Perché le persone credono ai complotti?

Non accettare la realtà è una tendenza umana: i complotti, come costruzione di verità parallele attraverso coincidenze e analogie, ne sono una dimostrazione.

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I complotti reali, da quello di Giulio Cesare alla Congiura delle polveri fino agli odierni complotti finanziari, di cui nella storia si hanno miriadi di esempi, hanno una comune caratteristica: vengono scoperti. Non sono misteriosi, sia che abbiano successo o che si rivelino fallimentari.

Diversi sono la sindrome del complotto e il “favoleggiamento di complotti talora cosmici di cui è popolato internet” e di cui parla Umberto Eco: oscuri e insondabili.

Il complotto nasce quando la narrazione ufficiale non viene ritenuta veritiera, quando si ha la convinzione che le cose non stanno come è stato raccontato. Quando piuttosto che accettare la verità data si cercano altre spiegazioni, quando, come spiegava Eco, “le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano, e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle”.

Il filosofo Karl Popper ne La società aperta e suoi nemici sostiene che l’ossessione per il complotto è nata con l’uomo stesso.

Ma perché l’uomo complotta?

L’origine della sindrome del complotto

L'origine della sindrome dei complotti.

Karl Popper, sin dagli anni Quaranta, nel suo saggio La società aperta e suoi nemici spiega il fenomeno come:

Teoria cospirativa della società che risiede nella convinzione che la spiegazione di un fenomeno sociale consista nella scoperta degli uomini o dei gruppi che sono interessati al verificarsi di tale fenomeno e che hanno progettato o congiurato per promuoverlo.

Questa concezione deriva dall’erronea teoria che qualunque cosa avvenga nella società, si tratti di una pestilenza, di guerre, di disoccupazione o di una crisi, sia il risultato delle interferenze di alcune autorità.

È una comune tendenza credere che ci sia un non detto, una verità nascosta, un subdolo manifestarsi di interessi altrui, un segreto.

E questo segreto è tanto più efficace quanto più è vuoto, come sosteneva Eco riprendendo la concezione di George Simmel: “Un segreto è tanto più potente e seducente quanto più è vuoto. Un segreto vuoto si erge minaccioso e non può essere né svelato né contestato”. Una volta svelato, d’altronde, smette di essere un segreto.

Ne deriva che il complotto nelle sue forme più fini non si esaurisce nell’inventare o supporre dal nulla delle verità, quanto piuttosto nel dare un nuovo volto ai fatti, nel confondere i dati reali trovando connessioni casuali tra eventi e accadimenti.

Coincidenze temporali si fanno segni divini e inconfutabili, vane supposizioni diventano incrollabili certezze, leggeri fili rossi connessioni di causa-effetto necessarie.

Leggi anche: Quando ci libereremo del Coronavirus? Non prima del 2022, secondo Bill Gates

Perché si complotta?

Anche sul complottismo esistono varie teorie e ipotesi.

Frédéric Lordon, economista e filosofo francese, direttore della ricerca del Centro europeo di sociologia e scienza politica di Parigi su Le Monde Diplomatique, sostiene che complottare è una reazione naturale: la risposta naturale di individui e popoli che, cercando delle spiegazioni razionali a fatti e situazioni, sono convinti che delle autorità precludano loro informazioni e notizie.

Anche prima dell’avvento dei social, del dilagare delle fake news e del click baiting, attraverso una narrazione fatta di miti, leggende e altri espedienti narrativi, era facile cadere nel complottismo rintracciando analogie, corrispondenze tra fatti reali o presunti, o grandi eventi storici.

Nel suo intervento presso l’Università di Torino, dal titolo Conclusioni sul complotto: da Popper a Dan Brown, Umberto Eco riporta un chiaro esempio:

Leggo su internet che Lincoln è stato eletto al Congresso nel 1846, Kennedy nel 1946, Lincoln Presidente nel 1860, Kennedy nel 1960; entrambe le loro mogli hanno perduto un bambino mentre risiedevano alla Casa Bianca, entrambi sono stati colpiti alla testa da un sudista, di venerdì; il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy e il segretario di Kennedy si chiamava Lincoln, il successore di Lincoln fu Johnson nato nel 1808, eccetera eccetera.

Coincidenze su coincidenze, ma non è tutto: complotti di tutte le epoche sono accomunati da un’altra caratteristica: l’individuazione di un nemico, di un gruppo o un’oligarchia di responsabili.

Si tratta di persone che qualcuno è interessato “a rappresentare come offensivi anche se non minacciano direttamente, così tanto che la loro minacciosità ne faccia risaltare la diversità, ma la loro diversità diventi segno di minacciosità“, come chiarisce lo stesso Eco.

Ricercare una logica, anche quando non esiste, è un’inclinazione connaturata nell’uomo stesso, così il dare una parvenza di razionale all’inspiegabile, anche tirando in causa dei mandanti, non è in nessun modo un fenomeno solamente moderno.

Rob Brotherton, ricercatore in psicologia alla Columbia University,

Le teorie del complotto spesso sono avvincenti, costruite in maniera ingegnosa, e soddisfano in modo egregio certi bisogni che in alcuni sono più pressanti che in altri, per esempio la necessità di dare un senso a ciò che accade, di ridurre la complessità del mondo.

Pandemia, terreno per i più grandi complotti moderni

Pandemia, terreno per i più grandi complotti moderni.

Costruire realtà parallele, come spiegato, è un fatto antico. La storia è piena di fatti riconosciti come veritieri, riconosciuti come storici, così come di narrazioni misteriose e oscure.

Tra i più grandi complotti moderni ci sono tutti quelli che riguardano la pandemia in corso: da quello ordito da Bill Gates insieme ai suoi complici e “cripto-ebrei” miliardari come Rockefeller e Soros, a quello che vorrebbe il virus creato artificialmente nell’Istituto di virologia di Wuhan e poi “scappato”.

La situazione odierna sembra sia stata terreno fertile per le più fantasiose cospirazioni. Il vero problema è che per quanto assurde, se non addirittura ridicole, le loro implicazioni sulla vita delle persone o, addirittura, sul governo delle nazioni non sono trascurabili. Si pensi a quanti, rifiutando le informazioni ufficiali, hanno volontariamente violato le restrizioni imposte dai Governi per fronteggiare la diffusione del virus.

Al di là dell’ingegnosità di molte teorie quello che davvero sorprende è quella naturale tendenza dell’uomo a rinnegare e non accettare la verità data: essere critici non è sbagliato, ma far viaggiare troppo la fantasia può essere fuorviante.

Tuttavia, essere consapevoli della natura umana, conoscerne inclinazioni e limiti, è il primo passo per non farsi abbindolare da falsi profeti, siano essi davvero autorità o fantasiosi cospiratori.

Leggi anche: Bill Gates e le profezie sul futuro dell’umanità post-virus

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