Rebel’s Brewery, il Netflix della birra artigianale è a Roma

La birra artigianale a Roma è uno stile di vita. Abbiamo incontrato i fondatori di Rebel's Brewery, un birrificio unico nel suo genere, per farci raccontare la loro storia. Ecco cosa ci siamo detti.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Il ponentino che accarezza le strade di Roma nelle sere d’estate va goduto in compagnia e con una birra tra le mani. Perché Roma, oltre che capitale d’Italia, è la capitale della birra artigianale in Italia, e attira sempre più appassionati e curiosi.

Negli ultimi 15 anni, il trend della birra artigianale nella Capitale ha vissuto una vera e propria fioritura, con locali dedicati e realtà sperimentali che arricchiscono il mercato di un’offerta sempre nuova.

Rebel’s Brewery, un progetto di birra artigianale unico nel suo genere

Abbiamo incontrato i fondatori di Rebel’s Brewery, un birrificio artigianale romano con una mission unica nel suo genere: esprimere la passione per la birra unendo tradizione e sperimentazione. Qualcuno li ha rinominati “Il Netflix della birra“, una vera e propria fucina di idee dove a competenza e passione si uniscono un’insaziabile curiosità per la sperimentazione e il coraggio di osare con abbinamenti inaspettati.

È così che, oltre le etichette stravaganti, criptiche o provocatorie, ogni sorso regala un’esperienza unica, dietro alla quale si scorge lo zampino dei quattro fondatori: Andrea Casini, Riccardo Di Profio, Raffaele Lucadamo e Andrea Martorano, uniti prima dalla passione per le birre artigianali e poi da un’avventura professionale che, col tempo, si è trasformata in una vera e propria missione.

Abbiamo chiesto a Rebel’s cosa vuol dire vivere il fenomeno birra artigianale a Roma e, soprattutto, per Roma. Li abbiamo incontrati al fresco del loro Summer Garden per farci raccontare la loro storia e quella di Rebel’s Brewery.

birra artigianale

L’intervista

Un richiamo alla storia è d’obbligo: com’è nata Rebel’s Brewery?

Il progetto è nato nel 2010, quasi per gioco. Ci conoscevamo già, ma venivamo ognuno da un ambito diverso. A quel tempo a Roma il trend della birra artigianale era solo all’inizio e anche noi ci divertivamo a provare sempre nuove birre. A quel punto ci siamo detti… “Perché non provare anche noi a sperimentare”?

Abbiamo allestito un vero e proprio laboratorio nella casa estiva di uno di noi, dove creare le nostre prime birre e proporle sulla scena romana e riscontrato un parere favorevole da parte dei pub, che ci hanno spinto a portare il progetto a un livello successivo. Ci siamo messi in gioco: abbiamo accantonato i nostri lavori per buttarci a capofitto in questo progetto.

Il nome dell’azienda è diretto e irriverente, come mai proprio “Rebel’s Brewery”?

Accantonare tutto per dedicarci alla birra artigianale è stata una scommessa: volevamo un nome che rappresentasse quello che questo progetto ha significato per noi. Rebel’s Brewery incarna la ribellione e la rivoluzione che abbiamo fatto nelle nostre vite: trasformare una passione in una realtà stabile. Ma racconta anche il nostro modo di approcciarci alla birra artigianale: sperimentando sempre con combinazioni insolite e creando armonie inaspettate.

Leggi anche: Gli italiani amano la birra: crescono i consumi anche con le chiusure. Un record da due miliardi

Come siete riusciti a inserirvi nel mercato della birra artigianale?

Il nostro percorso è stato abbastanza veloce, sia come approccio al mercato che come riconoscimento a livello settoriale del prodotto e del marchio. Roma è da quasi 15 anni la capitale della birra artigianale, e noi ci siamo trovati a vivere il picco di questo trend entrando a gamba tesa. Ma tutto questo è stato possibile anche perché abbiamo aperto il birrificio all’interno del raccordo.

È stato davvero così caratterizzante avere il birrificio all’interno del raccordo?

Avere un birrificio artigianale all’interno di Roma significava avere un prodotto a chilometro zero e proprio durante l’ascesa delle birre artigianali, in un periodo in cui quasi tutti i grandi birrifici erano al Nord. Abbiamo puntato sulla freschezza del prodotto, che veniva consegnato il giorno stesso della produzione.

Nel mondo delle luppolate, come si vede dal fenomeno americano, le birre artigianali danno il massimo nel breve periodo. Anche per questo facciamo grande attenzione a mantenere la catena del freddo: i nostri prodotti arrivano refrigerati e conservati perfettamente perché la bevuta sia sempre ottimale e il sapore resti come noi lo abbiamo ideato.

A proposito di scuola americana, quanto ha influito sull’identità di Rebel’s Brewery?

Molto. Per imparare a destreggiarci nel settore birra ci siamo focalizzati principalmente sulla scuola americana e su quella belga. Abbiamo studiato sui libri le caratteristiche delle materie prime: acqua, luppolo e lieviti. Ma abbiamo completato la formazione viaggiando molto all’estero nelle varie capitali della birra: Londra, Bruxelles e USA, dove siamo andati a sperimentare gli stili principali per cercare di adattarli ai nostri gusti.

È stato un percorso impegnativo sia in termini economici che di tempo, ma è fondamentale per arrivare a una concezione di birra artigianale che ora ci è molto più chiara.

birra artigianale

Parliamo del presente: cosa ha significato per voi l’era Covid e in che modo avete vissuto gli eventi dell’ultimo anno?

Gli eventi dell’ultimo anno sono stati di certo straordinari: con la pandemia che ha cambiato le nostre abitudini a partire dal 2020, pub e ristoratori non hanno potuto proseguire le proprie attività in maniera regolare. Abbiamo capito che era necessario cambiare qualcosa, trovare soluzioni, non limitarci a stare in balia degli eventi.

Abbiamo notato che i nostri clienti continuavano a chiederci di lavorare insieme. Allora ci siamo organizzati con i nostri mezzi e la nostra logistica per consegnare le birre direttamente ai clienti di Roma e dintorni. Questo ci ha permesso di intrecciare nuovi rapporti e vedere sempre nuove persone che si appassionavano a Rebel’s, con un feedback continuo e diretto. Così ci è venuta l’idea degli abbonamenti.

Un abbonamento al birrificio artigianale? Cosa vuol dire?

La possibilità degli abbonamenti esiste già in altri campi, come la cosmetica o l’ortofrutta. Ci siamo ispirati a questa idea e l’abbiamo adattata al nostro mondo, creando dei box speciali dedicati agli amanti della birra artigianale o a quelli che vogliono avvicinarsi a questo mondo e cercano una soluzione comoda e originale.

I box vengono consegnati una volta al mese e contengono tutte le novità in edizione limitata, come sempre fresche di produzione e refrigerate. Ma ci sono anche altri vantaggi, come scontistiche dedicate, merchandising esclusivo e tour con degustazione.

A proposito di edizioni limitate, com’è stata la risposta del pubblico all’idea delle birre one-shot?

Molto positiva, ultimamente le one-shot sono tra le più richieste. L’idea di una birra one-shot, quindi in edizione limitata, si sposa alla perfezione con la nostra mission: andiamo a sperimentare con nuovi tipi di luppoli, spezie e puree di frutta. Cerchiamo di ottenere combinazioni insolite, in particolare miscelando i prodotti della nostra tradizione con quelli orientali ed esotici, per un risultato ogni volta diverso.

Ma abbiamo anche delle core beer, un gruppo di birre storiche che sono ormai parte della nostra identità. Anche in questo caso si tratta di prodotti insoliti, dove l’IPA incontra l’Australia e la Tripel si profuma di bergamotto.

Anche il formato che avete scelto è unico nel suo genere, come mai la scelta della birra in lattina?

Abbiamo deciso di puntare sulla lattina per diversi motivi. Prima di tutto, le birre in lattina si conservano meglio perché non c’è passaggio di luce e la qualità del prodotto non viene minimamente intaccata. In questo modo rovesciamo lo stereotipo che vorrebbe la birra in lattina come prodotto sottomarca di scarsa qualità: in realtà è esattamente il contrario!

In più, la lattina è una scelta che permette molta più personalizzazione grafica, e anche in questo senso abbiamo deciso di rendere ogni prodotto originale e riconoscibile. La nostra produzione è così variegata da arrivare a 50 birre ogni anno, ognuna con un packaging diverso. Una volta consumata la birra all’interno, diventa un vero oggetto da collezione, anzi, molti clienti ci mandano le foto delle lattine vuote, che utilizzano per decorare casa!

birra artigianale

Il futuro di Rebel’s? Quali progetti?

Da un punto di vista di produzione, con l’ecommerce e gli abbonamenti vorremmo cercare sempre più di arrivare direttamente a casa dei consumatori. Puntiamo anche all’estero, ma crediamo che sia fondamentale la consegna rapida e senza intermediari.

Oltre a questo, ci stiamo attrezzando per ampliare le potenzialità del nostro Summer Garden, uno spazio dedicato alla degustazione all’interno del birrificio. Vorremmo renderlo un punto di ritrovo fisso e non solo stagionale, un polo che offra non solo birra ma anche comunità, perché la birra artigianale è soprattutto convivialità.

Un’ultima cosa: riassumete Rebel’s Brewery in sole 3 parole

Sicuramente i nostri valori irrinunciabili sono e saranno sempre: varietà, qualità e condivisione.

Leggi anche: Mirto: storia, proprietà e ricetta originale del liquore sardo

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