Settembre 2020, tutto quello che è successo nel mondo

È a settembre 2020 che il conto dei decessi mondiali a causa del Covid ha superato un milione. Ecco gli eventi internazionali che hanno segnato il mese di settembre.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Settembre 2020, oltre un milione di morti per Covid

È a settembre che il conto dei decessi mondiali a causa del Covid ha superato un milione. I contagi sono ai massimi storici, in alcuni paesi hanno oltrepassato i numeri di marzo. Alla fine del mese i contagi mondiali sono oltre 33 milioni.

L’unica soluzione alla pandemia sembra essere il vaccino i cui “prototipi” sono in fase di sperimentazione in molte parti del mondo, con qualche intoppo in UK per via di un malessere accusato da un volontario. La Cina fa sempre a modo suo e ha cominciato a vaccinare a tappeto la popolazione già dall’inizio del mese bypassando il trial.

Dopo che i paesi più ricchi si sono assicurati circa 2 miliardi di dosi, si è scatenato un dibattito planetario sul diritto di tutti, soprattutto dei paesi poveri, ad accedere al vaccino. Di questo si è parlato alla 75^ Assemblea delle Nazioni Unite, in cui il Segretario Generale Antonio Guterres ha chiesto solidarietà mondiale e ha messo in guardia sul “vaccinazionalismo” che è non solo ingiusto, ma destinato all’insuccesso.

Nel frattempo si cominciano a tirare le somme sulla gestione e sulle misure prese dall’inizio della pandemia, con il risultato che le App di tracciamento si sono rivelate un flop, che i test veloci potrebbero dare una seria mano, che i medicinali e le cure studiate hanno migliorato il buon esito della malattia e la sperimentazione sta addirittura valutando sistemi alternativi al vaccino, come quello per cui, secondo la teoria di alcuni ricercatori, l’uso delle mascherine abbatterebbe la carica virale e permetterebbe un contagio light, facilitando l’immunità di gregge.

Nonostante la pandemia stia continuando ad infuriare in tutto il mondo, tuttavia, scendono in piazza negazionisti del covid e anti lock down in molti paesi come Italia, UK, ma soprattutto in USA, incoraggiati dall’atteggiamento fatalista del presidente americano.

Settembre 2020, USA si prepara al voto tra scandali e indiscrezioni

Donald Trump cavalca spavaldo la sua campagna elettorale per le presidenziali del prossimo 3 novembre, nonostante la sua gestione del virus sia a dir poco nulla. Ora più che mai è evidente agli americani quanto faccia la differenza avere un sistema sanitario pubblico, ma niente, Trump glissa sul dibattito e imperterrito loda la sua amministrazione. Di più, attacca prima di essere attaccato: nel primo confronto faccia a faccia con il concorrente Dem Joe Biden si sono alzati i toni a dei livelli mai visti prima in un paese come gli Stati Uniti in cui vige il politically correct e il controllo del linguaggio, con un moderatore in serie difficoltà.

A sfavore di Trump giocano anche:

  • lo scandalo che lo ha investito per non aver pagato per anni le tasse;
  • le indiscrezioni per cui avrebbe definito “perdenti” i soldati USA morti in battaglia, durante una visita del 2018 in un cimitero americano alle porte di Parigi;
  • il non aver apertamente condannato le frange suprematiste bianche;
  • la repressione violenta delle manifestazioni Blacklivesmatter, definite “un problema della sinistra in mano all’antifa”;
  • l’impunità dei poliziotti che hanno assassinato l’attivista Breonna Taylor;
  • le indiscrezioni sulle isterectomie su donne immigrate latino americane in un centro di detenzione al confine con il Messico;
  • il tentativo di corrompere l’avvocato di Julian Assange con la proposta indecente di rinunciare all’estradizione in cambio del nome del responsabile della fuga delle mail Dem nel 2016;
  • la candidatura della cattolica ultraconservatrice e pro-life Amy Coney Barret come sostituta della scomparsa Ruth Bader Ginsburg, la seconda donna della storia USA membro della Corte Suprema, icona di battaglie fondamentali per la parità di genere.

In definitiva, a dispetto del suo motto “Law and Order”, il bilancio del rispetto di legge e diritti umani negli USA di Trump è piuttosto disastroso, senza calcolare le indiscrezioni trapelate da un’indagine giornalistica internazionale, i FinCEN Files, secondo cui grossi volumi di denaro sporco vengono riciclati in banche americane. Fondi neri provenienti, tra gli altri, da collaboratori del presidente, da narcotrafficanti, persino dalla Corea del Nord e da alcuni oligarchi russi vicini a Putin.

E chissà quante ne usciranno fuori ancora in questo ultimo mese prima dell’Election Day

Settembre 2020, la Trumpaganda galoppa

Ma Donald continua la sua propaganda e punta tutto su quello che secondo lui è il suo più grande successo: la normalizzazione dei rapporti di Israele con i paesi arabi (intanto Emirati Arabi e Bahrain) per favorire il processo di pace in Medio Oriente, cosa che gli è valsa la candidatura al Nobel per la pace da parte di un suo sostenitore ultranazionalista e che però lascia molto contrariata la Palestina, completamente esclusa. Quante speranze ci sono che abbia ragione? La Palestina non ha accettato il suo turno di mandato a capo della Lega Araba, per protesta per la mancata condanna dell’accordo Israele-Emirati e contemporaneamente ha chiesto al Segretario Generale ONU Guterres di aprire una “vera trattativa di pace”. 

Come parte dello stesso processo, Trump si vanta anche di aver fatto avvicinare Serbia e Kosovo, di aver incoraggiato la pace tra Afghanistan e talebani stipulata in Qatar e il rispetto dei diritti delle donne afgane che da questo mese possono finalmente avere il proprio nome sui documenti di identità.

Ma mentre sostiene di mettere pace nel mondo, si scaglia contro Cina, con cui continua la guerra commerciale e l’alterco TikTok, e Iran, con il ritorno delle sanzioni contro i produttori di nucleare, e la minaccia di chiudere l’ambasciata americana.

In quattro Stati è già iniziato il voto anticipato per le presidenziali anche se secondo un sondaggio la maggior parte degli americani aspetterà il 3 novembre. Se ne vedranno delle belle, ma le previsioni danno un testa a testa molto combattuto e tempi lunghi per avere il verdetto finale.

Settembre 2020, Sud America in fermento

Nelle Americhe del Sud, nel frattempo, continuano proteste e scontento in diversi paesi e la violazione dei diritti delle Popolazioni Amazzoniche falcidiate dal land-grabbing e dal Covid. La situazione è precipitata soprattutto in Colombia: strade e piazze si sono riempite di cittadini esasperati, il nuovo governo sta smantellando tutto quel che è stato fatto dalla amministrazione precedente. Ma le radici dei problemi colombiani sono di vecchia data.

Settembre 2020, veleni russi

Dopo che i medici tedeschi hanno dichiarato ufficialmente che l’oppositore di Putin Alexei Navalny è stato avvelenato, la comunità internazionale, NATO inclusa, chiede spiegazioni a Putin. Il Cremlino, mentre ribadisce la propria estraneità all’accaduto invitando il dissidente a tornare in patria, gli blocca i conti correnti e gli sequestra l’appartamento.

Settembre 2020, Lukashenko ladro di diritti

Continuano le proteste pro e contro l’ennesima elezione di Alexander Lukashenko, con palesi interferenze del Cremlino a sostegno del presidente, non riconosciuto invece dalla comunità internazionale che ritiene illegittimo il suo nuovo mandato.

L’opposizione “all’uomo forte” Alexander Lukashenko nel paese oggi è guidata da tre donne: Sviatlana Tsikhanouskaya, costretta a rifugiarsi in Lituania, Veronica Tsepkalo, fuggita a Mosca, e Maria Kolesnikova, prelevata da sconosciuti mascherati in pieno centro della capitale, “arrestata” ma di fatto rapita.

I report continuano a indicare un “eccessivo e non necessario uso della forza da parte delle autorità”. l’ONU ha approvato una risoluzione che chiede un’indagine indipendente sulle violenze nei confronti dei manifestanti e sulla detenzione di prigionieri politici, fatti negati da Minsk con l’appoggio di Putin.

Settembre 2020, Libano in ginocchio

Dopo l’esplosione dello scorso mese a Beirut, nella zona del porto della capitale libanese si è innescato un nuovo incendio, che ha provocato quasi 200 morti.

Il paese è stato attraversato da proteste e il governo si è dimesso. Il nuovo premier designato ha rinunciato all’incarico dopo un mese di tentativi di formare il governo. Sembrerebbe che Macron abbia interferito approfittando del vuoto di potere e, secondo un’indiscrezione di Le Figarò, abbia parlato anche con l’Hezbollah. Il giornalista autore dell’articolo non se l’è vista bella quando il presidente francese gli si è scagliato contro.

Molti libanesi hanno deciso di lasciare il paese in preda alla disperazione e Human Rights Watch riporta che alcuni di loro, approdati a Cipro, sono stati respinti.

Leggi anche: Luglio 2020, tutto quello che è successo nel mondo

Settembre 2020, accenni di pace in Libia

Fayez al-Sarraj, il capo del governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, ha annunciato le sue dimissioni. Ha sorpreso il fatto che abbia deciso di uscire di scena proprio dopo la ritirata del suo nemico, il generale Haftar, grazie all’intervento nel conflitto libico di mercenari siriani inviati da Erdogan. Non solo, Haftar ha anche annunciato la riapertura dei pozzi petroliferi che aveva bloccato 8 mesi fa.

Quali sono le vere ragioni di questa mossa?

Si va verso una nuova conferenza internazionale. Nel frattempo l’ONU ha condannato il paese per crimini e violenze perpetrati nei confronti dei migranti intrappolati nei centri di detenzione.

Settembre 2020, Europa tra Brexit, Covid e migrazioni

Il Covid è ripreso forte nel cuore dell’Europa. Francia, UK e Spagna sono le più colpite con picchi di decine di migliaia di contagi giornalieri.

Ma oltre alla gestione della pandemia e della conseguente grave crisi economica, l’Ue deve ancora trovare la quadra per sistemare una volta per tutte la questione Brexit. Le cose però si complicano con il disegno di legge con cui Londra tenta una modifica dell’accordo, perdendo la fiducia di Bruxelles. Ed è ultimatum.

Altro problema urgente da risolvere è la questione migrazioni. Dopo l’incendio che ha devastato il campo profughi greco di Moria a Lesbo, lasciando circa 13.000 persone senza un riparo, si è rianimato con forza il dibattito sulla gestione dei migranti e sull’abolizione dell’impopolare Trattato di Dublino. Purtroppo però la Commissione presenta un piano che delude le aspettative.

Ulteriore problema è il tentativo di sconfinamento marittimo della Turchia che tenta di accaparrarsi tratti di costa greca con fini estrattivi, in barba al Diritto Internazionale e alla Convenzione di Montego Bay.

Macron tenta di mettere pace durante un vertice in Corsica difendendo le ragioni greche ed uscendo con un accordo per cui Atene aumenta di un terzo le spese militari stanziate principalmente a vantaggio dell’industria degli armamenti francese.

Era il 1948 quando è stata firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Sono passati ben 72 anni e possiamo considerare questo settembre 2020 il mese dei diritti violati. Questo il bilancio: Popolazioni Amazzoniche vessate e derubate della propria terra; migranti vittime di violenza e abbandonati a se stessi, di cui donne costrette all’isterectomia; attivisti e manifestanti picchiati; oppositori politici avvelenati, costretti alla fuga dal proprio paese, arrestati; liberi informatori silenziati per aver detto la verità e si potrebbe andare avanti ancora per pagine.

E meno male che il Covid ci doveva cambiare in meglio.

Leggi anche: Agosto 2020 – Tutto quello che è successo nel mondo

di Cecilia Capanna

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