Premier Conte: “Bloccate tutte le attività produttive”

Silvia Buffo
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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Ultimi aggiornamenti su Coronavirus in Italia. Il primo ministro Giuseppe Conte, appena collegatosi in diretta dal suo profilo Facebook e dal TG1, ha annunciato le nuove restrizioni.

Questi decessi non sono numeri, quelle che piangiamo sono persone

Conte introduce il discorso con un pensiero dedicato alla vittime del Coronavirus e alle famiglie italiane:

Buonasera a tutti, sin dall’inizio ho scelto la linea della trasparenza, la linea della condivisione, ho scelto di non nascondere la realtà che ogni giorno è sotto i nostri occhi, ho scelto di rendere voi partecipi della sfida che siamo chiamati ad affrontare: è la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra. Sono giorni durissimi, siamo chiamati a misurarci con immagini che ci feriscono, ci lasciano un segno che rimmarrà sempre impresso nella nostra memoria anche quando tutto questo, ci auguriamo presto, sarà finito. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi condiviamo non sono semplici numeri, quelle che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari.

Rimanere a casa è un sacrificio minimo se paragonato a chi è negli ospedali

Continua il premier, ponendo l’accento sul sacrificio degli italiani di rinunciare alle proprie abitudini e spiegando la drammatica situazione di chi è in prima linea contro il coronavirus:

Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano espletare i loro effetti, dobbiamo rispettare tutte le regole, con pazienza e responsabilità, con fiducia. Sono misure severe, ne sono consapevole: rimanere a casa, rinuciare a radicate abitudini non è affatto facile, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e a tutelare le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è peraltro minimo se paragonato al sacrificio che stanno compiendo gli altri concittadini, negli ospedali, nei luoghi cruciali per la vita del paese. C’è chi rinuncia, chi rischia molto di più, penso in particolare ai medici, agli infermieri, ma penso anche alle forze dell’ordine, alle forze armate, agli uomini e alle donne della protezione civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici e anche dei servizi dell’informazione. Donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare ma compiono ogni giorno un atto di grande resposabilità verso l’intera nazione, compiono un atto d’amore nei confronti dell’Italia intera, ora abbiamo deciso di compiere un altro passo.

Leggi anche: Coronavirus, approvato vaccino cinese per test umani, sarà iniettato in 180 adulti

Il governo decide di chiudere ogni attività produttiva

Il premier specifica, senza possibilità di equivoci, quali attività saranno chiuse e quali resteranno aperte:

La decisione assunta dal governo è quella di chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantare i beni e i servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con i sindacati, con le associazioni di categoria per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive dei servizi di pubblica utilità, quelli che sono più necessari per il funzionamento dello stato in questa fase di emergenza. Continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di generi alimentari e di prima necessità, quindi fate attenzione.

Tutti i beni essenziali saranno garantiti

Aperti supermercati e farmacie. Conte rassicura sulla garanzia dei beni di prima necessità, onde evitare inutili corse agli acquisti e per scongiurare nuove possibilità di contagio:

Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati, invito tutti a mantenere la massima calma, non c’è ragione di fare la corsa agli acquisti, di creare code, che in questo momento non si giustificano affatto, continueranno a rimanere aperte anche farmacie e parafarmacie, servizi bancari postali, assicurativi, finanziari, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio i trasporti, assicureremo tutte le attività connesse, accessorie, funzionali a quelle consentite e essenziali. Al di fuori delle attività ritenute essenziali consentiremo solo lo svolgimento di lavoro in modalità smartworking e considereremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale.

L’ermergenza sanitaria si trasforma in emergenza economica ma lo stato è qui

Il premier conclude parlando dell’emergenza economica in cui l’Italia sta precipitando negli ultimi giorni, rassicurando sulla presenza dello stato e sulla ripresa per il fururo di cui il paese si potrà riappropriare solo attraverso il sacrificio di oggi:

Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiamo: è una decisione non facile ma è una decisione che ci consente, ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio, è una decisione che si rende necessaria oggi, in particolare, per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. L’emergenza sanitaria, lo avevamo previsto, sta tramutando in piena emergenza economica, a voi tutti dico, lo stato c’è, lo stato è qui. Il governo interverrà con misure straordinarie che consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita.

Rinunciamo alle abitudini più care perché amiamo l’Italia

Il premier chiude il suo discorso ribadendo l’importanza di agire collettivamente per il bene del Paese:

Se dovesse cedere, anche un solo anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti. Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti e di amici, stiamo rinunciamo alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro, uniti ce la faremo. Leggi anche: Coronavirus, la morte del Dr Frank Plummer e la perdita di informazioni preziose

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