Papa Francesco e la prima Via Crucis deserta della storia

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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La piazza che da millenni fa da sfondo al mondo e che come una barca ha traghettato le generazioni dell’Umanità sul mare della storia, questa sera ha visto un altro evento unico, irripetibile e nuovo, la prima via Crucis vuota. Alla tradizionale funzione religiosa che si tiene in tutte le comunità cristiane il venerdì santo, questa sera hanno partecipato soltanto 12 persone, Monsignor George e Papa Francesco. Erano gli unici presenti a Piazza San Pietro. Nell’epoca contemporanea che segue, in fretta ed in blocco, il secolo breve, il coronavirus ha interrotto la tradizione della via Crucis al Colosseo.

Quel porto sicuro nel comune naufragio

Una tradizione inaugurata da Papa Benedetto XIV nel 1750 e poi interrotta fino a quando Giovanni XXIII prima e Paolo VI poi nel 1964 la riportarono al Colosseo luogo di martirio per cristiani e non cristiani. Il Vescovo di Roma, seduto appena all’esterno della Basilica che con il suo vestito bianco rompe l’oscurità che fa da sfondo quasi a voler figurare l’incertezza del futuro dell’esistenza. I ceri che fanno da limiti al tracciato, disposti sulla piazza sembrano voler illuminare un percorso che conduce al “porto sicuro nel comune naufragio”, così com’è anche scritto nella Supplica alla Madonna di Pompei. Leggi anche: Papa Francesco e il peso della storia

Il crocefisso di San Marcellino rompe le tenebre

E lì, nell’oscurità illuminata dal silenzio appare la luce imperitura della speranza rappresentata dalla croce di Cristo portata a turno da 12 persone che con i loro racconti danno voce alle pene di tutta l’umanità. E poi, ancora, in quella oscurità di quella piazza che impersona il mondo appare illuminato di luce propria il crocifisso di San Marcellino al corso a rompere le tenebre laddove si posa lo sguardo del Pontefice. Passano i minuti, la croce attraversa la piazza lungo il percorso delle 14 stazioni concentrate per l’occasione intorno all’obelisco fatto posizionare da papa Sisto V nel XVI secolo. La lettura dei racconti di chi porta la croce danno voce alla via Crucis dell’Italia, del mondo Cristiano e di tutta l’umanità.

Il mondo intero è in silenzio, Gesù spira

Alla XII stazione la piazza si ferma, il mondo intero è in silenzio. Gesù spira. Il Papa ed i pochi presenti si raccolgono in una preghiera priva di parole che urla alle anime dei fedeli e di tutti gli uomini, tutti indifferentemente peccatori in cerca della misericordia di Dio, tutti in balia di quelle onde fragorosamente mute. Poco dopo le 22:25 il crocifisso arriva nelle mani di Papa Francesco che ascolta la lettura della XIV stazione con la fronte appoggiata alla croce, quasi a voler esprimere la solida fiducia nella fede rappresentata da quell’uomo inchiodato che ha attirato su di se le pene ed i peccati del mondo intero. La fiducia nella croce e nella resurrezione. Leggi anche: Da fedeli a follower il passo è breve: arriva l’App per pregare con il Papa

La città eterna può ancora guardare al futuro

La funzione si conclude con la benedizione e il Papa che lascia la piazza dopo qualche minuto di contemplazione al crocifisso di San Marcellino, quello che dopo 16 giorni, nel 1522 scacciò la peste da Roma. La città, il centro della storia. Piazza San Pietro in Vaticano il centro di Roma. La storia aggiunge ancora una volta un’altra delle immagini indimenticabili e lo sfondo è sempre quello. La città eterna ha resistito a millenni di vittorie e sconfitte, oggi con il conforto della fede può ancora guardare al futuro insieme al mondo intero perché se la croce celebra una fine, nella realtà il dramma della morte è l’antivigilia della vita che con la sua luce vince sull’oscurità e sull’incertezza.

L’umanità ha ancora un domani

L’Umanità ha ancora un domani, c’è ancora una speranza e il vuoto di Roma, con una via crucis normalmente affollatissima e che oggi era meno affollata di una funzione di un piccolo quartiere di una cittadina di provincia, questa sera ne è stato testimone. Un vuoto pieno di spirito che parte dal sagrato di San Pietro per traghettare ancora una volta, con fiducia attraverso la storia, tutta l’umanità. Leggi anche: Giovanni Paolo II: oggi più che mai un ricordo è vita per il futuro   Domenico Di Sarno

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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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