“La sua non è una malattia ma un modo di essere”: papà single adotta Alba, bimba down che nessuno voleva

Luca Trapanese è un uomo single di 40 anni che è riuscito a ottenere l'affidamento di Alba, una bimba down. Ecco qual è stato il percorso che lo ha portato alla paternità.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Luca Trapanese è un papà single, omosessuale e cattolico. A luglio 2017, dopo aver fatto richiesta sei mesi prima, ha ottenuto l’affidamento di Alba, una bimba down che il tribunale non riusciva a collocare in una famiglia cosiddetta “tradizionale”.

La piccola era stata rifiutata da ben 30 famiglie proprio perché affetta da sindrome di down, una malattia, o un “un modo di essere” come ama definirla Luca, che ancora spaventa.

Bimba down: “Mamma biologica ha atteso con la piccola in ospedale l’arrivo di Luca”

bimba down_papà

L’articolo 44 della legge 184/1983 prevede nei casi in cui non si riesca a trovare una famiglia tradizionale disposta ad accogliere un bambino, se non vengono individuate coppie idonee e nei casi in cui esistano condizioni di disabilità, la possibilità per un single di chiedere l’affidamento preadottivo di un minore.

Ed è proprio questa clausola che ha sfruttato Luca, riuscendo a diventare il papà di Alba. Quanto alla madre biologica avrebbe atteso che qualcuno si decidesse per l’affidamento senza abbandonare la piccola, ma rimanendo con lei in ospedale fino all’arrivo del genitore affidatario.

Il papà della bimba down tiene inoltre a precisare un concetto a suo dire fondamentale:

Io dirò ad Alba che non è una bambina malata e cioè che la sindrome di down non è una malattia, ma un modo di essere.

Papà bimba down: “Quelle coppie avevano loro stesse una disabilità”

Bimba down_Luca-Trapanese

Luca, il papà della bimba down, intervistato da Fanpage.it, si interroga sul perché tante famiglie si siano rifiutate di prendere in affidamento Alba.

Ecco quali sono state le sue parole, a tratti molto comprensive verso queste coppie, meno invece nei confronti della nostra società:

Sarebbe semplice dire che quelle coppie l’hanno rifiutata. Non si pensa che quelle coppie hanno dovuto ammettere di avere una loro disabilità, perché non possono avere figli.

Magari sono coppie che per anni hanno provato a fare l’inseminazione artificiale e non ci sono riuscite. Si sono poi dovute orientare verso l’adozione, farsi giudicare, giustamente, dai servizi sociali da un percorso lunghissimo con le psicologhe.

Poi c’è l’attesa, l’idoneità all’adozione e poi all’improvviso ti chiamano e ti dicono che c’è un neonato. Che è quello che tutti vogliono. Ma ha 30 giorni e la sindrome di down.

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Papà bimba down: “Una coppia che ha un figlio disabile viene vista come una coppia sfigata”

bimba down_Alba

Luca ha delineato poi nell’intervista la condizione in cui si vengono a trovare i genitori di un figlio down, andando all’origine di quei no che ha ricevuto la piccola Alba. Ecco cosa ha detto:

Molto spesso mi interrogo su questi no, perché ci sono stati? Oggi una coppia che ha un figlio disabile viene vista come una coppia “sfigata”, sfortunata, che deve affrontare una marea di problemi burocratici. Non c’è un accompagnamento psicologico.

Quando nasce un bambino disabile, la coppia se lo porta a casa e rimane da sola. Queste persone sono impreparate. Oltre alla fatica dell’accettazione devono vivere anche l’abbandono da parte delle istituzioni. Io dico sempre, quindi, che questo non è un no di 7, 20 o 30 famiglie. Ma è un no di una società.

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Chi è Luca Trapanese, il papa adottivo di Alba, bimba down?

Bimba down_luca-trapanese_ragazzi a ruota libera

Luca a 25 anni è entrato in seminario per farsi prete. Racconta di averlo fatto perché sentiva fortemente il desiderio di aiutare gli altri.

Poi però si innamora di un ragazzo, dal quale è corrisposto. Decide quindi di lasciare il seminario e di andare a vivere con lui. La storia con questo ragazzo, di nome Edoardo dura 11 anni. In questi anni Luca fonda A Ruota Libera, un’associazione che si occupa della disabilità e che a Napoli è molto importante.

Oggi Luca ha una serie di comunità per ragazzi adulti disabili, una casa famiglia per bambini con gravi malformazioni e disabilità anche in stato terminale. Si tratta di bambini che vengono lasciati in ospedale dai genitori che non riescono a sostenere questa situazione oppure allontanati dalle loro famiglie di origine perché non curati.

Dopo la separazione dal compagno il desiderio di paternità non lo abbandona, tanto che decide di iscriversi al registro dei single per gli affidi, non per le adozioni perché in Italia i single non possono ancora adottare.

E da lì l’incontro con Alba e la richiesta di adozione speciale perché la bimba è disabile e lui è un single che l’ha presa in affido.

Luca ha scritto anche un libro intitolato Nata per te, in cui racconta la sua storia di padre e l’incontro con Alba. Emerge chiaramente nel testo il pensiero che la piccola sia nata destinata a diventare sua figlia.

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