Oscar, Garrone: “Potevamo vincere. Nessuno ci ha detto che si poteva gareggiare in tutte le categorie”

Matteo Garrone ha espresso la sua opinione riguardo al suo film 'Io Capitano', e al perché non abbia vinto agli Oscar 2024.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Matteo Garrone, dopo la sconfitta agli Oscar di ‘Io Capitano’ ha chiaramente espresso i suoi dubbi e perplessità a riguardo. Il regista ne ha parlato in occasione di una master-class, che ha tenuto al Teatro Petruzzelli di Bari. Dopo la proiezione del suo film, unica pellicola italiana in corsa nella categoria film Internazionali, dove ha poi vinto ‘La zona d’interesse’ del regista inglese Jonhathan Glazer, ha così dichiarato:

Agli Oscar era possibile vincere.

Purtroppo la campagna non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito.

E poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari.

Hai poi aggiunto: “Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille. Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento. Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance”.

Perché il film di Garrone non ha vinto l’Oscar?

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Matteo Garrone, che questa sera riceverà al Petruzzelli il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence, ha fornito elementi in più per farci comprendere le difficoltà che ‘Io Capitano’ ha incorso. Primo fra tutti, a penalizzarlo, è stato non aver trovato un distributore americano, come confermato anche Paolo Del Brocco, direttore generale di Rai Cinema e coproduttore e distributore italiano di ‘Io Capitano’:

La mancanza iniziale di un distributore americano adeguato e importante ha fatto sì che il film non fosse iscritto in tutte le categorie.

Il regista ha poi specificato di aver trovato difficoltà non solo in America, probabilmente per il tema delicato che è stato trattato:

Io capitano è comunque un film davvero strano. È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no.

Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l’ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa.

Garrone, il viaggio in Senegal e la speranza per il futuro

Garrone, nonostante le difficoltà riscontrate, non intende arrendersi. Ha spiegato di voler portare il film anche in Africa, dove tutto è iniziato:

Ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili.

Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio.

Poi parlando dei ragazzi africani ci tiene a chiarire come questi, a causa dei social, percepiscano la realtà in maniera errata:

Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così.

Una soluzione potrebbe giungere proprio attraverso i giovani. C’è stata “una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose” e di questo sembra esserne convinto Garrone.

Leggi anche: Matteo Garrone da Cattelan: “I ragazzi del mio film vivono da un anno a casa di mia madre”

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