Professioni emergenti, quali le più richieste nell’Italia post pandemia

Professioni 2030, come sta cabiando il mercato del lavoro in Italia e quali saranno le professioni più ricercate dopo la pandemia?

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Professioni emergenti, come sta cambiando il mercato del lavoro in Italia e quali saranno le professioni più ricercate dopo la pandemia?

Esattamente un anno fa, l’ex premier Giuseppe Conte annunciava la stretta nazionale che avrebbe portato al lockdown del paese fino a maggio.

Una manovra che in quel momento sembrava la giusta soluzione a tutti e per tutti. Accomunati (per una volta) da un sentimento, seppur di paura, contro quel virus arrivato da lontano, di cui si conosce poco e nulla.

Eccoci qui 9 marzo 2021, 100.000 decessi dopo. Circa 2.600.000 nel mondo. A oggi la paura del virus, o almeno la percezione che si ha di esso, si è ridotta. Non perché la gente non abbia paura di contrarre la malattia, ma perché oggi quello che preoccupa di più le persone è il lavoro.

Il timore e l’angoscia di morire di fame, dovute a quella che appare sempre di più come una crisi senza fine, sono diventati più grandi.

Crisi economica e del lavoro, l’impatto della pandemia

L’impatto della pandemia ha messo in ginocchio l’economia del Paese. Secondo Istat le famiglie che hanno raggiunto la soglia di povertà nel 2020 sono state 2 milioni, equivalente a un numero complessivo di 5,6 milioni di persone (9,4% della popolazione), il tasso peggiore dal 2005. Il Sud resta l’area dove le condizioni di povertà restano più elevate, 9,3% del totale delle famiglie.

L’Italia continua a essere il terzo peggior paese dell’Europa per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. A settembre 2020 i dati stabilivano che il tasso di disoccupazione nella fascia 15-34 anni si attestava al 39,1%. Per non parlare del tasso di disoccupazione tra le donne arrivato al 48,6%.

Questo rischia di creare quello che molti economisti definiscono “scarring-effect” o effetto cicatrice, ovvero le ricadute economiche a lungo termine sulla vita di un paese, dovute spesso alla difficoltà dei giovani di inserirsi nel mondo del lavoro e dare vita quindi a un ricambio generazionale degno di questo nome.

Leggi anche: La pandemia infierisce sul divario tra ricchi e poveri in Italia e nel mondo

Cos’è la disemployability o difficoltà di inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro

La crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria ha inoltre aggravato il fenomeno della ‘disemployability’, in parole povere la difficoltà a inserirsi o a reinserirsi nuovamente nel mondo del lavoro.

Uno studio che riguarda il futuro delle competenze in Italia, condotta da Pearson in collaborazione con Ernst & Young e Manpower Group – dal titolo Professioni 2030 – ha evidenziato come le categorie più a rischio sono: i giovani lavoratori, le donne, chi non ha una laurea, i lavoratori a tempo determinato e i dipendenti delle piccole e medie imprese.

Professioni emergenti, come saranno i lavori del futuro in Italia

Lo studio Professioni 2030, però, proietta anche un importante focus su quelli che saranno le professioni emergenti in Italia dividendoli in 3 categorie.

Fusione

Sono le nuove professioni create dall’unione di due o più professioni (specialisti delle interfacce umane o tecnico di macchine a guida autonoma).

Distacco

Nuove professioni create per distacco di competenze dalle professioni di origine (addetti all’integrazione con i robot assemblatori o progettista di visite ed eventi virtuali).

Ibridazione

Il cambiamento di alcune professioni assorbono competenze di altre, includendole nella propria (giornalisti o esperti legali in imprese).

Professioni emergenti, +60% di addetti nella grande distribuzione organizzata

Rimanendo concentrati su un futuro un po’ più prossimo, secondo un’altra analisi condotta da Adecco Group, una della più famose aziende di soluzioni e consulenza nel mondo del lavoro, altre posizioni che vedranno aumentare la propria richiesta di risorse dopo la pandemia saranno:

  • infermieri specializzati, operai chimici e farmaceutici +40% rispetto a prima della pandemia
  • addetti alle grandi distribuzioni organizzate (GDO) +60%,
  • esperti e-commerce e addetti alle pulizie e alla sanificazione anche questi con un +40% di crescita sulla richiesta.

Ad oggi però la spiraglio più vicino resta il piano di rilancio europeo Next Generation, chiamato anche “Recovery Fund”, sperando che i 191,5 miliardi messi a disposizione dall’Europa per l’Italia possano mettere le basi per una ripartenza economica generazionale.

Leggi anche: Reskilling, le nuove competenze per trovare lavoro in epoca post Covid

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