Piplantri, il villaggio indiano dove si piantano alberi ogni volta che nasce una bambina

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Piplantri è un villaggio rurale nel Rajasthan, in India. È qui che dal 2006 ogni volta che una bambina viene al mondo, se ne celebra la nascita con la piantumazione di oltre 100 alberi.

“Ci vogliono dai 10 ai 12 anni prima che un piccolo albero diventi un grande albero, ma un grande albero resterà per migliaia di anni”

ha detto Shyam Sunder Paliwal, ex capo villaggio e padre amorevole, responsabile del grande cambiamento di Piplantri .

Piantare e riqualificare il proprio territorio è un gesto d’amore

Paliwal ha piantato il primo albero in onore di sua figlia. “Tutto quello che faccio è in memoria di Kiran”. La bambina morì prematuramente per una grave disidratazione a seguito della siccità che nel 2005 ha colpito l’India. Paliwal, scosso per la sua perdita, ha reagito con grande forza. Convinto che un simile destino non dovesse più ripetersi, dopo l’elezione a capo villaggio di Piplantri, si è attivato per far costruire piccole dighe e raccogliere acqua piovana per i momenti di siccità. Il territorio di Piplantri era particolarmente arido a causa della deforestazione causata dall’estrazione del marmo. Le miniere che circondavano il villaggio erano l’unica risorsa economica per le persone del posto e Paliwal per primo, dopo aver lavorato per anni in miniera, all’epoca era riuscito ad aprirsi la propria azienda di estrazione. Ma lo sfruttamento selvaggio delle miniere aveva nel tempo inaridito il suolo cambiando il volto del villaggio e rendendo la terra improduttiva. Per rimediare a questo grave errore Paliwal ha cominciato a piantare alberi che con le loro radici avrebbero trovato l’acqua sotto il terreno, incrementandone il ricircolo.

Il cambiamento è iniziato con l’albero di Kiran. Ma poi Paliwal ha continuato a piantare alberi per tutto l’anno, e uno per ogni bambina nata a Piplantri, esortando il resto del villaggio a fare lo stesso. Dal 2006, oltre 100 alberi sono stati piantati per ciascuna delle 65-70 bambine nate nel villaggio ogni anno. Sono stati piantati un totale di 350.000 alberi. L’estrazione del marmo ancora oggi è attiva a qualche chilometro dal villaggio. Ma anche se Paliwal non è riuscito a fermarla, la sua piantagione di alberi e la raccolta di acqua piovana hanno ripristinato parte della copertura forestale e della fauna selvatica distrutta dall’estrazione mineraria. In un’intervista al The Guardian Paliwal ha detto:

“Con questo, sto facendo due cose: mostrare gioia all’arrivo di una figlia e onorare la terra dove vivevano e morivano i miei antenati”.

Onorare la nascita delle bambine: una rivoluzione sociale

L’India è un Paese molto contraddittorio. Nonostante sia avvenuta qui la prima elezione di un presidente donna, esse non hanno mai goduto di uno stato di diritto adeguato. L’aborto selettivo, i matrimoni combinati in tenera età e la violenza sulle donne sono alcune tra le maggiori piaghe del Paese. Questo perché in gran parte dell’India la nascita di una figlia femmina è considerata un peso economico per la famiglia. Ed è stato così anche nel villaggio di Piplantri. Fino a non molti anni fa, quando nasceva una bambina le veniva messo in bocca un seme duro e dentellato per provocare un’infezione e condurre la creatura alla morte. Come era possibile fare ciò ad una bambina, si è detto Paliwal, che ha amato la sua figlia Kiran come tutti gli altri suoi fratelli. Questa tradizione andava cambiata, e dopo la sua elezione, la parola e la passione di Paliwal come leader del villaggio hanno avuto peso. Si decise che da allora in poi la nascita di una bambina sarebbe stata onorata con la piantagione di alberi. Così, nel giorno stabilito, ogni monsone, le nuove madri spargono tessuto rosso all’interno di un grande cestino di vimini. Vi posano le loro bambine dentro e le portano nel punto in cui verranno piantati i nuovi alberi.

Paliwal sotto l’albero di Kiran. Il kadamba, in hindi kadam, simboleggia l’amore sublime.

Ora all’ingresso di Piplantri, un grande accaparramento porta i nomi di tutte le ragazze nate nell’ultimo anno. E accanto agli alberi vengono raccolte donazioni per offrire sicurezza finanziare alla famiglia. Essa in cambio si impegna a versare un terzo della somma di 31.000 rupie, circa 500 dollari, per la futura dote con la quale si potrà maritare la ragazza. Inoltre sigla un accordo legale con il quale garantisce di prendersi cura degli alberi, di mandare a scuola la ragazza e di non sposarla prima dei 18 anni. Paliwal ha abbracciato una missione. Ancora oggi per tutto il giorno, è in sella alla sua moto e gira per il villaggio controllando che le ragazze siano a scuola e gli alberelli siano curati, e assicurandosi che la raccolta dell’acqua piovana che ha iniziato funzioni. Nei momenti di tranquillità, si siede all’ombra del boschetto e osserva l’albero di kadam che lo legherà per sempre a sua figlia. Leggi anche: Treedom, la start up che pianta alberi per il Pianeta con il tuo aiuto

L’esempio di Piplantri ha cambiato la politica del Paese

Il governo di Rajasthan ha cercato di contrastare l’aborto selettivo femminile e le violenze sulle donne ispirandosi ai valori di Paliwal. Il dottor Pankaj Gaur, il principale responsabile medico e sanitario del distretto, ha affermato che la missione di Paliwal di trasformare Piplantri in un villaggio modello ha ispirato la politica del governo. Dal 2016 lo Stato si impegna a garantire benefici che aiuteranno la vita di una ragazza. In base alla polizza, la famiglia riceve 2.500 rupie alla nascita e lo stesso importo al primo compleanno. Questo è raddoppiato a 5.000 rupie se la ragazza termina la quinta classe. Altre 5.000 per l’ottava. E quando le ragazze finiscono la dodicesima classe ottengono 35.000 rupie, per un totale complessivo di 50.000 rupie. Questi benefici impediscono a una ragazza di essere vista come un peso per le famiglie. E le garantiscono un’istruzione adeguata e un futuro migliore. Leggi anche: Di Caprio contro i cambiamenti climatici: due documentari per sensibilizzare il mondo

Il guadagno economico che rende indipendenti le donne di Piplantri

E Piplantri non si è fermato alla piantagione di alberi. Dopo che un medico consigliò a Paliwal di curare i problemi cronici alla schiena di sua moglie bevendo succo di aloe vera, l’ex leader del villaggio iniziò a piantare aloe tra gli alberi. Nel tempo Paliwal si rese conto che l’aloe vera teneva anche le termiti lontane dagli alberi, così continuò a piantarne.

Le donne di Piplantri

Più tardi si rese conto che l’aloe poteva essere una fonte di sostentamento per le donne. Le vedove e le donne non sposate senza reddito, o le donne i cui mariti erano emigrati nelle città per lavoro, potevano piantarla e usarla. Oggi le donne del villaggio producono e commercializzano gel di aloe vera, succhi e sottaceti. Alcune riescono a guadagnare fino a 6.000 rupie al mese.

“Per me, tutto è collegato: le bambine, la terra, l’acqua, gli animali, gli uccelli, gli alberi. Cerco l’immortalità attraverso questi alberi”.

Leggi anche: Non solo Amazzonia: l’Africa è avvolta dalle fiamme ma non fa notizia   di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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