Mars 2020, nuova missione Nasa: “Pronti ad andare su Marte”

La missione Mars 2020 partirà da Cape Canaveral il 30 luglio. Gli obiettivi: la ricerca di segni di vita su Marte e l’implementazione di tecnologie per la colonizzazione.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Is there life on Mars? La domanda che ci poniamo ormai da decenni e che il mai dimenticato David Bowie mise in musica donandoci uno dei pezzi più iconici della storia potrebbe trovare risposta nei prossimi anni. O almeno questo è uno degli intenti di Mars 2020, la missione della Nasa che il prossimo 30 luglio lancerà il rover Perseverance sul pianeta rosso.

L’esplorazione del nostro fratellino minore affascina gli scienziati da oltre mezzo secolo. I primi tentativi di osservazione, molti dei quali falliti al lancio o in corso d’opera, risalgono ai primi anni ’60. La prima sonda a effettuare con successo un sorvolo dall’orbita fu l’americana Mariner 4 nel lontano 1964, e da allora tutte le principali agenzie spaziali del mondo – USA e Russia in prima linea – hanno dedicato gran parte dei propri sforzi alla realizzazione di tecnologie e dispositivi per conoscere più a fondo il nostro vicino di casa in previsione di una possibile colonizzazione e, in un futuro ancor più lontano, terraformazione.

Marte, il sogno dell’umanità da oltre mezzo secolo

Un meme che tempo fa faceva sorridere gli appassionati di scienza recitava “Marte è l’unico pianeta conosciuto ad essere abitato esclusivamente da robot”. E in effetti il pianeta rosso è attualmente affollato di rover e sonde che ne scandagliano il suolo e l’atmosfera, alcuni dei quali sono diventati così popolari da avere riferimenti e inside jokes dedicate tra gli appassionati di cultura nerd. Basti pensare a Curiosity e al suo indimenticabile selfie sul suolo marziano – nonché all’esilarante reinterpretazione del detto “Curiosity killed the cat”, che unì in un’unica battuta i due sovrani del web: le ambientazioni sci-fi e i gatti. O a Opportunity, che dopo 15 anni di onorato servizio si spense definitivamente a causa di una violenta tempesta di sabbia: la sua ultima trasmissione “La batteria è quasi scarica e si sta facendo buio” riuscì a commuovere il mondo. Sì, avete letto bene: la “morte” di un robot fece commuovere centinaia di esseri umani.

Ma, viralità e battute a parte, le decine di sonde, rover e navette che hanno esaminato in lungo e in largo il pianeta negli ultimi decenni ci hanno donato una notevole quantità di informazioni e dati utili. Siamo riusciti a mapparne l’intera superficie, abbiamo scoperto distese di ghiaccio e acqua nel sottosuolo e ottenuto spettacolari immagini che ritraggono deserti rocciosi sotto un cielo che è rossastro a mezzogiorno e azzurro al crepuscolo.

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Tre missioni in partenza questo mese

Mars 2020 sarà la terza missione a partire alla volta del pianeta rosso questo mese. Il 19 luglio la sonda Hope è stata lanciata in orbita dagli Emirati Arabi, mentre il 23 la cinese Tianwen-1 si è avventurata nei cieli. Il lancio della Nasa è previsto per il 30 luglio da Cape Canaveral, dove il razzo Atlas 541 decollerà alle 7:50 locali. La sonda raggiungerà Marte nel febbraio 2021, atterrando nel cratere Jezero.

La missione di Perseverance è tra le più complesse mai pianificate, e il rover è stato dotato di strumenti tecnologici altamente innovativi e realizzati con materiali molto più solidi e resistenti rispetto alle precedenti missioni. C’è da dire che senza Curiosity non avremmo avuto Perseverance – gioco di parole che in Inglese rende molto meglio a dire il vero – poiché il design del rover è ispirato a quello del suo predecessore, anche se notevolmente migliorato. Non solo è realizzato con materiali più resistenti, onde evitare danni alle ruote e alle meccaniche, ma è equipaggiato con un vero e proprio laboratorio biochimico.

Una delle missioni più complesse mai realizzate

A far compagnia al rover ci sarà un drone elicottero, rinominato Ingenuity, che andrà in avanscoperta alla ricerca dei migliori percorsi da seguire. Inoltre, trattandosi del primo aeromobile a muoversi sul pianeta, osservarne il funzionamento nella rarefatta atmosfera marziana sarà un’ulteriore base di studio per innovazioni future.

Le parole di Ray Baker, flight system manager del Jet Propulsion Laboratory della Nasa:

Costruire questo rover così sofisticato è stata la cosa più difficile cui abbia mai preso parte in qualità di ingegnere. Nonostante le notevoli sfide logistiche poste dalla pandemia di coronavirus, la squadra ha dimostrato grande determinazione e diligenza nel costruire un rover di cui sentirci orgogliosi. Non vediamo l’ora di vedere il risultato di tanti anni di dedizione quando finalmente si staccherà dalla rampa di lancio.

Quali sono le caratteristiche di Perseverance?

Perseverance è dotato di un sistema di guida innovativo e di ben 23 telecamere, due delle quali in grado di produrre immagini tridimensionali e video in alta risoluzione. Ma non solo: una volta prelevati campioni da analizzare, farà uso di Pixl, uno spettrometro a fluorescenza X, in grado di individuarne con precisione la composizione. Quanto ai composti organici, ad analizzarli sarà Sherloc, uno spettrometro a ultravioletti, mentre il radar Rimfax si occuperà di scandagliare il suolo e un set di sensori chiamato Meda effettuerà rilievi di temperatura, velocità e direzione del vento, pressione, umidità, forma e dimensione del pulviscolo atmosferico.

Altro compito importante per il giovane Perseverance sarà l’analisi del terreno in cerca di segni di vita passata. Non gli archivi Prothean che noi gamer appassionati di sci-fi vorremmo tanto visitare, ma tracce di vita microbica. Non è un caso che il luogo di atterraggio sia proprio Jezero: gli scienziati ritengono che ci sia un’alta probabilità di rilevare resti di antichi microrganismi in quest’area.

Leggi anche: Le donne conquistano lo spazio: prima passeggiata in orbita per due astronaute NASA

Una missione che aprirà la strada a futuri viaggi di andata e ritorno

Non solo: il laboratorio del rover è dotato di uno strumento, Moxie, in grado di sintetizzare ossigeno a partire dall’anidride carbonica atmosferica. Le potenzialità di una tecnologia del genere in previsione della colonizzazione sono evidenti, ma oltre a poter generare un ambiente artificiale con atmosfera respirabile per gli esseri umani, questa tecnologia è stata messa a punto anche per la produzione di carburante per  razzi. Perché, e questa è una delle novità più interessanti, la missione di Perseverance è la prima parte di quello che si prospetta come un viaggio di andata e ritorno. I campioni raccolti, infatti, saranno in seguito recuperati e riportati sulla terra in una missione futura.

Perché l’esplorazione spaziale è utile per il nostro pianeta

Sembra un sogno a occhi aperti, eppure la colonizzazione di altri mondi sta pian piano diventando realtà. Una possibilità da non sottovalutare per diversi motivi. Non si tratta soltanto di avere un piano B – o meglio un pianeta b – in caso di significative minacce alla vita sulla Terra, ma di esplorare e progettare nuove tecnologie che, paradossalmente, potrebbero aiutarci a guarire il nostro pianeta d’origine. Le tecnologie implementate per l’esplorazione spaziale, infatti, si basano su principi di riciclo e di riutilizzo altamente sostenibili. Altro aspetto positivo è la ricerca di innovazioni utili per la vita quotidiana, come ad esempio materiali più resistenti per gli autoveicoli.

E, non ultima ragione, l’esplorazione spaziale nutre l’insaziabile curiosità che muove l’animo umano alla visione e al desiderio di conoscere, toccare e plasmare ciò che lo circonda. Gli scienziati sono prima di tutto dei grandi sognatori. E da sempre questo è ciò che muove il progresso, non solo nello spazio ma soprattutto sulla Terra. Il countdown per il lancio è già cominciato, e sarà possibile osservarlo in diretta sul sito web dell’agenzia. Uno spettacolo da non perdere.

di Marianna Chiuchiolo

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Marianna Chiuchiolo
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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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