Reddito energetico per le rinnovabili, cos’è e come si ottiene

Verso un futuro verde e rinnovabile, il reddito energetico favorisce le fasce di popolazione meno abbienti per promuovere l'energia pulita.

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Impianti fotovoltaici per tutti, anche per le persone meno abbienti: ecco quello che prevede la misura del reddito energetico, che, nel 2020, ha stanziato 200 milioni di euro a fondo perduto per nuove installazioni.

La misura, voluta fortemente dall’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro, è stata recepita dalle regioni e comincia a dare i suoi frutti.

Cosa prevede il reddito energetico

Il fondo pubblico è rivolto a quei cittadini che, nonostante un reddito basso o modesto, intendano valorizzare la propria abitazione con un impianto fotovoltaico, partecipando attivamente alla transizione energetica.

Uno strumento che non lascia dietro nessuno, per poter vincere tutti insieme la sfida della sostenibilità, che combatte la povertà energetica, soprattutto nel sud Italia, e allo stesso tempo promuove le energie rinnovabili.

Come funziona il reddito energetico

Una volta che le regioni stanziano i contributi a fondo perduto, viene indetta una gara d’appalto per identificare i fornitori degli strumenti e della manodopera necessari per l’installazione di impianti fotovoltaici domestici.

Gli interessati, ossia gli utenti finali, possono richiedere, in base al reddito, di accedere alle sovvenzioni, a patto che venga stipulato un contratto con il GSE in cui il beneficiario si impegna a cedere l’eccedenza di energia elettrica prodotta dall’impianto alla rete, come compensazione.

Le eccedenze e i ricavi ottenuti dal GSE vendendo l’energia acquisita saranno reimmessi nel fondo per il reddito energetico.

Tutte le spese di acquisto materiali, messa in posa dell’impianto, manutenzione straordinaria sono a carico della regione, mentre i costi di manutenzione ordinaria rimangono sulle spalle degli utenti beneficiari.

Leggi anche: Scambio sul posto, come valorizzare l’energia elettrica dai pannelli fotovoltaici

Chi può richiedere il reddito energetico

Reddito energetico famiglia

In virtù della sua stessa natura, il reddito energetico è destinato solo alle fasce di popolazione che versano in condizioni economiche più svantaggiate.

Garantire la possibilità alle persone meno abbienti di acquistare gli impianti fotovoltaici, gli annessi e connessi, è dunque subordinato dalla fascia di reddito in cui si trovano.

In base alla dichiarazione ISEE, che varia da regione a regione, è possibile stabilire quali siano le soglie di reddito per richiedere i contributi.

Il progetto pilota a Porto Torres

Il progetto per la misura del reddito energetico è stato introdotto in via sperimentale in Sardegna nel comune di Porto Torres già a partire dal 2018, anche se la prima ideazione è del 2017.

Con grande soddisfazione delle autorità locali e dei cittadini, il fondo rotativo istituito per l’occasione ha prodotto una serie di risultati incoraggianti.

In un solo anno solare sono stati installati oltre 50 impianti fotovoltaici, per un totale di 9.000 euro di risparmio per le famiglie del comune che hanno cominciato anche a recepire l’abbassamento della bolletta di circa 150 euro.

Grazie agli impianti è stato possibile anche ridurre di 65 tonnellate l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera.

L’esempio della Puglia

Risale a qualche giorno fa l’approvazione del regolamento del provvedimento in Puglia, dove sono stati stanziati 6 milioni di euro.

L’obiettivo della regione, oltre all’installazione di quasi un migliaio di impianti da 3 kW, è anche quello di creare posti di lavoro, rilanciando l’economia locale e orientandola verso le risorse rinnovabili.

Le persone aventi diritto, potranno quindi chiedere un contributo a fondo perduto fino a 6.000 euro per l’installazione di impianti solari domestici o microeolici, che può essere esteso fino a 8.500 euro in caso si vogliano installare anche i relativi sistemi di accumulo.

L’attenzione per i più deboli

Una volta ricevute le richieste dagli enti preposti, l’erogazione dei contributi favorirà le fasce di popolazione più precarie.

Il regolamento, infatti, stabilisce la priorità per i nuclei familiari con reddito basso, in base all’ISEE, o quelli numerosi, dove sotto lo stesso tetto vivono 5 o più componenti.

Una particolare attenzione è rivolta anche alle famiglie dove vivono anziani, minori e portatori di handicap.

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