Offese sui social: l’iniziativa di #OdiareTiCosta per sconfiggere gli haters

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Uno strumento a disposizione di tutti per rendere la rete un posto più vivibile, dove ognuno sia libero di esprimere la propria posizione nel rispetto dell’altro, un mezzo capace di contrastare tutti quei famosi haters che affollano le bacheche di tante, troppe persone con commenti odiosi. Nasce così, da un’idea dell’avvocato Cathy La Torre dello studio Wildside Human First e attivista lgbtq, insieme a Maura Gancitano, filosofo fondatore della Scuola di Filosofia, Casa Editrice e Libreria Teatro Tlon, #OdiareTiCosta, la campagna lanciata lo scorso 22 luglio contro ogni forma di denigrazione e calunnia online. Leggi anche: Offendere sui social è reato? Secondo la Procura di Roma sarebbe solo uno sfogo

Libertà di espressione e diffamazione: qual è il confine?

L’espressione di pensiero e la libertà di opinione, si sa, con l’ascesa degli strumenti di comunicazione digitali hanno largamente superato la celebre citazione non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita perché possa continuare a dirlo, erroneamente attribuita a Voltaire. Tanto da eccedere. Tanto da riempire la rete di false notizie, informazioni non verificate, dati pseudoscientifici, commenti senza autorità né provenienza, che tuttavia, in molti casi, diventano moda, tendenza, realtà. Una realtà che spesso ferisce chi diventa oggetto di attenzioni sgarbate, di commenti falsi, gratuiti, diffamanti, frutto di una rivendicata libertà di opinione incontrollata e incontrollabile, appannaggio di chi si nasconde dietro a un nome, vero o falso che sia, senza identità. Chi subisce l’offesa viene leso nella dignità, nella reputazione, nell’immagine di sé sia virtuale che reale. #OdiareTiCosta mira a colpire tutti coloro che approfittano del filtro dato dallo schermo del pc, specificando che chiunque abbia un comportamento scorretto sui social è passibile di denuncia per il reato di diffamazione, previsto all’art. 595 del codice penale: le vittime di accuse denigratorie, falsità e calunnie, possono ora segnalarle a odiareticosta@gmail.com, mandando semplicemente il link del post a cui si riferisce la segnalazione. Un team di esperti, composto da avvocati, hacker etici, investigatori privati, filosofi, scrittori e divulgatori, procederanno a una serie di controlli per raccogliere le prove e risalire all’autore del commento incriminato, suggerendo gratuitamente alla vittima la strategia giudiziaria da percorrere al fine di ottenere un risarcimento per il danno ricevuto. Leggi anche: Le modelle curvy di Calvin Klein insultate sulla pagina Facebook di Zalando

Obiettivo: promuovere il rispetto

Il tentativo dell’iniziativa è quello di cambiare la cultura e le condizioni comunitarie della vita virtuale, rivoluzionando il concetto di libertà di espressione e inserendolo in un contesto di mutuo rispetto. Come ha affermato Cathy La Torre in una recente intervista, #OdiareTiCosta vuole

Tenere insieme la strategia giuridica e il dibattito pubblico su questo tema, dunque non si tratta solo di una campagna mediatica, ma di una pratica che vogliamo rendere epidemica. Lo scopo è permettere a chi riceve commenti di odio sui social di tutelarsi e a chi ha l’abitudine di insultare e minacciare online di percepire che ciò che sta facendo è illecito.

Le segnalazioni ricevute nei primi giorni di vita dell’account di #OdiareTiCosta sono state oltre diecimila, dimostrando quanto il problema dell’odio dilagante sia fortemente sentito e presente nella vita sociale online di tutti i giorni. Così come migliaia sono state le condivisioni su Facebook, anche da parte di personaggi come la scrittrice Michela Murgia o la cantante Fiorella Mannoia. Non mancano tuttavia le polemiche sorte intorno alla campagna: se già prima di lanciare l’iniziativa Cathy La Torre è stata più volte minacciata tramite la rete per le sue posizioni a difesa del mondo lgbt, ad oggi #OdiareTiCosta desta una certa perplessità riguardo i metodi e i modi in cui promette di aiutare pro bono le vittime degli hate speech. Per i detrattori, l’iniziativa si omologherebbe ai tanti sportelli informativi già esistenti, senza apportare un reale aiuto alle persone in difficoltà. Se non altro, la campagna sta già registrando importanti traguardi: i membri di #OdiareTiCosta hanno incontrato il 1°agosto i vertici di Facebook per sensibilizzare la rete sull’odio indiscriminato e per aggiornare – e soprattutto far rispettare – quegli “standard di comunità” che vengono accettati da tutti gli iscritti al social. #OdiareTiCosta segnalerà direttamente a Facebook eventuale abusi, impegnandosi nel frattempo a strutturare anche in Italia una vera e propria procedura da introdurre nei Codici di Condotta sottoscritti dalle principali piattaforme social con la Commissione Europea. Leggi anche: Se sei disabile non fare figli: l’ultima crociata delle mamme pancine   di Enrica Vigliano  

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