Scozia, assorbenti gratis per tutte: “È il primo paese al mondo”

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il parlamento scozzese, quasi all’unanimità, ha approvato ieri la legge Period Products Bill per rendere i prodotti legati al ciclo mestruale gratis per tutte le donne. Se la legge dovesse passare il secondo step di revisione ed emendamenti, la Scozia diventerà la prima nazione al mondo dove assorbenti e tamponi saranno accessibili a tutte senza esborso economico. I prodotti saranno reperibili nei luoghi pubblici, nelle farmacie e nei centri sociali, come del resto si trovano già dal 2018 in tutte le scuole di ordine e grado.

Il ciclo non è una scelta

La parlamentare Monica Lennon, che si batte dal 2017 per l’approvazione della legge, aveva sottolineato:

Questi non sono prodotti di lusso. Sono invece necessari e nessuna in Scozia dovrebbe rimanere senza assorbenti e tamponi durante il ciclo. Stiamo cambiando la nostra cultura ed è entusiasmante vedere gli altri paesi guardarci ammirati per quello che stiamo facendo.

Partendo dal presupposto che il ciclo mestruale non sia una scelta, ma un onere biologico, la laburista ha strenuamente perseguito il diritto di tutte le donne di avere accesso ai prodotti per le mestruazioni. Non accessori, quindi, ma necessità a cui non si può rinunciare.

Una pietra miliare per l’uguaglianza di genere

Il provvedimento, da circa 29 milioni di euro all’anno, si fonda sul principio che i prodotti per il ciclo mestruale siano equiparabili a presidi sanitari e nasce dalla necessità di contrastare il period poverty, ovvero l’impossibilità economica di reperire i prodotti igienici. Da un’indagine condotta in Scozia, risulta che ogni donna e ragazza debba spendere almeno l’equivalente di 12 euro in assorbenti al mese, costo troppo esoso per le persone che versano in condizioni di povertà o di vulnerabilità. Quasi il 20% delle donne nel Regno Unito è costretta a scegliere prodotti meno efficaci ma più a buon mercato. Nel 2018, poi, è emerso che il 25% delle donne abbia mancato almeno una volta scuola o lavoro a causa dell’impossibilità di acquistare gli assorbenti. Una condizione inaccettabile per un paese sviluppato. Continua Monica Lennon:

L’approvazione della legge sarebbe una pietra miliare nella nostra storia, ma soprattutto manderebbe un chiaro segnale a tutti su quanto il nostro paese tenga nella massima considerazione l’uguaglianza di genere.

Leggi anche: New York, fasciatoi obbligatori anche nei bagni degli uomini

Un modello di civiltà

Il caso della Scozia segna una nuova tacca nella marcia verso la civiltà e la parità di genere. Sin dal 2016 la cosiddetta “tampon tax” è stata nel mirino delle associazioni per i diritti delle donne nel Regno Unito. L’ex premier David Cameron aveva dichiarato di voler togliere le tasse dai prodotti per l’igiene femminile, ma aveva riscontrato dei problemi per via dei vincoli dell’Unione europea sulle aliquote fiscali. Se in Inghilterra, Spagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, India le tasse sui prodotti sono già ridotte o in via di riduzione, l’Italia rimane ancora una volta indietro. Ogni prodotto è infatti tassato ancora con l’IVA al 22%, salvo gli assorbenti biodegradabili e compostabili, non molto comuni perché difficili da trovare. Leggi anche: Egitto, la prima azienda che riconosce alle donne un giorno di ferie per il ciclo mestruale di Enrica Vigliano

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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