Decreto Rilancio: le startup faranno ripartire il Paese

L'ecostistema startup è a centro del Decreto Rilancio: giovani, ricercatori, università, incubatori, acceleratori, investitori hanno finalmente l'attenzione che meritano.

Pablo Docimo
Pablo Docimo
Co-Founder & Managing Partner DA Company, si occupa di investimenti e di business advisory per startup e PMI. Uomo d’azienda dal 1989, ha ricoperto ruoli executive nel Gruppo Telecom ed è stato Consigliere del Presidente del Consiglio per l'innovazione e la formazione.
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Le startup decisive per la ripresa

In una economia post-bellica le nuove imprese sono decisive per la ripresa economica e per far crescere il nostro PIL nel medio periodo. Questo il motivo per cui l’ecosistema startup– che significa giovani, ricercatori, università, incubatori, acceleratori, investitori- ha l’attenzione che merita con la conversione in legge del Decreto Rilancio.

Due le novità che sono state introdotte grazie a un emendamento approvato in Commissione Bilancio:

1. a ogni investimento di privati in una startup, corrisponderà un ulteriore finanziamento da parte del Fondo Nazionale Innovazione attraverso CDP Venture Capital, la nuova società di investimento pubblica dedicata a startup e PMI innovative;


2. la soglia di deducibilità fiscale sale al 50% per gli investitori privati con un massimale che triplica, passando da 100 a 300 mila euro.


Non è poca cosa, se si considera che queste due misure si vanno a integrare in un pacchetto da 1 miliardo di Euro che comprende contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, agevolazioni fiscali anche per attrarre investimenti esteri, possiamo dire che startup e PMI innovative ricevono una spinta importante. Andiamo a vedere, in sintesi, di quali misure si tratta.

Leggi anche: L’economia italiana è al collasso: tutto quello che possiamo fare per aiutarci

Registro delle Imprese

Cominciamo subito col dire che il legislatore, per compensare ai danni ricevuti dal lockdown, ha prorogato di un anno il termine di permanenza nella sezione speciale ‘Startup’ del registro imprese. Si tratta di una misura importante perché consente ai neo geekers di godere dei tanti vantaggi connessi allo stato di startup per 12 mesi in più. Tra questi, quindi, si prorogano anche i termini di decadenza per l’accesso a incentivi pubblici.

Startup e investitori

Per incentivare gli investimenti di privati, siano essi business angels che società di investimenti, la possibilità di detrarre il valore degli investimenti passa dal 40% al 50% fino a un massimo di 300 mila euro. La sola condizione è che l’investitore non può ‘uscire’ (cioè vendere le proprie quote) per almeno tre anni, in caso contrario si decade dal beneficio della detrazione ed è costretto a restituire quanto già utilizzato, con interessi legali.

Val la pena dire, però, che questo potrebbe rappresentare un ostacolo perché non tiene conto del fatto che una startup può vedere crescere il proprio valore molto rapidamente anche solo in pochi mesi. Anzi, accade proprio così se si fa bene il lavoro di posizionamento e di sviluppo del prodotto.

La domanda è semplice: se il valore di una startup si impenna anche solo in pochi mesi da quando un investitore mette il proprio denaro nell’impresa perché si deve disincentivare l’investitore a cedere la propria quota? Sono proprio le quote dei primi investitori, infatti, quelle che ‘escono’ per prime dal Equity (cioè dal capitale sociale) di una startup, spesso, consentendo proprio ai ‘founder’ di riacquisirle e di rivenderle a un nuovo investitore.

I Round, così le startup crescono step by step

Si chiamano Round, e sono sempre almeno due o tre. Ogni round, cioè ogni nuovo ingresso di investitori, corrisponde a una fase di crescita della startup e, quindi, a un valore sempre più crescente del proprio Equity in fase di negoziazione Pre-Money. Offrire la libertà di cedere le quote senza perdere il beneficio fiscale, significa poter accelerare e favorire nuovi ingressi nella compagine societaria e, quindi, nuove risorse economiche vitali per la crescita della startup.

Insomma, questa misura (che è un’ottima misura) non tiene conto a sufficienza delle reali dinamiche delle startup: un investitore deve avere la libertà di uscire dall’equità quando vuole, soprattutto se questo può significare (attraverso un riacquisto da parte dei founder e la rivendita delle quote riacquisite a un maggior prezzo) trovare nuove risorse per gli investimenti nello sviluppo dell’azienda.

Ci auguriamo che questo ‘vincolo temporale’ possa essere, se non eliminato del tutto, almeno ridotto a 12 mesi.

Startup all’insegna di ricerca e Sviluppo

Altra misura davvero molto importante, se consideriamo che la possibilità di una startup di competere è legata alla propria capacità di innovare prodotti e processi, è quella che riguarda il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo innovative che viene esteso alle spese per contratti di ricerca stipulati con startup innovative con una agevolazione pari al 12%. Tali spese, inoltre, concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare.

Finanziamenti per startup

I finanziamenti pubblici a sostegno delle startup innovative rappresentano oggi una importante leva di supporto per i neo imprenditori. Se, infatti, il totale degli investimenti privati raccolti dalle startup nel 2019 è pari a 723 milioni di euro, che rappresenta un trend in assoluta crescita rispetto agli anni passati, ad oggi il totale delle risorse pubbliche che la sola Invitalia prevede di erogare nel 2020 è pari ad 1,25 miliardi di Euro.

E Invitalia con la sua ‘Smart & Start’ eroga solo un parte delle risorse pubbliche disponibili. Sono le Regioni che vanno ad alimentare notevolmente i finanziamenti in startup e innovazione coerentemente con i proprio Piani Regionali. 
Quindi, cari startupper occhio ai bandi della vostra Regione!

Decreto rilancio: 500 milioni di Euro per le startup

Il nuovo Decreto Rilancio prevede risorse aggiuntive per le startup pari a totali 500 milioni di Euro.

Di queste,100 milioni di Euro andranno per il finanziamento agevolato alle startup innovative (di cui 10 milioni sono contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi di Incubatori, Acceleratori, Innovation Hub con l’obiettivo di potenziare gli ecosistema di riferimento. A questi si aggiungono altri 200 milioni di Euro per il Fondo di Sostegno al Venture Capital che sono destinati a sostenere investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, l’erogazione di finanziamenti agevolati, la sottoscrizione di obbligazioni convertibili, o altri strumenti finanziari di debito che prevedano la possibilità del rimborso.
Quella dell’emissione di titoli obbligazionari è un’altra leva di finanziamento molto importante, ancora troppo sottovalutata dalle startup.


Infine, altri 200 milioni sono destinati al Fondo di garanzia PMI. Si tratta di un nuovo Fondo per favorire il trasferimento tecnologico con una dotazione complessiva di 500 milioni di euro al fine di favorire la collaborazione di soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti di innovazione e spin-off di ricerca con l’obiettivo di sostenere iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle start-up innovative.

4 milioni al settore videogiochi


Ultimo ma non ultimo, viene istituito un nuovo Fondo chiamato First Playable Fundsul quale sono allocati 4 milioni e che andrà a sostenere il settore dei videogiochi sostenendo le fasi di concept design e pre-produzione necessarie alla realizzazione di prototipi. Verranno riconosciuti contributi a fondo perduto nella misura del 50% delle spese ammissibili, per un importo compreso da 10.000 a 200.000 euro per singolo prototipo di videogame.

Spazio alla creatività italiana con la finanza agevolata


Questi che vi abbiamo esposto sono solo alcuni dei benefici a cui una startup può accedere grazie agli strumenti di Finanza agevolata pubblica. Se sei una startup o una PMI innovativa (o vuoi diventarla) e hai bisogno di aggiornamenti sul Decreto Rilancio o vuoi trovare le leve di finanza agevolata più adeguate alle esigenze della tua impresa scrivi a contact@dacompany.it.

Leggi anche: Stai pensando di creare un’azienda? Ecco cosa devi sapere

di Pablo Docimo

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Pablo Docimo
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Co-Founder & Managing Partner DA Company, si occupa di investimenti e di business advisory per startup e PMI. Uomo d’azienda dal 1989, ha ricoperto ruoli executive nel Gruppo Telecom ed è stato Consigliere del Presidente del Consiglio per l'innovazione e la formazione.
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