giovedì, 23 Ottobre 2025
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“Scrivi quando arrivi”: il gruppo Whatsapp che ti accompagna nei tragitti pericolosi

L'iniziativa promossa da una giovane studentessa 22enne sti sta diffondendo a macchia d'olio. "Hai paura di tornare a casa da sola?" Ti basta scrivere al gruppo Whatsapp "Scrivi quando arrivi".

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Scrivi quando arrivi” non è soltanto una frase rassicurante utilizzata nei confronti della persona che deve rientrare da sola, è anche il nome del gruppo Whatsapp, ideato, da una giovane studentessa veneta, per far compagnia a centinaia di donne durante i tragitti non proprio sicuri verso l’abitazione.

L’ideatrice di questa meravigliosa iniziativa si chiama Samia Outia, 22enne veneta di origini marocchine, ha deciso di supportare tutte quelle ragazze che si ritrovano a rientrare a casa, dopo il lavoro o una serata con gli amici, da sole.

“Scrivi quando arrivi”: come è nata l’idea di Samia Outia

L’idea di creare un gruppo Whatsapp è nata a seguito di alcuni fatti di cronaca, dal femminicidio di Giulia Cecchetin ai casi di violenza sessuale accaduti in via dell’Unione e delle Belle Arti.

Per cercare al massimo di aiutare le donne, vittime di violenze, di catcalling e di pedinamenti vari, Samia e le sue amiche hanno deciso di creare una vera e propria rete di supporto, una sorta di monitoraggio sempre attivo.

L’obiettivo del gruppo è quello di garantire conforto e una sorveglianza volta a controllare che nel tragitto verso casa non accada nulla di pericoloso. L’iniziativa è stata pubblicizzata con dei volantini appesi in giro per le Università di Bologna.

In pochissimo tempo, tantissime ragazze hanno aderito alla proposta di accompagnare le altre “sorelle” o chiunque si sentisse in pericolo, nel percorso verso la propria abitazione.

Hai paura di tornare a casa da sola? Anche io.

Alla luce degli ultimi fatti di cronaca accaduti siamo incazzate ma anche preoccupate per la nostra incolumità e quella della nostre sorelle amiche e compagne.

Organizziamoci, scrivi a @scriviquandoarrivi

“Scrivi quando arrivi”: come funziona il gruppo Whatsapp creato da Samia Outia

Per accedere al gruppo Whatsapp, basta rispondere a qualche domanda. Samia ha dovuto infatti inserire dei filtri di verifica per evitare che qualche malintenzionato vi si possa infiltrare.

Se hai paura a tornare a casa da solo, puoi essere coinvolto.

Poi, facciamo delle verifiche prima di aggiungere qualcuno in un gruppo, per evitare l’ingresso di malintenzionati, ma non mi metto di certo a chiedere qual è il sesso d’appartenenza.

L’iniziativa nata a Bologna, si è in pochissimo tempo diffusa a macchia d’olio anche a Roma, Torino, Firenze e Bergamo. Le richieste di iscrizione arrivano soprattutto da donne, di età diversa, con trascorsi differenti, ma anche da trans e da persone appartenenti alla comunità queer.

Lo scopo di “Scrivi quando arrivi” è creare una rete di supporto e aiuto verso chi non si sente al sicuro in specifici momenti della giornata o di chi ha paura di fare brutti incontri nel tragitto per rientrare nella propria abitazione dopo una giornata di lavoro o di svago.

“Scrivi quando arrivi” e “DonneXstrada” non possono essere la soluzione

Per quanto le iniziative in favore delle donne siano lodevoli e meritevoli di plausi, non devono e non possono essere la soluzione definitiva.

Se da un lato, si avverte l’esigenza di difendere, giustamente, tutte quelle persone che non si sentono sicure nel rientrare a casa con progetti fai da te, dall’altro, è sempre più evidente lo scarso interesse da parte dello Stato italiano nel tutelare queste categorie ed evitare alcune spiacevoli situazioni.

Donnexstrada continua a garantire il suo sforzo concreto, “Scrivi quando arrivi” ha registrato in pochissimo tempo il boom delle iscrizioni, cos’altro ci vuole per far rendere conto alla casta dei politici che è necessario un intervento massivo?

Le persone, soprattutto le donne, non si sentono tranquille nel percorrere certe strade in determinati orari. Oltre a guardare e ad elogiare queste straordinarie iniziative, cosa pensa di fare lo Stato italiano?

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Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.

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