Ceuta: cosa c’è dietro il flusso di migranti senza precedenti che scuote la nostra umanità

Ceuta: da lunedì sono sbarcati nell'enclave spagnola più di 8000 migranti, risultato delle tensioni crescenti tra Spagna e Marocco: la strumentalizzazione politica dei flussi torna a scuotere la nostra umanità.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Migranti a Ceuta: da lunedì scorso, l’enclave spagnola ha visto arrivare almeno 8000 migranti nordafricani, tra cui 1500 minori, che hanno fatto ingresso illegalmente nei confini spagnoli. Ceuta è una delle due città spagnole che, assieme a Melilla, si trova nel continente africano. Entrambe sono circondate dal Marocco: la stampa spagnola ha immediatamente collegato l’enorme numero di sbarchi (mai così tanti in poche ore) ai dissidi tra il Governo spagnolo e quello marocchino. Le tensioni sarebbero nate a seguito della decisione di Madrid di accogliere nel Paese per cure mediche un leader del Fronte Polisario, movimento nazionalista che chiede da più di 40 anni l’indipendenza del territorio del Sahara Occidentale dal Marocco.

Nonostante la presenza di forze di polizia spagnole e di barriere sia in terra sia in mare, Ceuta rimane uno dei punti di passaggio più strategici per i migranti senza documenti, il cui obiettivo è raggiungere l’Europa illegalmente partendo dall’Africa. Stesso discorso vale per Melilla, che si trova a 200 km più a est di Ceuta, vicino la città marocchina di Beni Ensar. Le storie di questi migranti sono racconti di disperazione e di voglia di una vita migliore. Spesso i tentativi dei marocchini si trasformano in vere e proprie tragedie: un uomo sarebbe morto mentre cercava di raggiungere le spiagge di Ceuta superando a nuoto le barriere di confine. L’artista visivo spagnolo Rogelio Lopez Cuenca ha realizzato presso l’Accademia di Spagna un’installazione video che mostra gli assalti dei migranti alle barriere di confine con la Spagna, immagini che fanno luce sulla disperazione di chi tenta la strada dell’immigrazione clandestina.

Migranti a Ceuta: la ritorsione marocchina contro la Spagna per l’accoglienza del leader del Fronte Polisario

Migranti a Ceuta: la ritorsione marocchina contro Spagna per l'accoglienza del leader del Fronte Polisario

Entrare nell’enclave spagnola di Ceuta è l’obiettivo di moltissimi migranti marocchini senza documenti, ma non è affatto semplice. Spesso molti di loro rimangano feriti o muoiono nel tentativo di entrare in territorio spagnolo, sia a causa delle barriere di confine di filo spinato lunghe diversi chilometri, sia perché arrivare nelle spiagge di Ceuta a nuoto o con imbarcazioni precarie può rivelarsi ancor più pericoloso. In molti casi, invece, l’ingresso è impedito dalle forze di polizia di Madrid o da quelle marocchine.

Da lunedì scorso circa 8.000 persone, tra cui giovani uomini, famiglie e moltissimi minorenni (circa 1500), hanno raggiunto le spiagge di Ceuta soprattutto a nuoto o su piccole imbarcazioni, oltrepassando le barriere di confine: si trattava di marocchini e di migranti provenienti dall’Africa centrale, che tentavano di abbandonare il proprio Paese spinti da ragioni economiche dovute alla pandemia. In 48 ore sono arrivate in un territorio molto piccolo, di 80mila abitanti, circa 5.000 migranti, che hanno scatenato gravi problemi di accoglienza e accentuato le tensioni tra Spagna e Marocco.

Tensioni che sarebbero da rimandare alla decisione di Madrid di accogliere e curare in un ospedale spagnolo Brahim Ghali, segretario generale del movimento nazionalista Fronte Polisario, malato di Covid-19. La decisione del governo spagnolo è stata percepita dai marocchini come un affronto: lo scorso novembre, infatti, il governo marocchino ha ripreso a scontrarsi ferocemente con i soldati del Fronte Polisario per il controllo sul Sahara Occidentale (una disputa ormai 40ennale). La decisione del governo spagnolo di curare il nemico ha portato il Marocco a minacciare ritorsioni e lo scorso lunedì la promessa è stata mantenuta.

Migranti a Ceuta: l’appoggio di Trump al Marocco e il nodo dell’esternalizzazione della frontiera

Secondo il quotidiano spagnolo El País, la motivazione reale alla base delle minacce marocchine alla Spagna sarebbe da rimandare alla decisione presa lo scorso dicembre dall’allora Presidente Usa Donald Trump di riconoscere la sovranità del Marocco nel Sahara Occidentale. Questo avrebbe portato il governo marocchino ad esercitare una pressione sempre maggiore su Madrid e sull’Ue, spingendo per il riconoscimento della sovranità marocchina sulle aree in parte controllate dal Fronte Polisario.

Da parte sua, la Spagna si è limitata a sposare la posizione dell’ONU sulla questione: riconoscere il Fronte Polisario come rappresentante legittimo del popolo saharawi, in pieno disaccordo con quanto voluto dal governo marocchino. Oltre a questo, altro motivo di tensione rimane quello della disputa tra Spagna e Marocco sul governo di Ceuta e Melilla, spesso rivendicate dal Marocco come proprie.

Altro nodo principale rimane quello dellesternalizzazione della frontiera voluta dall’Ue, che, di fatto, ha pagato Paesi extraeuropei coinvolti negli sbarchi per portare a termine accordi di blocco dei migranti. Questo ha dato la possibilità a Paesi esterni all’Unione di aprire e chiudere le frontiere a loro piacimento: il problema non riguarda solo le migliaia di sbarchi a Ceuta, ma anche la crisi migratoria a Lampedusa o a Lesbo.

In poche parole, per la questione migranti l’Ue è sotto ricatto perenne di Paesi esterni all’Unione stessa, che fanno il bello e cattivo tempo muovendo quando lo ritengono necessario enormi gruppi di migranti. Basti pensare che nel 1992 l’Ue ha firmato col Marocco un accordo e, dal 2018 a oggi, ha pagato 343 milioni di euro per “aiutare” i marocchini nella gestione degli sbarchi, ovvero per avere il permesso di respingere entro 10 giorni qualsiasi persona entrata in Spagna dal Marocco.

Leggi anche: Migranti, a Lampedusa 2128 sbarchi in 24 ore: Lamorgese sente Draghi, la destra insorge

Migranti a Ceuta: 4800 respinti dalla Spagna e rimandati in territorio marocchino

Migranti a Ceuta: 4800 respinti dalla Spagna e rimandati in territorio marocchino

L’accordo del 1992 ha fatto sì che circa 4.800 migranti (degli 8.000 arrivati illegalmente nell’enclave spagnola) siano stati già respinti e rimandati in territorio marocchino, come annunciato pure dal Premier Sánchez e dalla ministra degli Esteri spagnola Arancha Gonzales Laya, che ha promesso che le autorità saranno “ferme nellla difesa della frontiera, la sicurezza e l’ordine”. Respingimenti che saranno sempre maggiori col passare delle ore e che hanno scatenato la reazione degli attivisti, molto critici nei confronti delle procedure adottate da Madrid e dell’impiego della Guardia Civil, che andrebbero a violare i diritti umani.

Le modalità di Madrid, tra l’altro, sono state riconfermate anche da una recente sentenza della Corte Costituzionale spagnola, che ha ritenuto legittime le espulsioni “a caldo”: in particolare, i giudici hanno scirtto che “occorre ripristinare uno stato di legalità violato dal tentativo di stranieri di violare quella specifica frontiera”.

Migranti a Ceuta: storie di umanità oltre gli interessi degli Stati

Migranti a Ceuta: storie di umanità oltre gli interessi economici degli Stati

L’intricata rete di interessi e accordi che c’è dietro ogni importante flusso migratorio, mai del tutto casuale, non deve farci dimenticare le storie di disperazione che si nascondono all’interno delle notizie di cronaca. Da lunedì arrivano da Ceuta testimonianze di momenti di umanità e di vicinanza, che smuovono le coscienze di tutti. Sono circa 1500 i bambini che in questa settimana hanno attraversato il confine. Ha fatto il giro del web la foto di un bambino di 2 mesi caduto in acqua e salvato dall’annegamento da Juan Francisco, un agente del Gruppo Speciale di Attività Subacquee della Guardia Civil (GEAS) di stanza a Ceuta.

Immagini di solidarietà anche quelle che vedono altri due agenti salvare due bambine dalle rocce, una delle quali tratta in salvo da un volontario della Croce Rossa: molti volontari, infatti, sono giunti sulla spiaggia di El Tarajal, al confine col Marocco, per soccorrere i migranti in arrivo. Commovente l’immagine del salvataggio dal mare di una bambina, oltre a quella di un abbraccio liberatorio tra un migrante in lacrime appena sbarcato e una volontaria della Croce rossa.

Le storie di Ceuta ci raccontano ancora una volta di come dietro gli interessi economici dei potenti e gli accordi politici degli Stati ci siano spesso storie di disperazione che muovono le coscienze e scuotono l’umanità di ognuno di noi. E che dimostrano, ancora una volta, che la strumentalizzazione e l’uso politico dei flussi migratori rappresenti uno dei fenomeni più disumani della nostra epoca.

Leggi anche: Rotta balcanica, milioni spesi in tecnologia anti-migranti anziché in accoglienza: qual è il gioco dell’UE?

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