Il presepe, creato da San Francesco, compie 800 anni. Il Papa: “È la più grande opera di evangelizzazione”

Il presepe, dalla sua prima realizzazione ai giorni nostri, continua a suscitare stupore. Approfondiamo l'argomento attraverso le parole di Papa Francesco.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Il presepe è una delle rappresentazioni più care della nostra tradizione popolare. Ma qual è il suo significato e valore? A spiegarcelo è Papa Francesco, il quale nella sua Lettera Apostolica “Admirabile Signum” dice così:

Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo.

È così che nasce la ‘nostra tradizione’: tutti attorno alla grotta e ricolmi di gioia, senza più alcuna distanza tra l’evento che si compie e quanti diventano partecipi al mistero.

Il significato della parola ‘presepe’

Il presepe compie 800 anni. Papa Opera di evangelizzazione

Riguardo alla rappresentazione della natività spiega ancora Papa Francesco nella sua lettere apostolica:

Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe.

Entrando in questo mondo il Figlio di Dio trova posto dove gli animali vanno a mangiare. Il fieno diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerà come ‘il pane disceso dal cielo’.

In realtà, il presepe contiene diversi misteri della vita di Gesù e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana.

I significato dei segni e dei personaggi nel presepe

Anche i personaggi e i segni del presepe non sono casuali, ma si tratta di statuine simboliche. I mendicanti, ricorda ancora Bergoglio, “non conoscono altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesù Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto. I poveri, anzi, sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi. I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che più sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza”.

Accanto a questi compaiono altre statuine che sembrano non avere alcuna relazione con i racconti evangelici. Invece non è così:

In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura.

Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano.

Il presepe: da San Francesco ai giorni nostri, continua a suscitare meraviglia

Il primo a realizzare il presepe è stato San Francesco. Il Papa ne parla nel suo libro dedicato alla rappresentazione della Natività. Il biografo di San Francesco, Tommaso da Celano, descrivendo la notte del Natale del 1223, spiega Bergoglio, ci mostra come in quella circostanza a Greccio non esisteva nessuna statuina:

Il presepe venne realizzato e vissuto da quanti erano presenti. Semplicemente quando San Francesco arrivò trovò la greppia con il fieno, il bue e l’asinello.

La gente accorsa manifestò una gioia indicibile, mai assaporata prima, davanti alla scena del Natale. Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrò solennemente l’Eucaristia, mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia.


Sono certo che il primo presepe, che realizzò una grande opera di evangelizzazione, possa anche oggi essere l’occasione per suscitare stupore e meraviglia.

Così, ciò che san Francesco iniziò con la semplicità di quel segno permane fino ai nostri giorni, come una genuina forma della bellezza della nostra fede.

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