei prodotti a base di cocco

Dallo sfruttamento delle scimmie all'esportazione dei prodotti a base di cocco.
In Thailandia, scimmie sfruttate come manodopera nell’industria del cocco.

Le scimmie sono, a queste condizioni, una vera e propria risorsa. Solo nel 2019 la Thailandia ha infatti esportato circa 12,3 miliardi di baht (396 milioni di dollari) di latte di cocco, di cui 2,2 miliardi di baht (71 milioni di dollari) all’Unione Europea e alla Gran Bretagna.

Considerando il netto guadagno sulla manodopera, oltre che un’attrazione turistica, le scimmie, grazie al proprio operato, diventano una vera e propria fonte di ricchezza.

Leggi anche: Derrick Campana realizza protesi per aiutare gli animali amputati a camminare di nuovo

L’eco dell’inchiesta sullo sfruttamento delle scimmie, stop alle vendite dei prodotti al cocco

L'eco dell'inchiesta sullo sfruttamento delle scimmie, stop alle vendite dei prodotti al cocco.
In Thailandia, scimmie non solo attrazione turistica, ma vittime di abusi, maltrattamenti e sfruttamento.

Una tale scoperta non poteva che destare che indignazione e i sentimenti più repulsivi, nonché l’esigenza di rivendicare i diritti di coloro che di fatto non possono difendersi.

Tra gli animalisti, la voce di Carrie Symonds, attuale compagna del primo ministro britannico Boris Johnson, non passa inascoltata: in molti supermercati del Regno Unito è già in corso il boicottaggio delle vendite dei prodotti a base di cocco.

La risposta del Governo thailandese allo sfruttamento delle scimmie

La risposta del Governo thailandese non poteva che essere negazionista. Il ministro per il Commercio Jurin Laksanawisit, portavoce del Governo di Bankok, respinge le accuse della PETA proclamandole tendenziose e false.

Chiosa il ministro:

Le immagini che ritraggono scimmie arrampicate sulle palme da cocco potrebbero essere tratte da videoclip girate a scopi turistici e questo può creare fraintendimenti.

Contro il Governo, la voce della verità

Lo sfruttamento delle scimmie è un fatto reale, che il Governo lo ammetta o no.
Lo sfruttamento delle scimmie è un fatto reale, che il Governo lo ammetta o no.

Ma ecco la verità. Le parole di Somjai Saekow, un’addestratrice di scimmie della provincia meridionale di Surat Thani, seppur in parte confortanti nella denuncia di una realtà sempre più in calo o comunque rara, svelano la menzogna del Governo thailandese:

Credo che le scimmie siano ancora strumenti utili per raccogliere le noci di cocco, ma posso assicurare che le cose stanno cambiando.

Sono pochi coloro che maltrattano i loro animali.

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