Gli organi della piccola Antonella, morta a 10 anni per una sfida social, salveranno tre bambini

Gli organi di Antonella Sicomero, morta per una presunta challenge su TikTok, sono stati espiantati e destinati a tre piccoli pazienti. Intanto la procura della Repubblica indaga sull'ipotesi di istigazione al suicidio.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Sono stati espiantati e destinati a salvare la vita di altri giovani pazienti gli organi della piccola Antonella Sicomero, la bambina di Palermo morta a 10 anni, presumibilmente per aver partecipato a una challenge su TikTok.

I medici, dopo aver dichiarato la morte celebrare della piccola nella serata di ieri, hanno avuto il consenso dei suoi genitori per l’asportazione.

Intanto, la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato istigazione al suicidio.

Gli organi di Antonella Sicomero destinati a salvare la vita di 3 giovani pazienti

La piccola di Palermo, Antonella Sicomero, non ce l’ha fatta.

Arrivata nella serata di mercoledì all’ospedale Di Caterina di Palermo in arresto cardiocircolatorio provocato da asfissia prolungata, Antonella è stata rianimata ma le sue condizioni sono rimaste critiche, fino all’ora del decesso.

I genitori, seppur sconvolti dal dolore, hanno scelto di donare gli organi della piccola. Hanno dichiarato:

Abbiamo scelto di dire sì alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto ‘sì, fatelo’.

Era una bambina generosa e visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini.

Una scelta destinata a salvare la vita di tre giovani pazienti in attesa di trapianto.

Come riferisce Repubblica, il suo fegato, un rene e il pancreas sono partiti per il Bambino Gesù di Roma, l’altro rene arriverà al Gaslini di Genova. Il cuoricino, scrive AGI, invece raggiungerà Palermo.

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Si indaga sulla morte di Antonella, la bambina di Palermo morta per una sfida social

antonella sicomero

Intanto la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato istigazione al suicidio.

La polizia ha sequestrato lo smartphone della bambina per cercare riscontri, capire come Antonella sia riuscita a partecipare alla Blackout Challenge e se effettivamente abbia visionato video e tentato di emulare qualcun’altro.

La ricostruzione dell’accaduto

Secondo quanto ricostruito finora della vicenda, con l’aiuto del padre di Antonella Sicomero, sappiamo che la bambina stava giocando nel bagno di casa.

Quando i genitori l’hanno trovata svenuta a terra, la piccola aveva l’estremità di una corda intorno al collo. L’altra estremità era attaccata alla barra porta-asciugamani. A terra accanto a lei lo smartphone.

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Le dichiarazioni di Tik Tok sulla morte di Antonella Sicomero

Il CEO della piattaforma social, in merito a quanto accaduto alla piccola Antonella Sicomero ha dichiarato:

Siamo davanti a un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina.

La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi.

Tik Tok ha inoltre dichiarato di utilizzare “diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy”. Nonostante ciò, “il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non ha riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento”.

Conclude:

Continueremo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro.

Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini.

Le reazioni alla morte della piccola di Palermo

La morte della piccola Antonella Sicomero ha molto impressionato l’opinione pubblica e fatto saltare su chi quotidianamente si trova a fare conti con l’invadenza dei social nella vita di giovani e giovanissimi.

Elisabetta Aldrovandi, avvocato modenese, fondatrice e presidente dell’Osservatorio nazionale per il sostegno delle vittime, così si è espressa sull’episodio. Ha detto:

Servono regole severe che impediscano l’accesso a chi non ha l’età stabilita e che sanzionino in modo efficace chi pubblica e condivide contenuti che istigano alla violenza e all’autolesionismo.

Come mai una bambina di dieci anni aveva un profilo o accesso a TikTok, dato che si tratta di un social che, in base alle sue regole, consente l’iscrizione a partire dai 13 anni?

Regole però non soggette a controlli particolari, e così basta mentire sull’età e ci si iscrive.

Non si vuole capire che i social non sono giocattoli per bambini, ma mondi virtuali in cui, spesso senza i dovuti controlli, vengono caricati video e immagini assolutamente non idonei a menti acerbe che non possono capire né i contenuti né le conseguenze cui vanno incontro partecipando a certe assurde sfide.

E i genitori o gli adulti dovrebbero controllare, sempre, sia chi seguono i loro figli, sia i loro follower.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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