Oxygen bar, a Nuova Delhi l’aria pulita si paga

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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La nuova frontiera del benessere in India sono gli Oxigen bar, posti in cui letteralmente “paghi anche l’aria che respiri”. A Nuova Delhi, una delle città più inquinate del mondo, stanno sorgendo a ogni angolo di strada, in concomitanza con l’aumento dello smog nella città. Da alcuni giorni il livello delle polveri sottili si è talmente innalzato da costringere le autorità a impedire l’accesso alle scuole e agli uffici pubblici. Il peggioramento della salute pubblica cittadina è allarmante, mentre anziani e bambini sono invitati a rimanere a casa. Due giovani imprenditori, Aryavir Kumar e Margarita Kuritsyna, hanno deciso di creare gli Oxigen bar, da un’idea semplice ma quanto mai attuale nella nebbiosa capitale. Partendo dal presupposto che la salute è “necessaria quanto l’aria che respiriamo”, i ragazzi hanno creato degli ambienti in cui purificano e vendono ossigeno pulito.

Gli Oxygen bar, i nuovi caffè del futuro?

Una sorta di ossigenoterapia non medica a basso prezzo: una sessione in questi bar costa all’incirca 4 euro per 15 minuti. L’ossigeno puro, infatti, non si può inalare più a lungo. Ma come funziona? Esattamente come andare a prendere un caffè: facile come respirare! Si entra, ci si siede su una poltroncina e leggendo il giornale o chiacchierando con i colleghi si ordina al “bancone”. Si può scegliere tra diverse fragranze, vaniglia, menta o spezie aromatiche, si inseriscono i tubicini dell’aerosol nel naso e la consumazione comincia. Secondo Kumar, in India:

Siamo abituati a respirare solo il 21% di ossigeno. Mentre respirare Oxy Pure rimuove i radicali liberi dannosi, neutralizza le tossine ambientali e distrugge i batteri infettivi anaerobici

Leggi anche: Google investe sul green: addio all’inquinamento nelle grandi città

Quando l’ossigeno diventa un bene di lusso

Già nel 2016 la Gas Authority of India Limited (GAIL) aveva sponsorizzato una campagna attraverso un video di sensibilizzazione, dove veniva introdotta l’idea di vendere aria pulita confezionata a Delhi. Ma se il filmato voleva e doveva essere volutamente provocatorio, alcune società come Auzair, Vitality Air e Pure Himalayan Air hanno cominciato a produrre bottigliette e lattine riempite di aria pulita. Approssimativamente respiriamo dai 6 ai 9 litri di aria al minuto in condizioni di riposo. Salgono tra i 60 e i 130 durante l’attività fisica. Un quarto dell’ossigeno che inaliamo viene consumato a ogni respiro. Considerando il giro di affari che questi dati possono produrre speculando sull’aria che respiriamo, occorre correre al riparo prima che gli oxygen bar travalichino i confini dell’India.

Aria in lattina? No grazie, affidiamoci agli uccelli

Per sensibilizzare la popolazione alle problematiche dell’inquinamento aereo, ad Amsterdam si stanno sperimentando i TreeWifi, delle casette per gli uccelli che analizzano la qualità dell’aria. Quando è cattiva, si attiva un wifi libero per tutti, che trasmette sui telefonini informazioni e consigli. A Londra volano i Pigeon Patrol, piccioni che, grazie a dei sensori per la qualità dell’aria, sono in grado di riportare i dati sul profilo Twitter che registra i livelli di biossido di carbonio della città. Nella speranza di non arrivare mai al punto di dover respirare attaccati a qualche sorta di erogatore, come nei film di fantascienza post-apocalittici… Leggi anche: Come costruire una casa senza inquinare: la storia di Messapia Style di Enrica Vigliano

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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