Papa Francesco: “Basta violenza sulle donne. Dobbiamo educare i nostri giovani a relazioni sane”

Nell'udienza di questa mattina Papa Francesco ha espresso una forte opinione in merito alla violenza sulle donne, rivolgendosi direttamente ai giornalisti: "Voi avete la vocazione di ricordare che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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“Il nostro compito è quello dell’educazione a scuola, nelle famiglie, ovunque, per formare uomini capaci di avere relazioni sane”. È Papa Francesco a chiederlo stamattina nel corso dell’udienza ai media cattolici delle Associazioni Corallo e Aiart-Cittadini mediali, della FISC, Federazione Italiana Settimanali Cattolici e USPI, Unione Stampa Periodica Italiana.

Ha sottolineato quanto sia urgente agire: “Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne quanto sia urgente educare i nostri giovani”.

Leggi anche: Com’era Papa Francesco da giovane: dalla prima fidanzata al lavoro come buttafuori

Papa Francesco ai giornalisti: “Dietro le notizie ci sono sempre delle storie da rispettare”

Nell’udienza, rivolgendosi direttamente ai giornalisti e a tutti quelli che lavorano nel campo della comunicazione ha voluto evidenziare:

I settimanali cattolici portano questo sguardo sapiente nelle case della gente.

Non danno solo la notizia del momento, che si brucia facilmente, ma veicolano una visione umana e, una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori.

Perché non si lascino deformare dalle parole urlate o da cronache che, passando con curiosità morbosa dal nero al rosa, trascurano la limpidità del bianco.

Inoltre, la comunicazione ha sì il compito di veicolare novità importanti, ma, dietro una news ci sono sempre delle persone dietro e si deve tener conto del momento, specialmente difficile e sofferente come nel caso dei famigliari di Giulia Cecchettin:

Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti.

La comunicazione significa mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri.

Papa Francesco invoca: “Dobbiamo formare i giovani, favorendo il confronto”

Qual è la priorità secondo Papa Francesco, specialmente in questi giorni, in cui è stato appena approvato il ddl Roccella per rafforzare la protezione delle donne vittime di violenza? Ecco cosa ha rivelato:

Più che mai ora, è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa.

La priorità per tutti noi adesso è la formazione, la strada capace di connettere le generazioni, per favorire il dialogo tra giovani e anziani, quell’alleanza intergenerazionale che è fondamentale.

La comunicazione deve essere inclusiva e deve essere in grado di stimolare la coscienza comune, sensibilizzandola al tema della violenza di genere:

Dobbiamo promuovere strumenti che proteggano tutti, soprattutto le fasce più deboli, i minori, gli anziani e le persone con disabilità, e li proteggano dall’invadenza del digitale e dalle seduzioni di una comunicazione provocatoria e polemica.

Le vostre realtà, impegnate in questo settore, possono far crescere una cittadinanza mediale tutelata, sostenere presidi di libertà informativa e promuovere la coscienza civica, perché siano riconosciuti diritti e doveri anche in questo campo.

“La prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi”

Papa Francesco ha concluso la sua udienza, invitando tutti a essere prudenti: “C’è un passo del Vangelo che può ispirare un buon approccio, quando Gesù ci dice di essere ‘prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”.

Perché “la prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio”.

Comunicare, per Papa Francesco, significa formare: “Comunicare è formare la società. Non abbandonate il sentiero della formazione, che vi porterà lontano”. Ha esorato poi: “Pertanto, vi incoraggio a promuovere una ‘ecologia della comunicazione’ dalle scuole a tutti i territori, e soprattutto, tra di voi”.

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