Oggi si deve ricordare il giudice Paolo Borsellino

Il 19 luglio 1992, a due mesi dalla morte del collega e amico Giovanni Falcone, moriva per mano della mafia un altro grande eroe della storia italiana, il giudice Paolo Borsellino.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Sono passati oggi 28 anni dal boato in Via d’Amelio 21. Boato che si portò via il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un solo sopravvissuto, a raccontarci l’incubo di chi si è visto morire colleghi e amici per mano della mafia, Antonino Vullo. Oggi nella Regione Sicilia diversi i momenti per ricordare sia i caduti di Via d’Amelio, sia anche tutti i morti per mafia, ad iniziare dall’altro grande eroe italiano, il giudice Giovanni Falcone, assassinato il 23 maggio 1992.

Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono Entrato per caso. E poi sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno. Paolo Borsellino

Paolo Borsellino
Una fotografia dei rsti dopo la bomba che uccise Paolo Borsellino in Via d’Amelio il 19 luglio 1992.

Leggi anche:“Quarantena obbligatoria”: l’appello alla Mafia di un professore universitario

L’uomo, e gli uomini eroi

Paolo Borsellino, insieme al collega e amico d’infanzia Giovanni Falcone, è stato uno dei giudici che hanno rivoluzionato il modo sia di capire sia di combattere la mafia corleonese e siciliana tutta. Lui e Falcone, cresciuti insieme a Palermo, sono stati tra i magistrati più iconici e fondamentali del cosiddetto Pool antimafia, nato da un’idea del magistrato Rocco Chinnici, anch’esso assassinato da Cosa Nostra nel luglio 1983. Il pool antimafia verrà poi guidato (ereditato dopo la morte di Chinnici) da un altro celebre magistrato, il giudice Antonino Caponnetto. Il risultato di questo nuovo modo di operare si avrà nel mastodontico maxiprocesso di Palermo iniziato nell’ottobre 1986. Quest’ultimo fu uno dei risultati più imponenti nella lotta alla mafia che vide inizialmente 475 imputati e portò a delle sentenze per migliaia di anni di reclusione. Falcone e Borsellino furono tra i massimi artefici di questi risultati rivoluzionari nel contrasto alla mafia. Risultati che costeranno la vita sia a loro che ai loro agenti della scorta.

Possiamo sempre fare qualcosa. Massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto. Giovanni Falcone

La morte di Falcone e Borsellino

Un maxiprocesso che vedrà la mafia colpita nel cuore, ma neanche lontanamente sconfitta. La rappresaglia sarebbe stata sanguinosissima, con la stagione delle stragi del 1992/1993. Il 23 maggio un’intera autostrada verrà fatta saltare in aria da Cosa Nostra, all’altezza di Capaci in provincia di Palermo, per uccidere il giudice Falcone. Insieme a lui persero la vita la moglie, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro. Poco meno di due mesi dopo in via d’Amelio a Palermo un intero parcheggio esploderà portandosi via il giudice Borsellino e la sua scorta, mentra andava a trovare la madre.

Le stragi 1992/1993

Non si fermeranno gli attentati e le bombe, seguiranno infatti la Strage dei Gergofili a Firenze o anche la Strage di Via Palestro a Milano, per un totale di 10 morti, fino al 1993 (1994). Tanti sono i nomi di chi ha perso la vita cercando di fermare quello che è un cancro devastante per il nostro Paese. Pio la Torre, Peppino Impastato, Piersanti Mattarella, il generale Dalla Chiesa, padre Pino Puglisi, Pippo Fava e molti, molti altri, che ognuno di noi deve avere l’impegno di ricordare nomi e storie.

Importante è parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la modalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Don Pino Puglisi

Paolo Borsellino
I resti dopo la bomba esplosa a Capaci che uccise Giovanni Falcone il 23 maggio 1993.

Leggi anche: Strage di Capaci: drappi bianchi sui balconi per non dimenticare

Oggi li ricordiamo

Diversi gli eventi a Palermo per ricordare il giudice Borsellino e tutti gli altri caduti per mafia. Alle 9.30 delle corone di alloro saranno deposte presso i cimiteri Santa Maria di Gesù e dei Rotoli. Alle 18.30 la consueta cerimonia commemorativa, alle 19.30 invece una messa presso la Cattedrale. Alle 20.30 dinanzi la questura verranno letti dei brani tratti dal libro di Agnese Borsellino “Ti racconterò tutte le storie che potrò”. Una serie di eventi anche in “digitale” per le norme anti-Covid organizzati dal Movimento Agende Rosse. Chiudiamo con uno degli ultimi discorsi del giudice palermitano:

Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: “Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”

Paolo Borsellino
Una fotografia iconica di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
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Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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