Pex Holding, perché va cambiata per chi possiede quote di startup

Il mondo delle startup sta evolvendo notevolmente rispetto anche a solo due anni fa. Una panoramica della Pex per le Holding, ovvero il regime fiscale che norma la cessione di quote di società detenute da holding.

Pablo Docimo
Pablo Docimo
Co-Founder & Managing Partner DA Company, si occupa di investimenti e di business advisory per startup e PMI. Uomo d’azienda dal 1989, ha ricoperto ruoli executive nel Gruppo Telecom ed è stato Consigliere del Presidente del Consiglio per l'innovazione e la formazione.
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È bene chiarire la realtà Pex Holding: il mondo dell’impresa cambia a una velocità notevole, per fortuna. E il mondo della startup sta evolvendo notevolmente rispetto anche solo a due anni fa. Oggi vogliamo parlare di ‘PEX’, Partecipation Exemption ovvero il regime fiscale che norma la cessione di quote di società detenute da holding /società di investimento che prevede una tassazione pari al 5% sulle plusvalenze derivate dalla cessione di quote di partecipazione.

Pex per le Holding, come godere di tale regime

Per godere di tale regime, però, la norma all’articolo 87, comma 1, lettera a) del DPR n. 917/86 prevede che le partecipazioni devono essere detenute ininterrottamente dal primo giorno del dodicesimo mese precedente a quello in cui si è verificata la cessione. In altre parole, per godere della PEX devi cedere le quote possedute dopo 12 mesi dal loro acquisto. Che è una cosa che ha un senso soprattutto per quelle partecipazioni industriali più o meno ordinarie ovvero quando una holding possiede quote di una società commerciale o industriale per partecipare alla gestione della stessa e/o come investimento di medio-lungo periodo.

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Pex Holding, il caso Startup

Le startup vivono di investimenti. E ogni investitore vive della cessione delle quote possedute, soprattutto i primi investitori che occorrono in fase pre-seed. Cioè quando le startup devono ancora essere costituite. Nella dinamica dell’ecosistema delle startup, infatti, accade che l’obiettivo reale sia quello di trovare (nel più breve tempo possibile) risorse economiche che consentano alla startup di accelerare la propria crescita. Per far questo, una startup può rivolgersi a una società di investimento che, finanziando con denaro o con propri servizi in Work For Equity (WFE) aiuta le startup a strutturare i processi, a pianificare il business e a trovare nuovi investitori che, comprando quote della startup, apportino le risorse necessarie allo sviluppo. È chiaro, quindi, che la remunerazione di questa tipologia di investitori (i primi e più importanti per una startup) avviene attraverso la cessione delle quote possedute, spesso, a un Venture Capital oppure ad altri soci che esercitino il proprio diritto di prelazione. Tutto questo può accadere in pochi mesi.

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Pex Holding, il legislatore dovrebbe intervenire sulla cessione quote di startup

Ecco perché sarebbe equo che, dal momento che le attività di holding / società di investimento impegnate nella partecipazione in startup prevedono la cessione delle quote possedute in un lasso di tempo che, nella maggior parte dei casi, è inferiore ai dodici mesi, il legislatore preveda una fattispecie particolare per cui quelle holding / società di investimento che cedono quote di startup, possano godere dei benefici previsti dalla PEX anche entro i dodici mesi previsti oggi dalla norma. Diversamente, poiché tali investitori verrebbero penalizzati (e non poco) dalla tassazione sulle plusvalenze in caso di cessione delle proprie quote in un lasso di tempo inferiore ai dodici mesi, il rischio è che le startup che non nascano in un ecosistema protetto non vedano mai la luce.

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di Pablo Docimo

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Pablo Docimo
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Co-Founder & Managing Partner DA Company, si occupa di investimenti e di business advisory per startup e PMI. Uomo d’azienda dal 1989, ha ricoperto ruoli executive nel Gruppo Telecom ed è stato Consigliere del Presidente del Consiglio per l'innovazione e la formazione.
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