Metaverso, siamo pronti a vivere una realtà parallela?

Uno studio di Sensemakers sui comportamenti digitali degli italiani rivela che il mondo virtuale di internet incute curiosità e allo stesso tempo paura. Il nuovo fenomeno interessa soprattutto i più giovani e desta preoccupazione tra le donne.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Metaverso, mondo virtuale, evoluzione di internet e realtà tecnologica condivisa, sono tutti termini che si riferiscono alla nuova identità globale del web. Il nome che sta letteralmente cavalcando l’onda della rivoluzione del cyberspazio è quello del metaverso.

Velocemente si è impadronito dell’ecosistema digitale, come l’andamento di un trend, colloso e virale, ci ha attirato, persuaso e intrigato così tanto da non farci più distogliere l’attenzione. Attratti da un argomento, di cui si conosce ancora ben poco, il prodotto dell’era informatica assume le vesti di tema cool degli ultimi mesi.

Arrivato a noi, tramite il libro di fantascienza del 1992, di cultura Cyberpunk chiamato “Snow Cash”, questo termine incuriosisce e spaventa allo stesso tempo, provocando al popolo del bel paese, timore, preoccupazione e sospetto.

Definito come il rebrading della tecnologia virtuale, il metaverso ci ricorda, in un certo senso, una realtà fantascientifica, in cui siamo costretti ad entrare, per evadere dalla monotonia della vita ordinaria.

Metaverso, cosa contiene lo studio sugli italiani

Lo studio Sensemakers ha dimostrato, intervistando un campione rappresentativo di italiani, un certo scetticismo e una blanda conoscenza dell’argomento più in voga degli ultimi tempi.

Uscito dai circoli blindati del settore informatico, il metaverso è diventato la nuova tendenza di cui sparlare. Concepito dalla materia di dati e dai contenuti spazio-temporali, rappresenta quell’experience che un po’ tutti vorremmo provare almeno una volta nella vita.

Per valutare la conoscenza e le aspettative del caso, la società di consulenza specializzata nell’analisi dei media e dei comportamenti digitali, Sensemakers, ha raccolto i dati sul fenomeno. Il 25% degli intervistati ha affermato di sapere cos’è il metaverso (30% di uomini e 21% di donne). Le informazioni analizzate sono state ampiamente influenzate dai fattori età (il 37% della fascia 18-24 anni ha nozione del termine, della fascia 25-34 solo il 33% e il 17% della fascia 55-64 anni) e istruzione (il 30% dei possessori di titoli di studio conosceva la definizione contro il 19% di chi non la conosceva perché possedeva solo una scolarizzazione di base).

La maggior parte degli intervistati sono stati d’accordo nel conferire al metaverso, il significato di una realtà virtuale e parallela, grazie a cui è possibile modificare la propria vita. Infatti, il 62% degli italiani ha dichiarato di essere interessato all’idea della realtà simulata, registrando una preferenza del 70% negli uomini e una del 55% nelle donne.

Dalla ricerca sono anche emerse alcune perplessità che hanno avanzato i destinatari dello studio, l’80% delle risposte hanno evidenziato che provare una simile esperienza potrebbe causare dei rischi legati alla potenziale fuga dalla realtà.

Sebbene l’aspetto tecnologico possa portare gli utenti a vivere in un mondo perfetto, dalla ricerca è emerso che l’idea di rintanarsi in un contesto immaginario, lontano dalla vita concreta, potrebbe fungere da rifugio virtuale in cui nascondere tutti i problemi della vita terrena. Inoltre, è stato interessante notare come il 52% degli intervistati vedesse il metaverso non solo come luogo virtuale di una dimensione completamente digitalizzata, ma anche come realtà in grado di incidere, con i suoi effetti, la quotidianità.

Metaverso, l’impatto sulla società e l’investimento delle aziende

A distanza di qualche mese dalla diffusione del termine, questa dimensione comincia già a farsi conoscere. Dallo studio condotto compaiono altre aspettative nel metaverso: la nuova emancipazione digitale, porterà sia le aziende ad avere una maggiore fiducia nel virtuale sia gli utenti a sperimentare situazioni estreme, rese possibili solo grazie alla tecnologia.

Il 56% degli intervistati è assolutamente convinto che le società facciano bene ad investire nella realtà alternativo-virtuale, in particolare i social network avranno più successo rispetto ai produttori di device, per il 22% si potranno infatti fare cose impossibili e per il 34% la nuova dimensione semplificherà la nostra vita e le abitudini.

Per quel che riguarda l’impatto sulla società, il 43% degli ascoltati è convinto che alle aziende tecnologiche verranno conferiti poteri sempre più forti rispetto a quelli dati alle istituzioni reali, amplificando, in questo modo, il divario sociale ed economico tra le classi sociali.

Solo il 14% dei campioni immagina che questo mondo possa essere completamente libero dalle dinamiche monopolistiche del sistema tecnologico. Infatti, il 35% ritiene che le regole e i codici debbano essere affidati alle istituzioni pubbliche della vita reale, il 28% alle comunità e il 23% alle piattaforme tecnologiche.

Il boom del cyberspazio sta portando molte aziende del calibro di Microsoft ad investire nella realtà virtuale.

I piccoli e i grandi brand, attratti dalla novità del momento, hanno già cominciato a puntare il loro fatturato nel metaverso. Gli effetti di questa nuova tendenza tecnologica, secondo gli esperti, saranno però visibili tra 5-10 anni.

Le industrie tessili della moda hanno organizzato, di recente, le prime fashion week della storia, sulla piattaforma di blockchain Decentraland, i grandi brand di Dolce&Gabbana, Etro e Tommy Hilfiger hanno fuso le loro realtà nel metaverso.

L’obiettivo delle case stilistiche è stato quello di trascinare le persone nell’acquisto dei capi digitalizzata Nft mediante criptovaluta. Anche il casinò virtuale, Ice poker, ha indirizzato la sua attenzione verso il mondo parallelo, registrando entrate per 7,5 miliardi di dollari, effettuate da circa 6 mila utenti nell’arco di tre mesi.

Leggi anche: Crypto art: che cos’è e come funziona la nuova tecnologia d’arte

Il metaverso è il nuovo vaso di Pandora?

Lo studio ha fatto emergere, in un quadro chiaroscuro, dei segnali di diffidenza associati ad una forte polarizzazione delle posizioni legate al sesso, all’età e alla scolarizzazione.

Il metaverso viene considerato come una realtà interessante, di cui l’utente ha però timore. La paura principale è caratterizzata dall’idea stessa di parallelo, su cui il soggetto ripiega tutte le sue incertezze.

L’amministratore delegato di Sensemakers, Fabrizio Angelini, ha affermato che:

Il metaverso è sicuramente uno dei fenomeni emergenti dell’ecosistema digitale e, dato il grande interesse mostrato dalle aziende, abbiamo voluto approfondire il livello di conoscenza e di aspettative dei consumatori.

Non ci ha stupito né la conoscenza del tema ancora in fase di consolidamento, né la forte polarizzazione in termini di interesse e apprezzamento da parte di giovani, maschi e alto scolarizzati.

Alcuni segnali di diffidenza evidenziati dai segmenti femminili e più maturi non vanno tuttavia sottovalutati soprattutto in un paese come il nostro dove il digital divide è ancora forte.

La percezione comune è che il metaverso potrebbe amplificare squilibri e diseguaglianze del mondo digitale proprio in una fase in cui l’attenzione delle aziende al purpose e ai problemi della vita reale è particolarmente alta.

Lo scetticismo e la diffidenza nei confronti della nuova frontiera del reale dimostrano, nel complesso, che la popolazione italiana non è ancora pronta ad aprirsi sull’argomento a causa di una percezione limitata e viziata dalla disinformazione.

Leggi anche: Metaverso, cosa è e perché Facebook ci sta investendo tanto

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