Luglio 2020, tutto quello che è successo nel mondo

Prosegue la pandemia. Luglio comincia con la riapertura delle frontiere e finisce con quasi 16 milioni di contagi da Covid in tutto il mondo.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
spot_img

Nell’arco del mese di questo luglio 2020 seconde ondate della pandemia e nuove chiusure interessano molti paesi ma la previsione peggiore è per l’autunno. Si continuano a dare numeri che non tornano, come in Iran, per esempio, dove c’è chi dice che i contagi siano addirittura 25 milioni, contro le stime ufficiali. Sebbene la ripresa delle attività commerciali tenti di arginare la crisi mondiale, l’economia è in gravissime condizioni, soprattutto in paesi che erano già in difficoltà prima dell’arrivo del virus. In Europa una lunghissima gestazione ha finalmente portato al parto del Recovery fund, con lo stanziamento di 750 miliardi, sotto l’ultima presidenza semestrale della cancelliera tedesca Angela Merkel.

Fortunatamente, la corsa al vaccino sembrerebbe dare i primi risultati, in pole position il vaccino russo ma l’asse Oxford-Pomezia, (Istituto Jenner dell’università di Oxford ed azienda italiana Irbm di Pomezia) sforna il candidato vaccino più promettente, forse pronto già a settembre.

Leggi anche: Giugno 2020, tutto quello che è successo nel mondo

Problemi ambientali all’ombra del Covid

Il Covid continua dunque a fare vittime e a infuriare, soprattutto in USA, Brasile, Russia e India, mentre i problemi ambientali vengono silenziati se non minimamente discussi con accenni di green deals in Europa. Intanto l’inquinamento da mascherine e guanti è stato stimato di 300 mila tonnellate a fine 2020 e il pianeta si fa sentire con alluvioni in Nepal, caldo record in Artico e con l’uragano Hanna in Texas.

Mentre i negazionisti del cambio climatico resistono, quelli del Covid (che spesso sono gli stessi) cominciano a desistere. Trump comincia a indossare la mascherina in pubblico, Bolsonaro viene infettato, così come la presidente boliviana Jeanine Anez.

Nonostante tutto quello che è successo da febbraio con la pandemia, il mondo di prima, sebbene con molti più poveri e restrizioni sociali, sembra riprendere tale e quale. Tutte le riflessioni sui sistemi sanitari da rinforzare, sull’inquinamento da abbattere, sulle politiche da rivedere, sembrano svanite nel nulla.

Non-cambiamento anche con i risultati delle tornate elettorali di luglio in Polonia, Russia e Siria.

In Polonia si riconferma il presidente Duda, nonostante al primo turno si fosse aperto uno spiraglio democratico.

In Russia passa il referendum sulla riforma costituzionale che però è legato alla riconferma di Putin. Il presidente resterà in carica dopo la fine del proprio mandato nel 2024, fino al 2036. Per altro, Putin sarebbe al centro di sospetti per cui, secondo alcune intercettazioni, avrebbe pagato i talebani per colpire gli USA in Afghanistan.

In Siria la vittoria di elezioni più o meno farlocche da parte della coalizione di Assad legittima il regime a livello internazionale profilando una soluzione del conflitto che ripropone una situazione simile a quella prima della guerra. Unici cambiamenti sono le interferenze e relative spartizioni del paese da parte di Russia e Turchia e 9 anni di distruzione, morti e sfollati.

Luglio 2020, la guerra continua

La situazione in Libia sembra molto simile a quella siriana. Mentre i diritti dei migranti vengono spudoratamente violati fuori e dentro i centri di detenzione, il conflitto tra Haftar e al-Sarraj continua con la presenza in campo dei soliti noti: Russia e Turchia. Sirte è la pedina da conquistare per determinare le sorti della guerra che potrebbe trovarsi a un punto di svolta dopo che il parlamento egiziano ha deliberato l’intervento delle proprie forze militari.

A proposito di Egitto, è finito in fuffa il vertice Cairo-Roma sulla questione Regeni, per cui la famiglia del ricercatore scomparso chiede il ritiro dell’ambasciatore italiano. Mentre Patrick Zaki, lo studente all’università di Bologna in carcere in Egitto da febbraio, si è visto rinnovare la detenzione di 45 giorni, per l’ennesima volta. Anche qui nessun cambiamento.

Continuano anche gli scontri tra Armenia e Arzebaijan con scambi di accuse e colpi di artiglieria, così come la guerra in Yemen in cui il Regno Unito torna a vendere armi all’Arabia Saudita, anche se negli ultimissimi giorni del mese i separatisti hanno annunciato di rinunciare all’autonomia nel sud del paese e di essere disposti a firmare la pace.

Sembrava a una svolta anche l’atavico attrito tra Kosovo e Serbia ma il vertice previsto a Washington per intavolare la trattativa tra i due paesi, che si sarebbero finalmente accordati sullo scambio di territori, è stato cancellato: l’intervento da “deus ex machina” di Trump è andato in fumo.

Mattarella e Pahor, uniti per non dimenticare

A proposito di Balcani, è sicuramente storica la foto di Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor mentre, mano nella mano, commemorano insieme per la prima volta sia le vittime della foiba di Basovizza che quelle della resistenza delle minoranze slave al fascismo, e riconsegnano il Narodni Dom di Trieste alla comunità slovena. Una buona notizia di cambiamento.

Uniti per cambiare

Non cambia nulla nemmeno in Bulgaria, dove strade e piazze si riempiono da settimane per le mobilitazioni di moltissimi giovani contro la corruzione del governo. Infatti il premier Borissov reagisce facendo il gioco delle tre carte: fa dimettere tre ministri e se la cava con il rimpasto del governo.

Fronte contro la Cina

Proteste più violente che mai anche a Hong Kong, dopo che la Cina approva la legge che le dà poteri speciali sulla penisola. Interferenze e sostegno arrivano da parte di attori internazionali, velatamente interessati al proprio tornaconto, come Gran Bretagna, Australia, USA e Taiwan. In particolare, il Regno Unito offre la residenza ai rifugiati in fuga dalla penisola e minaccia Pechino di annullare gli accordi per l’estradizione. Le prese di posizione contro la Cina sono anche sul fronte 5G, per cui viene esclusa Huawei dal progetto della rete su suolo britannico e la colpa viene data alle pressioni degli Stati Uniti che starebbero costruendo un vero fronte anti-Pechino.

Da parte loro i social media bannano i post cinesi contro le proteste di Hong Kong e Trump lancia sanzioni per i dirigenti cinesi che applicano le nuove regole di sicurezza repressive nel paese e per le banche che hanno attività con loro. Curioso il fatto che il presidente americano sostenga le mobilitazioni altrui mentre a casa sua le reprima dispiegando la guardia federale, forse si spiega tutto con le elezioni presidenziali imminenti?

L’escalation della efferata guerra commerciale che il presidente americano ha con la Cina porta addirittura alla mutua chiusura di consolati, cinese a Huston e americano nella capitale del Sichuan e spuntano storie di spie, come la scienziata cinese rifugiata nel consolato del suo paese a San Francisco.

App e social media attori politici

Mentre l’India sospende 589 app sviluppate da aziende cinesi perché metterebbero a rischio la sicurezza del paese, Donald Trump scatena una battaglia con il social cinese TickTock, non curante dei problemi che ha con i social di casa sua, che bannano i suoi post o si prestano come strumenti per boicottare rally di ultra destra.

Anche Facebook, nell’occhio del cicolne di polemiche internazionali legate alla privacy e alla mancanza di una regolamentazione nei confronti di fake-news e odio in rete, decide di bloccare i post di estrema destra. Che ruolo avranno i social nelle presidenziali 2020? Cambierà qualcosa?

Trump perde terreno

A cento giorni dalla resa dei conti, nei sondaggi Donald viene dato indietro negli stati chiave rispetto a Biden.

La sua campagna elettorale caotica ha perso colpi in questo luglio 2020, la sua pessima gestione del Covid ha pesato moltissimo, con il contributo anche di altri insuccessi, come il fallimento del suo piano di pace in Medio Oriente, per cui Israele all’ultimo momento ha deciso di non annettere parti della Cisgiordania, evitando la condanna a livello internazionale.

Intanto l’Iran ha emesso contro di lui uno dei 36 mandati di arresto per l’uccisione del generale Qassem Soleimani lo scorso gennaio a Bagdad. Cambierà qualcosa negli USA?

Venti di cambiamento in Sudan

Insomma, anche in questo mese di luglio tanti cambiamenti desiderati, annunciati e delusi, tanti non-cambiamenti, ma anche qualche vento di novità, come in Sudan con la modifica di diversi aspetti della legge islamica del paese, per cui non rischiano più la pena di morte gli accusati di apostasia, ai non musulmani è permesso bere alcolici e sono vietate le mutilazioni genitali femminili. Con questa nota di speranza da qui è tutto, grazie per l’attenzione, al prossimo mese!

Leggi anche: Aprile 2020, perché non lo dimenticheremo

di Cecilia Capanna

spot_img

Correlati

Stellantis, approvato il maxi stipendio del CEO Carlos Tavares: quanto guadagnerà al giorno

Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler, ha...

Zelensky dopo gli attacchi iraniani avanza una proposta agli alleati occidentali

Dopo l'attacco dell'Iran contro Israele, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato una specifica...

Israele chiede all’ONU tutte le sanzioni possibili per l’Iran: qual è stata la risposta?

Secondo il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, il Medio Oriente si trova attualmente "sull'orlo...
Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
spot_img