Alla Prima della Scala, dopo 51 anni: Placido Domingo per la sua ‘decima’

Per la decima volta, Placido Domingo di nuovo alla Prima della Scala proprio il giorno di Sant'Ambrogio. Causa restrizioni Covid-19, il grande evento sarà senza pubblico.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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La Prima della Scala e la ‘decima’ di Placido Domingo: sono passati ben 51 anni dal quel lontano 1969. Era proprio un 7 dicembre, il giorno dell’esordio con Ernani diretto da Antonio Votto. Nel 1976 era in scena da protagonista, insieme a Mirella Freni, con Otello, diretto da Carlos Kleiber per la regia di Franco Zeffirelli e nel 2001 sempre con Otello di Riccardo Muti. E stasera, il 7 dicembre 2020, il tenore sarà nuovamente alla Scala e concluderà la serata “… a riveder le stelle” interpretando “Nemico della patria” da Andrea Chénier di Umberto Giordano.

La Prima 2020 e la ‘decima’ Prima di Placido

La Prima 2020 e la ‘decima’ di Placido Domingo.

Malgrado la pandemia in corso, l’attesissima Prima, la più attesa di ogni anno, non si farà mancare. La stagione della Scala si apre quest’anno con lo spettacolo “… a riveder le stelle”, diretto da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore, visibile online e in tv. In onda su Rai1, Radio3, su Euroradio e in streaming su Raiplay lunedì 7 dicembre a partire dalle 16.45 con la conduzione di Milly Carlucci e Bruno Vespa e la regia di un gruppo di registi televisivi coordinati da Stefania Grimaldi. Accessibile anche tramite i canali social del Teatro alla Scala di Milano, l’esordio porta con sé in questi tempi difficili l’auspicio di unione e rinascita.

E come emblema proprio di questa speranza suona il titolo, un inequivocabile richiamo all’ultimo e noto verso, il numero 139, il verso di chiusura dell’ultimo canto dell’Inferno, il XXXIV: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Insieme a Domingo Placido, calpesteranno il palco del meneghino anche il soprano Camilla Nylund e il tenore Andreas Schager che daranno voce al duetto “Winterstürme wichen dem Wonnemond” da Die Walküre, unico brano di Richard Wagner in programma, e il tenore Francesco Meli, che si esibirà in Un ballo in maschera di Verdi. Ma non solo: da Roberto Bolle a Roberto Alagna, Jonas Kaufmann e Vittorio Grigolo, sono veramente tantissimi gli artisti che animeranno la Prima della Scala.

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La pandemia non ferma la Prima della Scala

Prima della Scala
La pandemia non ferma la Prima della Scala.

In 242 anni, il Teatro alla Scala di Milano ha sempre avuto la sua Prima, tranne tre volte: due durante la Seconda guerra mondiale e una sul finire del XIX secolo per la crisi economica. E se per molti versi sembra ancora inarrestabile, è rincuorante sapere che la pandemia non è riuscita a impedire, almeno, l’apertura della stagione del Teatro Meneghino che proprio oggi avrà il suo via. Causa restrizioni e contagi del cast, non sarà Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, tradizionale opera lirica, ad ‘aprir le danze’ ma, come già annunciato, lo spettacolo di musica e danza “… a riveder le stelle”.

È riuscita a sopravvivere al virus, ma non ne è uscita del tutto ‘illesa’: la Prima quest’anno sarà senza pubblico. In platea però ci sarà l’orchestra e nei palchi ci saranno i coristi, ognuno nel proprio. Lo spettacolo consisterà in un susseguirsi di musica e ballo con inframezzi narrativi in cui interverranno famosi attori a recitare.

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L’eredità ottocentesca della Prima

Già dal lontano Ottocento, le inaugurazioni dei teatri, che in realtà avevano cadenza stagionale, erano, innanzi tutto, occasioni d’incontro dell’alta società, occasioni di gala che sin dagli arbori trasformavano l’evento culturale in un evento mondano. Inizialmente il 26 dicembre, spostata nel 1951 al 7 dicembre, il giorno della festa patronale di San Ambrogio, la Prima della Scala rappresenta un evento di incredibile prestigio. Sin da quando si è iniziato a escludere gli abbonamenti e a vendere i biglietti a costi elevati e in costante aumento, la grande apertura del teatro milanese è nelle mire di tutta la ‘Italia-bene’.

La Prima oggi

Prima dell’avvento di Rai5, la Prima era l’unico spettacolo cui sul piccolo schermo tutto il pubblico aveva accesso. Oggi è l’evento che più di tutti richiama la nostra attenzione su quell’incredibile patrimonio di opere e musica classica che abbiamo a nostra disposizione, ma è tutt’ora, come due secoli fa, anche ambizione di sfoggio e ostentazione. Quest’anno però sarà ‘speciale’: se la pandemia ci costringe a casa, che sia gigante o piccolo, saremo tutti davanti alla tv, ma tutti in tuta e ciabatte, a godere di ciò cui, unicamente, bisognerebbe prestar attenzione: uno spettacolo unico e dei talenti incredibili.

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