L’amica geniale, Nino Sarratore e quel tormento del femminile. L’intervista a Francesco Serpico

Entrare più intimamente possibile nel personaggio di Nino Sarratore. Abbiamo intervistato Francesco Serpico, l'attore che lo ha costruito, che su "L'amica geniale" ci dice "È una storia le cui radici affondano nel mistero e nell'insensato, e credo che, per quanto cerchiamo di spiegarcela ognuno a suo modo, la vita resti per lo più questo". Spoiler sull'ultima puntata? Sì. L' episodio 6 si intitola "Ancora tu".

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Fuori una guerra insensata, residui di pandemia, serate d’inverno un po’ fredde, ventose. E in questo clima incerto ripensi al lusso, alla fortuna non banale, di poter stare sul divano, nel calore di casa, a guardare L’amica Geniale, immersa nella poesia di una narrazione che è una culla per le emozioni sopite, di cui per troppi anni abbiamo avuto nostalgia, che non sapevamo neanche più di avere.

E la prima cosa che fai è immedesimarti totalmente in Lenù, nei suoi lati più brillanti e nelle sue fragilità, nei suoi desideri più oscuri e inevitabilmente ripensi a Lui, al torbido, irresistibile, odioso Nino Sarratore. Intrepretato da Francesco Serpico, napoletano, classe ’98, che nella serie diretta da Daniele Lucchetti, tratta dall’omonimo romanzo, ha avuto modo di dimostrare in maniera decisa il suo talento di attore.

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Ricordarci che abbiamo intimamente bisogno di lei, anche nell’era volgare dei meme, e in quella dell’alienazione del metaverso, e ci ricorda quanto resti una dimensione intramontabile, quanto possiamo avere fede che sia ancora lo specchio delle nostre emozioni, e delle nostre umane contraddizioni, mettendo da parte ipocrisie e tabù, sviscerando i sentimenti più autentici.

E un po’ con gli occhi appassionati di Lenù abbiamo voluto provare a varcare i confini del personaggio Nino Sarratore in un’intervista, perché è quello che più smuove dentro l’animo femminile, tra amore e indignazione. In fondo sono le domande che avrebbe voluto fare lei, da scrittrice riflessiva e da ragazza segretamente innamorata. E nelle risposte abbiamo voluto rintracciarci un po’ della persona “Francesco Serpico” e capire quanto nella costruzione del suo personaggio de L’amica geniale ci abbia messo del suo. Un’ambizione a quello che potremmo definire “giornalismo intimo”.

Leggi anche: A spasso per il rione, i 5 archetipi dell’Amica geniale

Il racconto inedito di Nino Sarratore, l’intervista a Francesco Serpico

nino sarratore

1. L’Amica geniale ha riscosso così tanto successo in Italia e all’estero, dal tuo punto di vista qual è il fattore principale a determinarlo?

È una storia completa e vera. Un trattato clandestino di psicologia e di storia che non usa mezzi termini e si inoltra in quello che c’è di più sporco e incoerente dentro e fuori i protagonisti. È una storia le cui radici affondano nel mistero e nell’insensato, e credo che, per quanto cerchiamo di spiegarcela ognuno a suo modo, la vita resti per lo più questo. Poi il fascino di Napoli e della napoletanità ha sempre colpito il resto del mondo forse per la stessa esotica indomabilità.

2. Il contesto sociale in cui si inserisce la serie, riflette lo spettro di una società e di una cultura prepotentemente patriarcali dove la figura femminile è subordinata all’universo maschile. Oggi è ancora così? E com’è per la tua generazione?

È per gran parte ancora così, in cose più sottili forse e interiorizzate, credo che i traguardi della società abbiano un delay rispetto alla loro reale integrazione nell’inconscio collettivo. La libertà di una donna in tante cose è ancora molto limitata rispetto a quella dell’uomo però credo che nella mia generazione ci sia un dialogo tra i due sessi senza precedenti e un tentativo di capire per capirsi e viceversa che favorirà la nascita di un nuovo equilibrio tra tutti e tutte. “Le anime non hanno sesso né sono mie” diceva Battisti.

3. Nella tue relazioni sei come Nino Sarratore? Quanto sei affascinato dal tuo stesso personaggio e come lo descriveresti?

Bhe è sicuramente magnetico anche, soprattutto per me. Ma fa una brutta fine, forse senza neanche accorgersene, quindi prendo nota degli errori e cerco di fare meglio, per me. Prendo nota anche delle caratteristiche positive, la sua enorme passionalità ad esempio, che forse mi appartiene anche se in maniera meno distruttiva, più privata.

4. Fuggire o restare? Sappiamo che il personaggio di Nino tende maggiormente a fuggire, in quale dei due verbi ti rispecchi di più e perché?

Fuggire, indiscutibilmente. E non credo neanche che sia sempre un difetto. Abbiamo troppo da vedere e sentire per incancrenirci sulle cose quando non riusciamo a cambiarle. Mentre il vento cambia cambiano i pensieri e i punti di vista e questo fa bene al Tornare. Perché tanto quello da cui fuggiamo resta. A volte però a fuggire troppo spesso rischiamo di vivere in una frenesia che non riposa mai e quindi non ci permette davvero di cambiare.

5. Domenica prossima verrà trasmessa l’ultima puntata della terza stagione, ci puoi anticipare solo se il personaggio di Nino continuerà a tormentare Elena?

L’ episodio 6 si intitola “Ancora tu” per il resto No spoiler.

6. Nino Sarratore ha un lato buono? Quanto è pieno di sé? Quanto è manipolatore?

Penso abbia più di un lato positivo. Poi buono e cattivo sono aggettivi che non hanno senso per me in assoluto. Hanno senso in relazione a qualcuno ciò che è buono per me può non essere buono per un altro e viceversa. Appassionato quanto indolente. Pieno di sé quanto insicuro. Manipolatore quanto seduttore. I confini sono sottili e mutano come l’acqua. Allora l’occhio di chi guarda diventa fondamentale per decidere, per dare di volta in volta un taglio alla storia e questi occhi sono quelli di Lenù, come è suo l’ultimo giudizio.

7. Nino Sarratore perché piace tanto alle donne? Perché a tuo avviso è così seduttivo?

Perché è inafferabile, ci affascina quello che sappiamo che non potremo mai davvero possedere.

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8. La cosa che più ti ha insegnato il tuo personaggio e l’eventuale difficoltà ad interpretarlo?

Mi sta insegnando a prendermi le mie responsabilità, ad interrogarmi di più sul ruolo dell’uomo nella società e del suo impatto nella vita della donna, ma mi ha insegnato anche che è umano scappare, è umano e a volte necessario rinunciare e reinventarsi. È stato difficile rispetto al rapporto con i miei genitori e con le mie insicurezze che ho messo in dubbio per avvicinarmi a lui forse anche un po’ troppo. 

Ringraziamo Francesco Serpico per questa preziosa intervista

E gli facciamo un in bocca a lupo pieno di stima, ciò che più ci aspettiamo da lui? Che nella vita possa dosare ad arte tutti i migliori lati di Nino Sarratore, che attraverso un percorso introspettivo e relazionale possa evolvere il personaggio a cui deve la sua fortuna professionale in un uomo più consapevole. Sempre consapevole di sé, nel bene e nel male.

Leggi anche: Nino Sarratore, alla larga dal narcisista patologico de l’Amica Geniale

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