Novel Food, gli insetti arrivano davvero a tavola: ecco di cosa si tratta

Lo scorso maggio l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare ha autorizzato l’introduzione delle larve gialle della farina (Tenebrio molitor) sul mercato. Presto saranno disponibili in molti supermercati e si lavora all’approvazione di altri alimenti.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Lo scorso 3 maggio l’Unione europea ha approvato per la prima volta il commercio di insetti destinato al consumo alimentare umano, aprendo alla Novel Food.

Il Tenebrio molitor, meglio conosciuto come larva gialla della farina, è stato il primo a essere giudicato idoneo al commercio e presto sarà disponibile in molti supermercati per essere venduto e consumato.

Alcune specie di insetti, infatti, possono essere fonte ricca di grassi, proteine, fibre, vitamine e minerali e la FAO, Food and Agricolture Organization of the United Nations, li considera risorsa alimentare salutare e nutritiva.

La loro produzione, inoltre, è decisamente sostenibile rispetto, per esempio, alla produzione di carne, aspetto particolarmente interessante per ridurre gli effetti dell’industria alimentare sul cambiamento climatico.

Già alla base della dieta di milioni di persone in tutto il mondo, anche l’Europa si apre finalmente a questa possibilità e il dibattito sulla Novel Food comincia a interessare sempre più da vicino anche gli stessi consumatori. Ma vediamo meglio di che si tratta.

Le trame della farina arrivano a tavola: Novel food, cos’è e perché se ne parla

Disidratate, intere o macinate sottoforma di farina, per la preparazione di altri cibi, le larve gialle hanno ottenuto il lascia passare della Commissione europea, diventando di fatto il primo insetto a essere inserito nella lista della Novel Food.

Per Novel Food si intendono sostanzialmente cibi nuovi, o “cibi del futuro”, o cibi alternativi. Insomma, in qualsiasi modo li si voglia chiamare, parliamo di alimenti destinati al consumo umano ma nuovi per i consumatori europei o, comunque, mai consumati in maniera significativa dalla popolazione europea finora. È questo il caso degli insetti, ma anche delle alghe e dei superfood.

Di base, il costante aumento della popolazione mondiale ha imposto lo sfruttamento intensivo delle nostre terre e dei nostri mari, rendendo l’industria alimentare altamente impattante sul futuro del Pianeta. I cibi indicati dalla Novel Food, invece, si propongono come alimenti sostenibili, che hanno grande produzione ma che richiedono lo sfruttamento di poche risorse. Garantiscono, a livello nutritivo, un alto apporto energetico e, se adeguatamente cucinati, conciliano perfettamente salute e gusto. In generale, dunque, i cibi del futuro rispettano alcune caratteristiche specifiche quali l’elevato potenziale nutrizionale, la sostenibilità e il gusto.

È dai primi anni 2000 che si è iniziato a discutere questa alternativa, ma di fatto è solo a partire dal 2015, anno in cui l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, produce un primo regolamento per “una procedura centralizzata di valutazione e autorizzazione dei nuovi alimenti” che il discorso inizia a essere attenzionato più da vicino.

È più recente, invece, la prima valutazione completa dell’Autorità su un prodotto derivato dagli insetti, le larve gialle della farina appunto, e la sua approvazione, tappa fondamentale nella regolamentazione di questi nuovi alimenti sul mercato.

Insetti, superfood e cibi alternativi: quali sono i 5 alimenti candidati nella Novel Food

novel food cos'è

In base alle valutazioni della rivista Forbes, ci sono alcuni alimenti che più di altri si presterebbero nell’immediato futuro a essere considerati fondanti per la Novel Food. La classifica, stilata su parametri di profittabilità, impatto ambientale, innovazione, appetibilità e potenziale nutrizionale, comprende: megafrutti, alghe, micoproteine, meduse e insetti.

I Megafrutti e superfood

In quanto prodotti della natura, i mega frutti non rispondono esattamente a un parametro di innovazione, ma sono considerati, da un punto di vista della profittabilità, del potenziale nutrizionale e appetibilità decisamente competitivi.

Nel caso specifico analizzato da Forbes, l’intensificazione della produzione di jackfruit, per esempio, oltre a incontrare il gusto dei palati occidentali, con il risultato di arricchirne la dieta, potrebbe avvicinare i paesi produttori (India in primis) a prestare più attenzione alle coltivazioni ecosostenibili per entrare sul mercato europeo.

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Le alghe tra i migliori candidati della Novel Food

Molti nutrizionisti inseriscono le alghe tra i “miglior candidati” della Novel Food in funzione della loro reperibilità, della facilità di coltivazione e delle proprietà benefiche di alcune specie. È questo il caso dell’alga spirulina, validata dalla FAO come superfood già nel 2008.

In Oriente quello delle alghe è un business già sviluppato e altamente remunerativo, mentre in Occidente diverse aziende hanno iniziato a interessarsi al prodotto, ma, nonostante il largo utilizzo anche nei ristoranti etnici, certo graditi ai consumatori europei, è una strada ancora lunga da percorrere.

Micoproteine

novel food micoproteine

Le micoproteine (dal greco mikos, fungo) sono proteine derivate per sintesi genetica dalle cellule dei funghi, delle muffe e dei lieviti. Sono “frutto” di laboratorio, ottenute dalla reazione della muffa allo sciroppo di glucosio e all’ossigeno, e, in quanto tali, prevedono un impatto potenzialmente minimo sull’ambiente.

Dal 2004 al 2009 la catena McDonald’s le utilizza come componente per i suoi burger vegetariani e oggi è ancora considerato come cibo “sperimentale” ma facilmente reperibile nei supermercati d’America, come anche in quelli di alcuni Paesi europei.

Ciò che maggiormente impressiona dello micoproteine è senza dubbio la loro profittabilità. Forbes le confronta con la carne, sostenendo che “un bue di circa 500 kg, nutrito abbondantemente, rende più o meno mezzo chilo di proteine al giorno. Invece 500 chili di cellule microbiche daranno ogni giorno 1250 chili di proteine, con una riduzione di costo pari a 12500 volte”.

Le meduse

Come per alcuni tipi di alghe, anche le meduse costituiscono un’alternativa gustosa e salutare nella dieta alimentare, in quanto facili da allevare e ricche di sostanze nutritive. Lo stesso Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, in occasione di un convegno dedicato ai cibi alternativi in occasione di Expo 2015, le ha promosse come importante risorsa in ottica futura.

Anche in questo caso, l’impiego di meduse è già largamente diffuso in Oriente: fritte, essiccate o a listarelle, queste vengono regolarmente consumate in molti Paesi. Il loro sapore è raffrontabile con quello dei frutti di mare, sono ricche di nutrienti e a basso contenuto calorico.

In quanto ampiamente diffuse nei principali mari della Terra, non prevedono importanti innovazioni da un punto di vista produttivo, mentre consumarle come cibo aiuterebbe a contrastarne l’eccessiva proliferazione. Infatti, con la diminuzione nei mari della presenza dei loro maggior predatori, tartarughe e tonni, le meduse sono diventate, di fatto, infestanti. Lo sviluppo del loro consumo contribuirebbe a riequilibrare anche l’ecosistema marino.

Gli insetti

Considerati per eccellenza il “cibo del futuro”, anche l’Europa ha recentemente concluso l’iter di approvazione sulla sicurezza alimentare degli insetti e presto arriveranno sugli scaffali dei nostri supermercati prodotti a base di larve della farina.

È un cibo già largamente diffuso e, secondo la FAO, attualmente consumato da più di due miliardi di persone in tutto il mondo.Le specie commestibili in commercio sono oltre 1.900 – si legge su Forbese in ben 36 paesi africani vengono consumate almeno 527 specie diverse. Lo stesso avviene in 29 paesi asiatici ed in 23 paesi nelle Americhe”.

Le proteine degli insetti sono altamente nutrienti, paragonabili a quelle di carne e pesce, sono decisamente ecosostenibile e, essendo impiegabili in svariati modi, lasciano margine alla strada della ricerca e dell’innovazione. Anche in un paese come l’Italia, dove la tradizione gastronomica poco si sposa con l’idea del consumo di insetti, non mancano casi eccellenti di impiego. E anche la Francia, patria della nouvelle cuisine, ha dichiarato di voler ottenere, entro il 2030, la leadership mondiale nella produzione delle proteine intelligenti.

Simile al sapore delle noci, presto i cibi a base di insetti saranno più facilmente reperibili nei nostri supermercati e, perché no, più consumati anche in Europa.

Leggi anche: Al ristorante si ordina carne sintetica. L’ultima da Singapore, ma l’Italia dice no

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