In migliaia in piazza a Milano per le terapie domiciliari precoci

Dopo Roma, medici e pazienti guariti dal Covid scendono in piazza anche a Milano per chiedere a Speranza di aggiornare le terapie domiciliari precoci.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Continuano a scendere in piazza i medici e i pazienti guariti dal Covid che reclamano la revisione del Protocollo unico di cura da parte del Ministero della Salute, per includere le terapie domiciliari precoci che tengono conto delle esperienze delle migliaia di medici del Comitato Terapia Domiciliare Covid-19.

L’avvocato Erich Grimaldi, fondatore e Presidente del Comitato e del gruppo Facebook, che oramai conta mezzo milione di persone e che mette in contatto medici e pazienti curati in telemedicina, aveva avvertito il Ministro Roberto Speranza che se non avesse rotto il suo silenzio sulle terapie domiciliari precoci, avrebbe manifestato in Piazza Duomo a Milano con una seconda Conferenza nazionale, dopo quella dell’8 maggio a Roma in Piazza del Popolo. E così è stato nel pomeriggio di oggi, domenica 6 giugno.

Grimaldi: “Questo non è un concerto”

Sul palco di fronte ad una piazza a dir poco gremita, si sono succeduti il giornalista e presentatore Max Rigano, la portavoce del Comitato Terapia Domiciliare Covid-19 Valentina Rigano, i medici in prima linea come il Dott. Andrea Mangiagalli e il Dott. Riccardo Szumski e l’immancabile Erich Grimaldi che ha detto:

“Questo non è un concerto e nemmeno la festa dello scudetto dell’Inter, ma la Conferenza delle terapie domiciliari precoci. Siete giunti da tutta Italia e anche dall’estero. Sono onorato della vostra presenza ma soprattutto di quella dei nostri sanitari, che hanno curato in scienza e coscienza. Da marzo 2020 sono riuscito a mettere in contatto tantissimi camici bianchi, i quali hanno infine elaborato uno schema terapeutico che ha salvato migliaia di vite. Noi abbiamo il diritto di incidere sulle decisioni sanitarie, coinvolgendo i territori

La petizione a Speranza per le terapie domiciliari precoci

terapie domiciliari precoci

La Seconda Conferenza Nazionale per terapie domiciliari precoci è stata anche un’occasione per ripercorrere i passaggi per i quali pazienti e medici si sono visti costretti a scendere in piazza a Roma e a Milano. Si cerca di capire il perché dell’atteggiamento del Ministero della Salute mentre il Senato aveva dato ascolto al Comitato. Di fatto, mentre le istituzioni si contraddicono in merito alle evidenze raccolte dai medici in prima linea sul campo, si sta perdendo tempo prezioso per salvare vite umane e sollevare il sistema sanitario dal peso dei numerosi ricoveri in terapia intensiva.

Per questo è proseguita anche in Piazza Duomo la raccolta di firme per chiedere al Ministro Speranza di rivedere il Protocollo per le terapie domiciliari precoci, terapie tempestive da attuare al massimo entro il terzo giorno dalla comparsa dei sintomi, contrariamente a quanto suggerito dalla nota AIFA: l’attesa vigilante di 72 ore e la somministrazione di paracetamolo.

Leggi anche Terapia domiciliare in piazza a Roma. Grimaldi: “Speranza risponda o scenderemo in piazza anche a Milano”

Accusati di essere ciarlatani

Cosa è scientifico? Una domanda che dall’inizio della pandemia ci stiamo tutti ponendo sempre più spesso. Sembrerebbe che la scienza sia diventata un’opinione, visto che gli stessi scienziati si contraddicono tra di loro in merito anche al metodo scientifico con cui comprovare i risultati di nuove ricerche.

I medicinali che sul campo sono stati utilizzati con comprovato successo sono considerati sperimentali e, nonostante il metodo deduttivo sia un metodo scientifico a tutti gli effetti, non si possono validare. Questo il nodo da sciogliere che contribuisce ad animare le proteste e le richieste della rete di ben mezzo milione di persone. Grimaldi ha raccontato:

Ci hanno rinfacciato che le cure non sono validate perché non esistono gli studi scientifici: chi è in grado di condurre studi randomizzati a domicilio durante un’emergenza sanitaria? Impossibile. Dateci una possibilità terapeutica: noi continueremo a raccogliere le firme e, se sarà necessario, faremo pure un referendum. 

I medici delle terapie domiciliari precoci: “Curiamo in scienza e coscienza!”

terapie domiciliari precoci

Sui camici bianchi dei tantissimi medici intervenuti alla Seconda Conferenza Nazionale per le terapie Domiciliari Precoci, oltre al logo del Comitato Terapia Domiciliare Covid-19, è scritto: Curiamo in scienza e coscienza. Queste le parole chiave per ricordare e sottolineare il Giuramento di Ippocrate prestato dai medici al momento dell’inizio della loro missione. Medici che dall’inizio della seconda ondata stanno curando persone a titolo completamente gratuito, da volontari.

Viene da chiedersi come mai questo ostruzionismo da parte delle istituzioni, come mai tante voci di professionisti e di cittadini da loro guariti sembrano non meritare attenzione.

Leggi anche Terapia domiciliare Covid-19, migliaia di medici salvano vite su Facebook

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